martedì 14 giugno 2016

N. PARDINI: LETTURA DI "VERTIGINE D'ASTRI" DI F. DARIO ROSSI





Francesco Dario Rossi: Vertigine d’astri. Tipografia Grafiche Rotomec. Chiavari. 2016. Pag. 226


La storia di questa raccolta di versi inediti inizia alcuni anni fa, quando Francesco Dario Rossi, durante un viaggio in Spagna, visita a Valencia l’Hemisfèric, parte di un più ampio complesso di monumenti urbani denominato “Città delle Arti e delle Scienze”, progettato nella sua città natale dall’architetto, ingegnere e scultore catalano Santiago Calatrava (1951 -). L’Hemisfèric, inaugurato nel 1998, racchiude sotto il suo guscio di cemento traslucido, lungo 110 metri, un globo fluttuante, che funge da cinema e da planetarios; la gigantesca palpebra incorpora un sistema di alette montate su steli centrali rotanti, che aperti rivelano l’interno della sfera…”
Questo l’incipit della prefazione al testo di Andrea Lavaggi. Una prefazione acuta e dettagliata che ci illumina a livello architettonico e poetico sull’opera di Francesco Dario Rossi. Si può dire, senza alcun timore di essere smentiti, che l’Autore, in questo generoso impegno epigrammatico, riesce a tradurre in versi liberi tra gli spazi architettonici di Santiago Calatrava ponti, stazioni, auditorium, gallerie pedonali, torri, edifici abitativi, ricorrendo a un linguismo di  autentico valore  estetico. Cosa non facile adattare versi a realizzazioni varie e articolate di tale levatura. Anche perché la poesia è soprattutto immaginazione, sentimento, repêchage; è realtà rimasta a decantare nell’animo e poi rovesciata sul foglio quando urge e detta. Ma qui non mancano di sicuro gli ingredienti di una poetica sana e di tali intendimenti, dacché le visioni, e le angolature delle grandi opere d’arte, una volta vissute, sono rimaste nell’intimità più profonda dell’Autore in attesa di essere riportate a vita.  I brani, testo a fronte con traduzione in spagnolo di Ana Rosalia Cordero Pérez e in inglese di Marina Fico, dànno già l’idea della monumentalità del libro. Si alternano illustrazioni di rara fattura a versi di urgente resa visiva. Il tutto in 228 pagine. Creatività e padronanza versificatoria fanno da piedistallo a questo “Poema” di notevole compattezza e organicità, dove spontaneità e corposità empatico-descrittiva fanno brillare la potenza del canto:

Immensa arpa mi appari

 Briglia d’Oro il tuo nome
remote armonie
luccicano di note sospese

Alto svetta il pilone
a penetrare le nubi
a ricercare l’azzurro

Un’architettura stilistica breve, fluente, secca, e apodittica;  un andare armonico e di eufonica misura che rende la lettura vicina e appetibile:

Bianco cetaceo che emerge
a respirare sull’acqua –
da fanoni e branchie sui fianchi
fiotti penetrati di luce

Odi riecheggiare le note
da strumenti vibranti di suoni

La mente si eleva in concerto

Valencia, Bilbao, Barcelona, Reggio Emilia, Venezia, Lisboa, Berlin, fino a Toronto, Buenos Aires.
Una vera escursione di monumenti accompagnata da un animo bambino capace sempre di emozionarsi e sorprendersi di fronte alla Bellezza:

Bianco e rosso cilindrico –
del Canada bandiera –
si sospende leggero
sul Bow River
a Calgary

Pedoni e ciclisti
attraversano il fiume
con la mente incantata
da riflessi di luce

Fluorescenza li avvolge
in un sogno di pace

dove: “la mente è rapita da questa improvvisa sensazione di infinito”, e dove l’anima vola in una VERTIGINE D’ASTRI.

Nazario Pardini





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