venerdì 27 gennaio 2017

SALVATORE CANGIANI: "LA VELA"






DAL CERCHIO INTORNO AL BUIO



LA VELA

Incastonato
alla torva corrente fluitavo
sotto ponti di stelle tra i riflessi
di città capovolte
frugando la preghiera dei canneti
lungo rive di sonno
dove spegneva i suoi pallidi lampi
il passo della luna.

In lontananza
intravidi la vela inafferrabile
col suo bianco messaggio sfilacciato
dai venti della notte.
Ricordai
di non essere atteso
nel fermo girotondo delle assenze
dove l’urlo si strozza
e del naufragio
stanche memorie scendono alla foce.

1 commento:

  1. Splendida lirica allegorica, nella quale il poeta non insiste sui quadri figurativi, nonostante la tendenza all'immaginifico. Il lirismo non soffoca la vita, la lascia librare nel tempo dell'attesa, in quel lampo che è essenza esistenziale... La morte è sentita da salvatore Cangiani come ritorno alla 'foce', che potrebbe identificarsi con il ventre materno.. Si tratta di una reimmersione nel ciclo perenne di morte e di rinascita. Non si tratta di una lirica descrittiva e rivela un atteggiamento di acuta osservazione e di religioso rispetto verso i fenomeni naturali. La nave dell'Autore, ai miei umili occhi, si presenta come tutti i mascheroni degli antichi velieri e, con la sua malinconica bellezza, s'identifica in ogni ritorno.
    Poesia originale, di squisita fattura!
    Maria Rizzi

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