MUSEO
CIVICO D’ARTE CONTEMPOARANEA DI PALAZZO GIANDALIA
IN
SICILIA RESE PUBBLICHE LE RECENSIONI DEI PRIMI ARTISTI LE CUI OPERE SONO GIÀ
STATE MUSELIZZATE
Il consulente artistico
del Comune di Castronovo di Sicilia Paolo Battaglia La Terra Borgese ha già
inviato all’assessore alla cultura Giorgio Piazza le motivazioni.
“Recensire deriva dal
latino "riflettere" – afferma Paolo Battaglia La Terra Borgese - ed è
l'atto di cimentarsi nella produzione di un testo valutativo e interpretativo
riguardo un'opera. L'obiettivo dell'esame critico è quello di fornire
un'analisi contenutistica ed estetica che sia realistica ed esaustiva. Noel
Coward, un commediografo britannico, scomparso nel 1973, poneva il seguente
dubbio: il quadro d’autore è composto dal dipinto e da una firma, ed io mi
domando quale delle due cose valga di più. Pablo Picasso, pittore e scultore
spagnolo, anche lui scomparso lo stesso anno distingueva: pittore è colui che
dipinge quel che si vende; artista, invece, è colui che vende quel che si
dipinge. Il grandissimo pittore Tiziano assunse come motto: l’arte è più
potente della natura. Lo scalo al quale ormeggia la raziocinante ricerca di
fondamento oggi, dove la relatività giustamente guida ogni aspetto della
concretezza, deve portarci a capacità cognitive nuove che possano definire
meglio, con maggiore precisione, il profilo dell’opera di artisti emergenti che
si concretino capaci di nuove autenticità. Questi scenari dove
trasmutazione e trasformazione connotano nuove idee, se non addirittura scuole,
ci devono preparare ad interpretare nelle stesure cromatiche e nella
costruzione pittorica nuove definizioni, che siano adatte ai tempi, alle società,
alle culture e, non ultime, alla tecnologia ed al progresso scientifico e
umano.”
Paolo Battaglia La Terra Borgese
critico
Attika Boubezari
opera: “Suoni” – 2015, acrilico e olio su tela, cm 73 x 60
Un
violino che viene preso per mano in procinto di essere suonato, in una
sospensione romantica e sognante, vibrante di una forza emotiva che si
sprigiona dalla mano esperta e accorta dell’artista Attika Boubezari. Colori
energici, quasi mai sfumati, il tutto bramato per dare forza a una descrizione
emotiva privata, di colloquio interiore con i colori della propria anima che si
estrinseca sulla tela voluttuosa e avida di racconti emotivi. L’artista
visualizza un mondo personale proiettato su stralci cromatici di sogno e
fantasia, candidamente racchiuso nello scrigno dei suoi desideri, nella
speranza di un domani calmo e sereno, intimo come lo è la sua opera “Suoni”.
Attika Boubezari è una pittrice algerina movimentata da una accesa e fervida
fermentazione visiva: scrive la tela di suoi pensieri e ricordi spandendo
peculiari varietà coloranti sull’espressione sognante della musicista
protagonista in un cielo dal quale la sua musica discende, un cielo di fantasia
denso e spesso di sensazioni ed emozioni. Il suono, il silenzio e la melodia
sono egregiamente descritti dal segno, con il colore, la luce e le ombre.
Eleganza nelle vesti ma anche di portamento connotano il soggetto che
padroneggia perfettamente il suo violino in questa posizione tipicamente
andalusa. Un violino, tra fantasia e realtà, in un tutto descritto con sapiente
maestria cromatica.
