Tre poesie di Katerina
Zoufalova, pubblicate su L’ombra delle parole, maggio 2016, da G. Linguaglossa:
”Io un giorno però, …, gli dissi che con questa
concezione ingenua dell’io e dell’oggetto fissi, uno di qua e l’altro di là,
non sarebbe stato possibile fare poesia veramente moderna, che non era affatto
detto che l’oggetto stia lì da sempre e che aspetti che l’«io» allunghi le
grinfie per prenderlo e inserirlo in una poesia, che questa era una concezione
tolemaica, aproblematica del rapporto tra noi e gli oggetti del mondo e che
seguendo tali presupposti filosofici non si poteva fare che poesia ingenua,
ingenua perché fondata sul presupposto che tra l’oggetto e l’«io» poetico c’è
solo la poesia che può colmare la distanza che intercorre tra di essi. E aggiunsi
anche che occorreva ripensare questo assioma a-problematico che lui invece
abbracciava ciecamente con il suo concetto di poesia…” (G. LINGUAGLOSSA).
Credo davvero che si debba ripensare a che cos’è
la parola creativa. Da noi, poeti lacustri, si parla di creatività pensando agli effetti di un sasso nello
stagno, ai sommovimenti che causano, agli imprevisti…; come ha scritto Novalis,
parlando di parole creative “- sono reti: tu getti la rete e qualcosa
prima o poi ci trovi.-”. La parola nuova, creativa, costruisce mondi
nuovi e conferisce carattere magico all’abusato linguaggio quotidiano. Rompe
continuamente gli schemi dell’esperienza, senza giungere all’infrazione fine a
se stessa: come il gioco e come il sogno il fantastico costruisce il mondo
fenomenico.
“ Un
sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla
superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi
effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del
pescatore. Oggetti che se ne stavano ciascuno per conto proprio, nella sua pace
o nel suo sonno, sono come chiamati in vita, obbligati a reagire, a entrare in
rapporto tra loro. Altri movimenti invisibili si propagano in profondità, in
tutte le direzioni, mentre il sasso precipita smovendo alghe, spaventando i
pesci, causando sempre nuove agitazioni molecolari. Quando poi tocca il fondo,
sommuove la fanghiglia, urta gli oggetti che vi giacevano dimenticati, alcuni
dei quali ora vengono dissepolti, altri ricoperti a turno di sabbia.
Innumerevoli eventi, o microeventi, si succedono in un tempo brevissimo. Forse
nemmeno ad aver tempo e voglia si potrebbero registrare tutti, senza
omissioni.” (G. Rodari, La grammatica della fantasia)
Con la poesia di Katerina Zoufalova, poetessa praghese
che vive a Roma, autrice di“Variazioni
/su temi femminili”, 1992, abbiamo un’esemplare dimostrazione di quanto il
critico G. Linguaglossa va affermando:- il tema del dolore , efficacemente espresso
con “la ferita piombata” che la parola mitiga, solleva, addolcisce, “cesserà di
far male”, il pianto “sale inutile sulla
guancia”, la preghiera che si reitera, consolante e disperante proprio nella
sua reiterazione, indipendentemente dall’oggetto o persona per cui si prega, il
paesaggio romano visto da una straniera “un’orfanella dei tempi e dei luoghi”,
una città che si sfalda, in un messaggio
omologante: “ va bene così”- . Sono temi consueti della poesia di ogni tempo
espressi con la forza espressionistica comunicativa del disincanto, molto
originale.
L’autrice
scrive utilizzando in modo esemplare la tecnica della scomposizione: lo spazio,
la pausa, il vuoto che lascia nel rifiuto dei nessi argomentativi, e lungi dall’essere un limite, sono un ulteriore
elemento comunicativo, un di più di significato che rendono la pagina altamente
metaforica. Quest’operazione, compiuta con ripetitiva insistenza raggiunge
un’interpretazione filosofica, scompone l’essenza del reale, rimandando ad immagini,
visioni e suggestioni altre, fantastiche
e allegoriche.
Cesserà di far male.
Più tardi sfiora il sorriso
la ferita piombata.
Quanto sale inutile sulla guancia.
Durante il racconto
pure il caso
suona banalmente.
*
Per non pensarvi, prego.
Per pensarvi, prego.
Per dimenticarvi, prego.
Per non dimenticarvi, prego.
Vi sogno, per non pensarvi.
Vi penso, per sognarvi.
Vi amo e mi pento.
D’avervi, non posso.
Vi desidero.
Vi ho vicino.
Non oso.
Ringrazio il Signore
che ci siete.
*
Per pensarvi, prego.
Per dimenticarvi, prego.
Per non dimenticarvi, prego.
Vi sogno, per non pensarvi.
Vi penso, per sognarvi.
Vi amo e mi pento.
D’avervi, non posso.
Vi desidero.
Vi ho vicino.
Non oso.
Ringrazio il Signore
che ci siete.
*
Nei piccoli cortili romani
spensieratamente gioca,
con le amarezze, il vento.
Non suggerire, tu,
orfanella dei tempi e dei luoghi
quando e dove,
mentre dai muri
si sbriciolano le parvenze
degli anni
uniti da un unico pensiero:
va bene così.
spensieratamente gioca,
con le amarezze, il vento.
Non suggerire, tu,
orfanella dei tempi e dei luoghi
quando e dove,
mentre dai muri
si sbriciolano le parvenze
degli anni
uniti da un unico pensiero:
va bene così.
Ottima scelta delle tre poesie di Katerina Zoufalova. Grazie per quel mio commento. e grazie a Katerina che è una poetessa a tutto tondo, la sua parola risuona fresca e chiara, direi virile, come scolpita nel marmo. Potrebbe essere presa a modello di scrittura per la laconicità dell'espressione, e la serietà delle cose che dice.
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