martedì 21 luglio 2015

PAOLO BATTAGLIA: "MOTIVAZIONI"


Paolo Battaglia La Terra Borgese


MUSEO CIVICO D’ARTE CONTEMPOARANEA DI PALAZZO GIANDALIA
IN SICILIA RESE PUBBLICHE LE RECENSIONI DEI PRIMI ARTISTI LE CUI OPERE SONO GIÀ STATE MUSELIZZATE


Il consulente artistico del Comune di Castronovo di Sicilia Paolo Battaglia La Terra Borgese ha già inviato all’assessore alla cultura Giorgio Piazza le motivazioni.
“Recensire deriva dal latino "riflettere" – afferma Paolo Battaglia La Terra Borgese - ed è l'atto di cimentarsi nella produzione di un testo valutativo e interpretativo riguardo un'opera. L'obiettivo dell'esame critico è quello di fornire un'analisi contenutistica ed estetica che sia realistica ed esaustiva. Noel Coward, un commediografo britannico, scomparso nel 1973, poneva il seguente dubbio: il quadro d’autore è composto dal dipinto e da una firma, ed io mi domando quale delle due cose valga di più. Pablo Picasso, pittore e scultore spagnolo, anche lui scomparso lo stesso anno distingueva: pittore è colui che dipinge quel che si vende; artista, invece, è colui che vende quel che si dipinge. Il grandissimo pittore Tiziano assunse come motto: l’arte è più potente della natura. Lo scalo al quale ormeggia la raziocinante ricerca di fondamento oggi, dove la relatività giustamente guida ogni aspetto della concretezza, deve portarci a capacità cognitive nuove che possano definire meglio, con maggiore precisione, il profilo dell’opera di artisti emergenti che si concretino capaci di nuove autenticità. Questi scenari  dove trasmutazione e trasformazione connotano nuove idee, se non addirittura scuole, ci devono preparare ad interpretare nelle stesure cromatiche e nella costruzione pittorica nuove definizioni, che siano adatte ai tempi, alle società, alle culture e, non ultime, alla tecnologia ed al progresso scientifico e umano.”

+39 347 1216091






Paolo Battaglia La Terra Borgese 
critico

Attika Boubezari
opera: “Suoni” – 2015, acrilico e olio su tela, cm 73 x 60

Un violino che viene preso per mano in procinto di essere suonato, in una sospensione romantica e sognante, vibrante di una forza emotiva che si sprigiona dalla mano esperta e accorta dell’artista Attika Boubezari. Colori energici, quasi mai sfumati, il tutto bramato per dare forza a una descrizione emotiva privata, di colloquio interiore con i colori della propria anima che si estrinseca sulla tela voluttuosa e avida di racconti emotivi. L’artista visualizza un mondo personale proiettato su stralci cromatici di sogno e fantasia, candidamente racchiuso nello scrigno dei suoi desideri, nella speranza di un domani calmo e sereno, intimo come lo è la sua opera “Suoni”. Attika Boubezari è una pittrice algerina movimentata da una accesa e fervida fermentazione visiva: scrive la tela di suoi pensieri e ricordi spandendo peculiari varietà coloranti sull’espressione sognante della musicista protagonista in un cielo dal quale la sua musica discende, un cielo di fantasia denso e spesso di sensazioni ed emozioni. Il suono, il silenzio e la melodia sono egregiamente descritti dal segno, con il colore, la luce e le ombre. Eleganza nelle vesti ma anche di portamento connotano il soggetto che padroneggia perfettamente il suo violino in questa posizione tipicamente andalusa. Un violino, tra fantasia e realtà, in un tutto descritto con sapiente maestria cromatica.

paolo battaglia la terra borgese

Museo Civico d’Arte Contemporanea di Palazzo Giandalia, Sezione Pittura, Castronovo di Sicilia,
maggio 2015




Paolo Battaglia La Terra Borgese 
critico

Barbara Pazzaglia
opera: “Paradiso Dantesco canto XXXIII” – 2013, acrilico su tela, cm 100 x 150”