paolo battaglia la terra borgese
Museo
Civico d’Arte Contemporanea di Palazzo Giandalia, Sezione Pittura, Castronovo
di Sicilia,
maggio
2015
Paolo Battaglia La Terra Borgese
critico
Barbara Pazzaglia
opera: “Paradiso Dantesco canto XXXIII” – 2013, acrilico su
tela, cm 100 x 150”
I
colori sono quelli del tardo stile Biedermeier. Sono i colori del giardino
Biedermeier in Kensington Gardens. Le forme sono astratte e ricordano
l'organico botanico. L'atteggiamento è quello intenzionale degli impressionisti
con l'istinto dell'action painter. L’attenzione si rivolge ai piaceri che
scaturiscono dalle impressioni, dalle sensazioni, dalla percezione, dal corpo e
dall'intelletto. L'impressione è un modo di guardare un'opera d'arte e per gli
artisti un modo per escogitarla ed inventarla. Le nuance sono sfumate, molto
chiare, aeree, tenui poiché come scrive Leonardo più ci si eleva, e questa è
l’aspirazione di molti Grandi, più i colori diventano chiari e sfumati per la
prospettiva aerea in cui a distanza minima è lo scuro, l’ombra, che prevale sul
chiaro. Il chiaro predomina nella mia pittura poiché lo scuro, l’ombra, il
nero, viene spesso assimilato allo sporco e al cupo (Adorno). La luce è
bellezza. Chi si propone di pensare in modo bello non si limiterà soltanto ad
abolire la notte ma costringerà quelli verso i quali si fa giudice severo e
solenne a dare luce a tutte le cose poco chiare persino a quelle leggermente
orride e comunque chiare, e tuttavia prive relativamente di macchie
(Baumgarten).” Così, la stessa Autrice, si racconta per ritrovarsi nella
“torre” della filosofia e della psicologia. E lo fa con così meritato senso
abitativo, da non potere non condividerne i contenuti. Il quadro trae spunto
dalla Divina Commedia di Dante Alighieri e in particolare dal paradiso.
L'ultimo desiderio del pellegrino (il nostro) è vedere dove e come si
congiungano le due nature: il cerchio della divinità e il quadrato della nostra
carne umana. Un linguaggio a farci riflettere dove in alto ci troviamo ora, in
questo punto supremo del Cosmo: oltrepassato tutto l'Universo materiale siamo
nel cielo della pura luce e potremo vedere il quadrato nel cerchio soltanto
dopo la morte perché per il poeta tale immagine resta mistero: Dio è
impossibile durante la vita dell’uomo. Il caos, l’ordine, la regolarità e il
colore, anche quello bianco della luce, sono in realtà ciò che, traendo dal
cosmo, dipinge con l’entusiasmo di uno studente che si nutre delle discipline
sapienziali, tradizionali e ontologiche. Superflua qualsiasi citazione di opere
del passato o di grandi pensatori, si tratta di un quadro autentico, che nulla
ripete, ed è dunque puro e utile alla storia.
paolo
battaglia la terra borgese
Museo
Civico d’Arte Contemporanea di Palazzo Giandalia, Sezione Pittura, Castronovo
di Sicilia, maggio 2015
Paolo Battaglia La Terra Borgese
critico
VANESSA PIA TURCO
La
pittura di Vanessa Pia Turco è caratterizzata da una personalissima visione
emotiva, straordinaria, quasi magica, per nulla convenzionale. Ella vede con
occhio distaccato il tumultuoso regno delle passioni umane, che si succedono
incessanti nelle segrete oscurità dell’inconscio, e che fanno vivere in una
intima sospensione gli attori dei suoi racconti. Le protagoniste, figure
eleganti ed estremamente femminili, si rivelano allo spettatore ammalianti,
evanescenti, eteree, sembrano racchiuse in una bolla di silenzi, avvolte da un
groviglio di pensieri palpitanti, lontane dal vertiginoso flusso della vita
quotidiana. La ricerca pittorica di Vanessa Pia Turco è sicuramente onerosa, ma
facilitata da una carica emotiva di forte impatto che traspare e che si rivela
nella storia delle sue affascinanti protagoniste in un turbinio di sensazioni
cromatiche esplicitate da fremiti di lirismo e il tutto narrato all’utente con
estrema schiettezza e veridicità. L'atto creativo di Vanessa Pia Turco consiste
nel trasferire sulla tela quell'essenza segreta e vibrante, quella intensa
sensibilità che regna nel suo animo; e in sinergia con una acuta empatia
emozionale per Lei diviene indispensabile concretizzare il suo “pensiero
pittorico” con bellezza e autenticità. Al di là della padronanza tecnica,
occorre sottolineare il senso della sua espressività che si colloca nell’area
di un messaggio poetico, un messaggio d’amore che attraverso la natura e
l’essere umano si compie in tono di universalità. Una pittura impregnata di
emozioni e sensazioni, una pittura permeata da una esuberante forza comunicativa,
che si rivela nitida in una stesura pittorica complessivamente dinamica,
sicura, senza pause e ripensamenti, vestita di un attento linguaggio concreto,
nel quadro di una notevole valenza cromatica. Non sfugge all’occhio attento del
fruitore l’originalità e la sorprendente capacità compositiva che si basa di
una talentuosa e spontanea attitudine narrativa. Insomma eleganza stilistica ed
equilibrio formale si mescolano amabilmente in quest’artista che non ha altro
fine che “esprimere se stessa” liberandosi da schemi e preconcetti, liberando
il proprio istinto creativo in maniera disinvolta con grande padronanza e
spaziando per ogni aspetto del reale.
