Francesca
Venivi
innanzi uscendo dalla notte
recavi fiori in mano
ora uscirai fuori da una folla confusa,
da un tumulto di parole intorno a te.
Io che ti avevo veduta fra le cose prime
mi adirai quando sentii dire il tuo nome
in luoghi volgari.
Avrei voluto che le onde fredde sulla mia mente fluttuassero
e che il mondo inaridisse come una foglia morta,
o vuota bacca di dente di leone, e fosse spazzato via,
per poterti ritrovare,
sola.
recavi fiori in mano
ora uscirai fuori da una folla confusa,
da un tumulto di parole intorno a te.
Io che ti avevo veduta fra le cose prime
mi adirai quando sentii dire il tuo nome
in luoghi volgari.
Avrei voluto che le onde fredde sulla mia mente fluttuassero
e che il mondo inaridisse come una foglia morta,
o vuota bacca di dente di leone, e fosse spazzato via,
per poterti ritrovare,
sola.
Ezra Pound ha sempre amato indugiare nei giochi di pazienza del montaggio. Le piaceva ordinare pezzo per pezzo i dispersi frammenti in liriche simili a collage e "Francesca" non fa eccezione. La tecnica del mosaico è presente, anche se in modo meno marcato.
RispondiEliminaBasta pensare ai versi:"Avrei voluto che le onde fredde nella mia mente fluttuassero / e che il mondo inaridisse come una foglia morta / o vuota bocca di dente di leone... " Non si riscontra la volontà di enumerare tipica degli indios, nè la proposta di varietà che caratterizzò autori come Neruda e Lorca.
V'è la ricerca di un ordine che risulti nuovo, originale all'orecchio dell'ascoltatore. Pound si può senz'altro definire inventore di un seme poetico rivoluzionario...
Maria Rizzi
Errata corrige: 'gli piaceva'...
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