Maria Rizzi, collaboratrice di Lèucade |
Anna Vincitorio: Bambini. Blu di Prussia Editrice. Monte Castello di Vibio (PG). 2016. Pg. 40. Euro 8,00 |
BAMBINI
Mi trovo a leggere la plaquette “Bambini” di
Anna Vincitorio e le poderose note critiche di Nazario e di Sandro, distanti da
ogni luogo comune, intinte nel sangue, nella pietas, nella vergogna, proprio il
giorno dopo l’episodio avvenuto in Turchia: un bimbo tra i dodici e i quattordici
anni è stato usato come kamikaze per uccidersi e fare strage di tante persone,
tra cui numerosi suoi coetanei. Giocava, come tutti i bimbi del mondo, forse
ignaro di portare alla vita una cintura di morte, forse innocentemente
consapevole, volendo attenersi alle parole di Korotaev: ‘costruiremo
cittadini più puri e più morali’. Partendo da
questa introduzione, attinta da un reportage, Anna ci rende edotti sullo
strazio della beffa. Un bimbo perde purezza e
umanità, mentre un comandante folle e immorale
come altri, asserisce che il soldato vero va formato così. L’Autrice in questa
esegesi sui bambini senza fanciullezza, senza il diritto di crescere, narra in
versi di rara, magnifica capacità espressiva, le vicende dei ‘bimbi
invisibili’- “ - Il mistero accompagna / la vita e la morte / di colonne di
bimbi / scomparse nel silenzio” – versi tratti dalla poesia “Bambini
invisibili”. In Africa e in altre nazioni i bimbi muoiono di fame, di malattie,
ma esiste anche il terribile dato di fatto che vengono venduti e nessuna
scomparsa sarà mai rivendicata dalle Ambasciate o dalle Unità di crisi dei
paesi di appartenenza. Non esistono già prima di nascere. L’Autrice sottolinea
anche lo scempio della pedofilia –
“Mani di uomo / marchiano la loro giovinezza” –
versi tratti da “I ragazzi dello zoo di Roma” - , dell’individuo che non
diventa lupo per l’uomo, ma lupo per l’innocenza, per l’incapacità di
difendersi. Quale abbrutimento può rendere l’essere umano capace di violare i bambini?
Me lo chiedo spesso, ma leggendo questi versi nudi, lucidi, forti, ho
riflettuto con spirito nuovo e con un violento senso di colpa. Cosa facciamo di
concreto per fermare queste storie che avvengono ovunque, anche nelle nostre
strade, nei giardini, nei palazzi vicini? Ci limitiamo a continuare a svolgere
le cose di sempre e a spegnere la televisione. “L’omertà tribale occulta il
tutto”- versi tratti dalla poesia “Cronaca”, versi in cui temo occorra porre
l’accento sul termine ‘tribale’… Un urlo di rabbia, uno schiaffo sul viso di
ognuno, quelli di Anna. Siamo ridotti a una compassione sterile, di comodo,
venduta al mercato del falso soffrire.
In realtà ci comportiamo da voyeur senza
rispetto, osserviamo le scene in televisione, leggiamo i giornali e, dopo le
frasi di rito, scandalizzate, abbassiamo il sipario. I mass media sono senza
rispetto, noi senza dignità, tristi protagonisti di questa farsa. I bambini
vengono usati, violati, venduti, perché la pietà autentica è al saldo. Si
esaurisce in espressioni stereotipate.
Io chiedo scusa a ogni anima innocente per la
mia adesione al branco. Non stata mai ‘luce per l’incessante fischio di questo
treno’. E mai sarò salva.
Anna, mi ha coinvolto e travolto in una pena
universale e personale. La sua plaquette è devastante e tanto coraggiosa da
indurre le anime dei lettori a tremare e le loro coscienze a recitare il mea
culpa.
Maria Rizzi
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