Preghiera al Padre
Vorrei essere mite, come i paesaggi
d’acque
che consapevolmente hai tanto amato.
Vorrei essere forte come il fuoco
dell’officina,
quotidiana fatica col quale hai
convissuto.
Vorrei essere generosa come gli inverni
di neve,
di silenzi laboriosi che per
te gioivano.
Vorrei essere silenziosa senza
impoverirmi di parole
di cui come te sono ingorda e innamorata.
Vorrei salvare la
compassione, di cui sei stato maestro,
senza stolte inutili false indulgenze.
Vorrei amare, fare voti come se ci
fossero dèi,
risposte certe,
sogni ingenui come i tuoi.
Vorrei avere una casa, una chiave tutta
nostra
e te qui con me per riempirla di felice
senso.
Vorrei sognarti, padre, sereno come
quando
mattiniero andavi ad erpicare, in
solitudine…
Vorrei rivederti, padre, felice, in un
giardino a primavera,
scialo inutile immotivato di luci e di
colori.
Vorrei essere terra in attesa, acqua che
scroscia,
vento carezzevole e bizzarro, indelebile
carezza.
Vorrei perdonarti, Padre, che troppo
presto ho perduto,
del non accordato permesso di andartene.
Mi sento vela sbandata e cerco
inutilmente il mare,
esausta pellegrina senza spiaggia né
approdo.
Ti penso guardando le eterne onde che
vanno e vengono
stanche e gioconde, illuse di qualche
senso di vita. (Maria Grazia Ferraris).
Maria Grazia Ferraris vive a
Gavirate; ha insegnato Letteratura italiana e storia nelle scuole medie
superiori, si occupa di critica letteraria ed in particolare studia il
contributo della scrittura femminile del Novecento. Ha studiato l’opera di G.
Rodari giornalista, scrittore e poeta, l’altro Rodari, intervenendo con più
contributi nel volume Ricordar Rodari, curato dagli Amici di
Fignano di Gavirate, ed. Macchione, 06 e con la pubblicazione del saggio G.
Rodari: un fantastico uomo di lago, nel 2010 (studi a
trent’anni dalla morte), (premio Giuria, VIA FRANCIGENA, 2011).
Ha curato nel
2009 l’antologica “Omaggio al nostro territorio, ai suoi personaggi, alla
sua storia”, ha pubblicato la prima raccolta di poesie Di
Acque e di Terra nel 2009, (premio Città di Recco, 2011, CAPIT
Roma, 2011, Priamar Savona, 2011), il volume di racconti Lettere
mai spedite, ed. Montedit ( finalista premio Prévert 2010)
. Dieci personaggi femminili del
passato e del presente che spiegano in prima persona la vita delle donne:
quelle potenti eppur tragiche del passato (Clitennestra, Zenobia di
Palmira…), quelle quotidiane eppur tormentate nella loro complessità umana che
vivono il presente (Amelia Rosselli, Sylvia Plath, Alda Merini…).
Raccontano i
sentimenti più ampi, più umani e anche dolorosi (amore, dedizione, passione,
ironia, malinconia, fragilità, solitudine, generosità, disperazione…)
che
accompagnano sempre la vita delle donne ed il loro sguardo plurale,disincantato
sul mondo.
- La
copertina rappresenta un dipinto di A. Modigliani- Donna con ventaglio-
è stato scelto perché a mio parere, questa donna- non bella, non giovane,
non alla moda- comune - è nondimeno bellissima, affascinante ed elegante,
intrigante: una donna vera, soltanto donna.
- L’edizione
è quella culturale del Porticciolo, presso la litografia Conti –SP,
(Associaz. culturale Il Porticciolo, via Via del Canaletto 146 – 19126 La
Spezia, la rivista della dott. Gambini, che ne è la direttrice, e che si è
prestata alla stampa).
Ne ho fatto
stampare poche copie, a mie spese. Parte le ho regalate, una parte
le ho vendute quando ho presentato i racconti nelle associazioni culturali
varesine.
Per chi
volesse contattarmi: ferraris.libri@gmail.com
Al solito la misura del verso e la profondità dei sentimenti contraddistinguono l'alto spessore della poesia di Maria Grazia Ferraris. I miei più sinceri complimenti.
RispondiEliminaProf. Angelo Bozzi
Che intensa poesia!!! Non è facie fare dei propri sentimenti un messaggio universale.
RispondiEliminaElisa
Trovo accattivante questa forma poetica mitico-discorsiva, basata sull'ipèrmetro e su di un fonetismo popolare, quasi primordiale, dimenticato. Una forma indubbiamente allineata con i contenuti che esaltano, oltre alla mitezza acquatica del luogo natale, la sapienza nativa ed ancestrale di un padre operoso e generoso, prematuramente scomparso, punto di riferimento costante nella vita della poetessa, sbattuta dal maremoto girovago di onde "stanche e gioconde, illuse di qualche senso di vita".
RispondiEliminaFranco Campegiani