I colori sono quelli del tardo stile Biedermeier. Sono i colori del giardino Biedermeier in Kensington Gardens. Le forme sono astratte e ricordano l'organico botanico. L'atteggiamento è quello intenzionale degli impressionisti con l'istinto dell'action painter. L’attenzione si rivolge ai piaceri che scaturiscono dalle impressioni, dalle sensazioni, dalla percezione, dal corpo e dall'intelletto. L'impressione è un modo di guardare un'opera d'arte e per gli artisti un modo per escogitarla ed inventarla. Le nuance sono sfumate, molto chiare, aeree, tenui poiché come scrive Leonardo più ci si eleva, e questa è l’aspirazione di molti Grandi, più i colori diventano chiari e sfumati per la prospettiva aerea in cui a distanza minima è lo scuro, l’ombra, che prevale sul chiaro. Il chiaro predomina nella mia pittura poiché lo scuro, l’ombra, il nero, viene spesso assimilato allo sporco e al cupo (Adorno). La luce è bellezza. Chi si propone di pensare in modo bello non si limiterà soltanto ad abolire la notte ma costringerà quelli verso i quali si fa giudice severo e solenne a dare luce a tutte le cose poco chiare persino a quelle leggermente orride e comunque chiare, e tuttavia prive relativamente di macchie (Baumgarten).” Così, la stessa Autrice, si racconta per ritrovarsi nella “torre” della filosofia e della psicologia. E lo fa con così meritato senso abitativo, da non potere non condividerne i contenuti. Il quadro trae spunto dalla Divina Commedia di Dante Alighieri e in particolare dal paradiso. L'ultimo desiderio del pellegrino (il nostro) è vedere dove e come si congiungano le due nature: il cerchio della divinità e il quadrato della nostra carne umana. Un linguaggio a farci riflettere dove in alto ci troviamo ora, in questo punto supremo del Cosmo: oltrepassato tutto l'Universo materiale siamo nel cielo della pura luce e potremo vedere il quadrato nel cerchio soltanto dopo la morte perché per il poeta tale immagine resta mistero: Dio è impossibile durante la vita dell’uomo. Il caos, l’ordine, la regolarità e il colore, anche quello bianco della luce, sono in realtà ciò che, traendo dal cosmo, dipinge con l’entusiasmo di uno studente che si nutre delle discipline sapienziali, tradizionali e ontologiche. Superflua qualsiasi citazione di opere del passato o di grandi pensatori, si tratta di un quadro autentico, che nulla ripete, ed è dunque puro e utile alla storia.

paolo battaglia la terra borgese

Museo Civico d’Arte Contemporanea di Palazzo Giandalia, Sezione Pittura, Castronovo di Sicilia, maggio 2015



Paolo Battaglia La Terra Borgese 
critico

VANESSA PIA TURCO

La pittura di Vanessa Pia Turco è caratterizzata da una personalissima visione emotiva, straordinaria, quasi magica, per nulla convenzionale. Ella vede con occhio distaccato il tumultuoso regno delle passioni umane, che si succedono incessanti nelle segrete oscurità dell’inconscio, e che fanno vivere in una intima sospensione gli attori dei suoi racconti. Le protagoniste, figure eleganti ed estremamente femminili, si rivelano allo spettatore ammalianti, evanescenti, eteree, sembrano racchiuse in una bolla di silenzi, avvolte da un groviglio di pensieri palpitanti, lontane dal vertiginoso flusso della vita quotidiana. La ricerca pittorica di Vanessa Pia Turco è sicuramente onerosa, ma facilitata da una carica emotiva di forte impatto che traspare e che si rivela nella storia delle sue affascinanti protagoniste in un turbinio di sensazioni cromatiche esplicitate da fremiti di lirismo e il tutto narrato all’utente con estrema schiettezza e veridicità. L'atto creativo di Vanessa Pia Turco consiste nel trasferire sulla tela quell'essenza segreta e vibrante, quella intensa sensibilità che regna nel suo animo; e in sinergia con una acuta empatia emozionale per Lei diviene indispensabile concretizzare il suo “pensiero pittorico” con bellezza e autenticità. Al di là della padronanza tecnica, occorre sottolineare il senso della sua espressività che si colloca nell’area di un messaggio poetico, un messaggio d’amore che attraverso la natura e l’essere umano si compie in tono di universalità. Una pittura impregnata di emozioni e sensazioni, una pittura permeata da una esuberante forza comunicativa, che si rivela nitida in una stesura pittorica complessivamente dinamica, sicura, senza pause e ripensamenti, vestita di un attento linguaggio concreto, nel quadro di una notevole valenza cromatica. Non sfugge all’occhio attento del fruitore l’originalità e la sorprendente capacità compositiva che si basa di una talentuosa e spontanea attitudine narrativa. Insomma eleganza stilistica ed equilibrio formale si mescolano amabilmente in quest’artista che non ha altro fine che “esprimere se stessa” liberandosi da schemi e preconcetti, liberando il proprio istinto creativo in maniera disinvolta con grande padronanza e spaziando per ogni aspetto del reale.

