FRANCA
OLIVO FUSCO: AFFINITA’ POETICHE. BastogiLibri.
Padova. 2016. € 18,00
Franca
Olivo Fusco si cimenta qui in un’impresa di plurale valenza. Un’Antologia di
alto profilo culturale: tanti poeti, grandi nomi, una profonda rielaborazione
del panorama letterario, visto da un occhio aduso alla scrittura, alla poesia,
alla critica; alla commisurazione di voci che tanto hanno dato e su cui tanto
ancora c’è da scrivere. Non di certo la solita antologia come tante se ne trovano
in commercio o prodotte dai vari premi letterari; semplici elenchi di nomi
senza alcun criterio speculativo. Qui è diverso. Ci si trova davanti ad un
lavoro di acume critico; di impegno analitico. Un vero, ampio, e acuto saggio
comparativo di filologico interesse, di ricerca, in cui di ogni poeta vengono
elaborate una sintetica biobibliografia e a seguire una serie di composizioni
fra le più note e più vicine alla sensibilità della scrittrice atte a
dimostrare certe affinità poetiche con quelle di altri autori italiani e
stranieri; un esercizio di letterature comparate:
fra
Federico Almansi e Saba; fra Leopardi, Govoni… e Bassani; Dario Bellezza e
Pasolini; tra Bertolucci D’Annunzio, e
Govoni; [… ] tra Quasimodo e Parini,
Pascoli, Maria Luisa Spaziani; […]. Insomma un gioiello di saggezza e conoscenza
ma soprattutto di esperienza estetica e di applicazione metodologica. Un libro
da inserire in bella vista nelle biblioteche per gli amanti della poesia, e non
solo, e da utilizzare nelle scuole, per
sollecitare gli alunni allo spirito critico, al gusto poetico, e all’apprendimento
di un metodo analitico comparativo. Afferma
la scrittrice nella sua Nota incipitaria:
“Questo
verso l’ho già letto”. Quante volte mi è
capitato di fare questa considerazione…
Così, semplicemente, molto tempo fa è iniziata la mia ricerca sulle
affinità poetiche: con una
sottolineatura, rigorosamente a penna, un appunto a fondo pagina, una piegatura
sull’angolo superiore. Gli innumerevoli libri della mia biblioteca, che si è
andata ingrandendo di anno in anno, non hanno certo dormito, incipriati dalla polvere.
Anzi, hanno fatto un bel po’ di movimento per dare spazio ai nuovi arrivati.
Tutti – i più recenti in forma minore – portano i segni di un vissuto. Qualcuno
si è staccato dalla copertina, tanto l’ho maneggiato. Nel corso della mia
ricerca li ho letti e riletti e quasi tutti mi sono stati utili (l’importanza
di in vestire in cultura!)…..”. Affinità
poetiche, il titolo. (Questo verso
l’ho già letto, il sottotitolo). Sarebbe veramente lungo elencare tutti i
nomi coinvolti in questo confronto, ne possiamo citare alcuni per darvi l’idea
della peculiarità di questa opera diluita in ben 256 pagine: Arrigo Boito, Dino Campana, Giorgio Caproni,
Giosuè Carducci, Gabriele D’Annunzio, Grazia Deledda, Luciano Erba, Guido
Gozzano, Primo Levi, Mario Luzi, Eugenio Montale, Aldo Palazzeschi, Giovanni
Pascoli, Pier Paolo Pasolini, Alessandro Quasimodo, Paolo Ruffilli, Andrea
Zanzotto… E per comparazioni: Alfieri, Dante, Baudelaire, Bigongiari, Cernuda
Luis, Cocteau Jean, Coleridge,
Dickinson, Eliot, Goethe, Gourmont, Villon, Wojtyla, Verlaine…
Avevo
già avuto occasione di scrivere a proposito di una sua silloge e mi piace riportare
un breve passaggio dell’intervento, anche per dare una visione più ampia sulla
valenza della sua scrittura. “I tre nomi
della vita: vita, morte, amore. E quali potrebbero
essere gli ingredienti di maggiore resa poetica, e, al contempo, di maggior
intensità esistenziale, di maggior riflessione emotivo-speculativa. “La morte e
la vita hanno lo stesso sapore – afferma un poeta contemporaneo - si innestano
fra loro fino a compensarsi, fino ad acquisire un senso che non esisterebbe
senza l’apporto dell’una e dell’altra”. Plaquette generosa, densa, zeppa di
motivazioni umane, i cui versi, con energica e simbiotica fusione fra dire e
sentire, si espandono oltre le ristrettezze della vicenda umana. La poetessa,
partendo dalle considerazioni sulla fugacità e irreversibilità del tempo, sulla
precarietà dell’ora e del giorno, si abbandona a struggimenti di vera liricità.
D’altronde è cosciente della sua sorte, ma per questo ama come una cosa sacra
il breve soggiorno che le è toccato:
Sono attaccata
alla vita
come l’avaro
al denaro (Voglio vivere)
(…)”.
Con
ciò voglio chiudere, sperando di aver dato un quadro abbastanza esauriente,
anche se non completo, della attività critico-letteraria di Franca Olivo Fusco;
di un testo che consiglio onestamente di
consultare.
Nazario Pardini
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