L’attenzione
era fissa su un particolare,
un
gesto della mano, un mutare di voce,
su
quell’odore di matita temperata.
L’universo
del bene e del male era tutto lì,
in un tempo
bianco,
ove si
cresceva silenziosi senza saperlo.
Eppure
una sensibilità timida e interiore,
conduceva,
misteriosamente.
Oggi,
che so molto di più,
è
ancora lei a guidarmi,
nel
vasto, complesso, doloroso divenire.
Silvia
Venuti
Un ritrovamento felice la poesia di Silvia Venuti: lampi metonimici, sineddoche e sinestesie, uso di metafore inquietanti eppur rasserenanti nel richiamo alla quotidianità: una capacità di comunicazione e di sensibilità poetica fuori dal comune.
RispondiEliminaEd eccoli potenti: l’odore di matita temperata, il tempo bianco: la vita, la crescita adolescenziale, le scelte silenziose “senza saperlo”, un universo del bene e del male; è la poesia che nasce e che conduce in silenzio, timida e interiore, nel doloroso divenire di ogni mistero di vita, eppur forte nella sue scelte, consapevoli e duttili. Sublimata.
E poi si parla di intimismo. Il ripiegarsi dentro se stessi è un conto, ciò che si prospetta in questa poesia è tutt'altra cosa: qui, si parla di una guida - quella stessa che ci faceva crescere "silenziosi senza saperlo"; quella, sempre presente, nel pur "doloroso divenire".
RispondiElimina"Una sensibilità timida e interiore" che proviene direttamente dal mistero della vita, da quello sconfinato "universo del bene e del male" che - come una madre premurosa - ci protegge (anche quando sembrerebbe avversarci).
Mi complimento vivamente con Silvia Venuti,
Sandro Angelucci
Gentile Sandro Angelucci,
RispondiEliminaDesidero ringraziarla per il sincero apprezzamento riservato alla mia poesia L’attenzione era fissa e per l’acuta riflessione sull’aspetto spirituale che è suggerito, appena, in un contesto di quotidiana concretezza. E’ proprio questa sottile tensione dell’anima a connotare tutto il mio scrivere e Lei ha saputo coglierla. Grazie!
Con i più cari auguri di ogni bene.
Silvia Venuti