paolo battaglia la terra borgese

Museo Civico d’Arte Contemporanea di Palazzo Giandalia, Sezione Pittura, Castronovo di Sicilia, maggio 2015




Paolo Battaglia La Terra Borgese
critico

Lidia Bobbone

opera: “Donne Madonne” – 2015, tecnica mista su tela, cm 100 x 70

Le composizioni di Lidia Bobbone, seppur concrete, o diversamente astratte, si fondano su “un rapporto di colori e linee indipendenti, che nascono dalla necessità interiore e vivono nella totalità del quadro”. È questo il linguaggio delle emozioni di Lidia, che è costituito dalle espressioni dei volti e la gestualità del corpo per descrivere le sensazioni e gli stati d’animo. Simbolo di una fertilità generatrice di vita, le larghe pennellate di Lidia Bobbone, nel parallelo della ricerca pittorica basata sul rapporto tra parola e immagine, rimandano ad Ernesto Treccani: armonie che offrono la parola al segno della sua mano. L'utopia, anche se non può essere raggiunta, vale come limite cui tendere. Questa è Lidia Bobbone. Dal suo realismo prestato alla interpretazione creativa, la morbidezza delle figure, le proporzioni poetiche, l'espressività lirica, il linguaggio di chi dipinge per comunicare, la caratterizzazione dei personaggi coerente, chiara e distinta con cognizione precisa e puntuale della storia dell’arte e delle sue allegorie. Rivela sulle tele tutta la sua capacità di equilibrio. È la buona pittrice, quella pittrice che sceglie quale intonazione dare al dipinto prima di iniziare un’opera, In altre opere dimostra di superare egregiamente le difficoltà tecniche di proporre una figura umana sul piano orizzontale e svela la perfetta conoscenza della prospettiva aerea, che si sovrappone alla prospettiva geometrica, porgendoci un ulteriore indizio di profondità. Gli oggetti lontani si avvicinano al colore dello sfondo e la loro tinta perde di intensità cromatica. Le tele, volutamente tela (bianca) simboleggiano la luce, senza la quale le ombre smetterebbero si essere.

paolo battaglia la terra borgese

Museo Civico d’Arte Contemporanea di Palazzo Giandalia, Sezione Pittura, Castronovo di Sicilia, maggio 2015



Paolo Battaglia La Terra Borgese
critico

Pietro Alessandro Trovato

È il segno di un percorso di ricerca interiore che arriva all’osservazione del bello che appare fuori, sono le immagini di Pietro Alessandro Trovato che scava dentro sé stesso, scopre un mondo migliore, di cose che sono più belle di prima, con nuove armonie, e che dipinge con una pittura antica.
Uno stile di intonazione classicistica con venature barocche, è quel barocco artistico ben rappresentato dalla corrente classicista tipica dei decenni a cavallo tra il 600 e il 700 del secondo millennio, e di cui fu grande esegeta il Gian Lorenzo Bernini. E, ancora, in una sorta di visionarismo iperrealista il nostro Pietro Trovato reinterpreta anche il Realismo Esistenziale della Milano tra la metà degli anni cinquanta e la fine degli anni sessanta. Seppur con tematiche e stili distanti dalle “occupazioni delle terre” e dalle lotte nel mondo, e dai grandi temi populisti, Pietro Alessandro Trovato si riferisce alla teoria dei possibili modi di essere dell’esserci, considerati astrattamente come puri a priori, e li tratta, al pari di Angelo Maynardi Araldi, con pronunce cromatiche ancora più antiche: quelle della stilleven fiamminga, del XV e XVI secolo.
Al di là della padronanza tecnica, occorre sottolineare il senso della sua espressività, che si colloca nell’area di un messaggio poetico, messaggio intimo, sensibile che si esprime in oggetti, mobili, accessori che rivelano la loro intrinseca natura di universalità.
I soggetti dipinti affascinano per le trasparenze, i riflessi, i contorni nitidi, per la precisione dei dettagli che provocano nell'osservatore la sensazione di osservare un mondo percepito con naturale espressione evocativa.

paolo battaglia la terra borgese


Museo Civico d’Arte Contemporanea di Palazzo Giandalia, Sezione Pittura, Castronovo di Sicilia, maggio 2015

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