Una
poesia dolce, esistenziale, intima, nutrita di un panismo di alta configurazione
visiva, questa di Luigi Gasparroni. Il verso
corre limpido e armonico nel
ritrattare le intrusioni emotive; nel dare corpo agli input emozionali che
caratterizzano la silloge:
Tramonto
(…)
Immote
parole
sulle
chiuse labbra
come
tra noi gelida muraglia.
Campotosto
Lieti
salimmo
tra
gli olmi verdi sussurranti
parole
che non udisti.
(…)
Ritorno
(…)
Torniamo
dopo il lungo viaggio
su
queste strade amiche
fatti
uomini senza più amore.
Qui
sarà la nostra prigione dorata
la
nostra fine.
(…)
Salgono
i giorni
Salgono
i giorni
come
lunghe onde verso eterne vie,
memoria
d’infanzia s’accende
e
di antichi giochi.
(…)
Memorie,
eros, thanatos, sogno, realtà, immaginazione, diluiti in un linguaggio semplice
e di empatico apporto, fanno di questo “Poema” una narrazione vicina alla corde
di ognuno di noi. Sinestesie, giochi di simbolico effetto, metafore dagli
infiniti sguardi, dànno una grande energia ad un lirismo di
affascinante resa poetica. Ma è il gioco delle immagini, la collaborazione di
una natura, viva e disponibile, a rendere il messaggio del poeta oggettivo e
universale, spesso connotato dal
travaglio di esistere; dalla precarietà del nostro esser-ci.
(…)
Altra
voce oscura mi chiama:
nel
fondo della via
ho
abbandonato tutte le sconfitte,
non
ditemi di restare.
Ogni
giorno è come un vagone
d’un
logoro convoglio che s’appresta
all’ultima
stazione (L’ultima stazione).
Nazario Pardini
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