paolo
battaglia la terra borgese
Museo
Civico d’Arte Contemporanea di Palazzo Giandalia, Sezione Pittura, Castronovo
di Sicilia, maggio 2015
Paolo
Battaglia La Terra Borgese
critico
Lidia
Bobbone
opera:
“Donne Madonne” – 2015, tecnica mista su tela, cm 100 x 70
Le
composizioni di Lidia Bobbone, seppur concrete, o diversamente astratte, si
fondano su “un rapporto di colori e linee indipendenti, che nascono dalla
necessità interiore e vivono nella totalità del quadro”. È questo il linguaggio
delle emozioni di Lidia, che è costituito dalle espressioni dei volti e la
gestualità del corpo per descrivere le sensazioni e gli stati d’animo. Simbolo
di una fertilità generatrice di vita, le larghe pennellate di Lidia Bobbone,
nel parallelo della ricerca pittorica basata sul rapporto tra parola e immagine,
rimandano ad Ernesto Treccani: armonie che offrono la parola al segno della sua
mano. L'utopia, anche se non può essere raggiunta, vale come limite cui
tendere. Questa è Lidia Bobbone. Dal suo realismo prestato alla interpretazione
creativa, la morbidezza delle figure, le proporzioni poetiche, l'espressività
lirica, il linguaggio di chi dipinge per comunicare, la caratterizzazione dei
personaggi coerente, chiara e distinta con cognizione precisa e puntuale della
storia dell’arte e delle sue allegorie. Rivela sulle tele tutta la sua capacità
di equilibrio. È la buona pittrice, quella pittrice che sceglie quale
intonazione dare al dipinto prima di iniziare un’opera, In altre opere dimostra
di superare egregiamente le difficoltà tecniche di proporre una figura umana
sul piano orizzontale e svela la perfetta conoscenza della prospettiva aerea,
che si sovrappone alla prospettiva geometrica, porgendoci un ulteriore indizio
di profondità. Gli oggetti lontani si avvicinano al colore dello sfondo e la
loro tinta perde di intensità cromatica. Le tele, volutamente tela (bianca)
simboleggiano la luce, senza la quale le ombre smetterebbero si essere.
paolo
battaglia la terra borgese
Museo
Civico d’Arte Contemporanea di Palazzo Giandalia, Sezione Pittura, Castronovo
di Sicilia, maggio 2015
Paolo Battaglia La Terra Borgese
critico
Pietro Alessandro
Trovato
È il segno di un percorso di ricerca interiore
che arriva all’osservazione del bello che appare fuori, sono le immagini di
Pietro Alessandro Trovato che scava dentro sé stesso, scopre un mondo migliore,
di cose che sono più belle di prima, con nuove armonie, e che dipinge con una
pittura antica.
Uno stile di intonazione classicistica con
venature barocche, è quel barocco artistico ben rappresentato dalla corrente
classicista tipica dei decenni a cavallo tra il 600 e il 700 del secondo
millennio, e di cui fu grande esegeta il Gian Lorenzo Bernini. E, ancora, in
una sorta di visionarismo iperrealista il nostro Pietro Trovato reinterpreta
anche il Realismo Esistenziale della Milano tra la metà degli anni cinquanta e
la fine degli anni sessanta. Seppur con tematiche e stili distanti dalle
“occupazioni delle terre” e dalle lotte nel mondo, e dai grandi temi populisti,
Pietro Alessandro Trovato si riferisce alla teoria dei possibili modi di essere
dell’esserci, considerati astrattamente come puri a priori, e li tratta, al
pari di Angelo Maynardi Araldi, con pronunce cromatiche ancora più antiche:
quelle della stilleven fiamminga, del XV e XVI secolo.
Al di là della padronanza tecnica, occorre
sottolineare il senso della sua espressività, che si colloca nell’area di un
messaggio poetico, messaggio intimo, sensibile che si esprime in oggetti,
mobili, accessori che rivelano la loro intrinseca natura di universalità.
I soggetti dipinti affascinano per le
trasparenze, i riflessi, i contorni nitidi, per la precisione dei dettagli che
provocano nell'osservatore la sensazione di osservare un mondo percepito con
naturale espressione evocativa.
paolo battaglia la terra borgese
Museo
Civico d’Arte Contemporanea di Palazzo Giandalia, Sezione Pittura,
Castronovo di Sicilia, maggio 2015
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