giovedì 28 giugno 2018

FRANCO CAMPEFGIANI: "II PARTE INTERVISTA" DI DANIELA DI IORIO



Franco Campegiani,
collaboratore di Lèucade

Ecco la seconda intervista, dedicata al secondo capitolo di Ribaltamenti. Ne seguiranno altre, una per capitolo.

Ribaltamenti. Intervista/2 al pensatore Franco Campegiani
di Daniela Di Iorio

Pubblichiamo qui la seconda parte dell’ intervista al poeta filosofo Franco Campegiani, autore del saggio Ribaltamenti, che ha vinto il Primo Premio nel concorso patrocinato dalla Dante Alighieri.   Qui si vuole approfondire il tema trattato nel capitolo dal titolo “Irrazionale e Caos”.


        Copertina Ribaltamenti


Cosa significa che la realtà è irrazionale? E qual è la differenza fra l’irrazionale puro, o l’irrazionale in sé,  e l’irrazionale proprio dell’essere umano?

“Il reale è irrazionale” asserisce il filosofo Bruno Fabi nella sua opera fondamentale, Il Tutto e il Nulla, (Fratelli Bocca 1952, ristampato da Anemone Purpurea 2006). L’assioma, che capovolge il noto postulato hegeliano, merita un approfondimento. Se per “realtà” intendiamo il campo della realtà sociale e storica del genere umano (ed è così, ritengo, la intendesse il grande filosofo marchigiano), l’irrazionale sta a significare l’insensatezza che vige nelle relazioni umane, a dispetto della tanto sbandierata ragione. Se invece con il termine “realtà” volessimo intendere il campo ben più vasto della realtà extraumana, sempre misteriosa e sfuggente, allora irrazionale sta a significare, non più il caos generato dalla ragione umana, ma l’ordine intelligente e imperscrutabile che dall’interno governa gli eventi del creato e in tal caso irrazionale equivale a sovrarazionale. Il ribaltamento in conclusione è questo: la follia appare nel teatro della ragione, mentre la saggezza proviene dalle quinte del mistero. Non sempre, tuttavia, la ragione è malata e non sempre è saggio ciò che affiora dall’inconscio. La ragionevolezza e il buon senso nascono dalla relazione autocritica e dal confronto duale tra ragione e mistero.


C’è distinzione tra Causalità e Casualità?

Da quanto detto sopra si evince che Ragione e Caos si equivalgono. Sono entrambi figli del libero arbitrio e, come tali, entrambi capricciosi ed arbitrari. L’Ordine causale, in quanto razionalistico, prelude al Disordine, mentre il vero Ordine sovrarazionale è imprevedibile e non ha alcunché di razionalistico o causale. La vita è piena di significato e di senso, ma noi scopriamo i significati e i sensi della vita solo quando rinunciamo ad afferrarli per vie razionali.


 Lei sostiene apertamente che Necessità e Libertà sono la stessa cosa. Può spiegare succintamente e con chiarezza l’assunto?

Un conto è la libertà, un altro è il libero arbitrio. Quest’ultimo non è garanzia di libertà, proprio perché può andare in qualsiasi direzione. Può andare infatti verso la libertà, ma anche in direzione contraria. Se e quando l’uomo sceglie la libertà, sceglie ciò che gli è necessario, ciò che deve assolutamente seguire per essere se stesso. Gli è tuttavia consentito di andare anche in direzione contraria, decidendo di non seguire la propria necessità, quindi scegliendo liberamente di non essere libero. Un problema può sorgere a proposito della natura. Si dice infatti che i tre regni non sono liberi in quanto privi del libero arbitrio e soggetti a leggi assolutamente necessarie. A ben guardare, tuttavia, la necessità che vige in natura non è una costrizione, giacché si è costretti solo in presenza di volontà contraria. Non esistendo alcuna volontà contraria, quindi nessuna costrizione, la necessità che guida la natura deve considerarsi libertà allo stato puro. Essere liberi significa essere se stessi. Si può forse dubitare che un animale lo sia, o che lo sia un vegetale, o un minerale? Loro sono liberi perché sono selvaggi e padroni di se stessi. Noi non possiamo esserlo, perché la cultura, la ragione e il libero arbitrio ci condizionano e ci rendono decadenti.

C’è dunque una sapienza innata in ogni creatura vivente? C’ è un programma metafisico a monte dell’esistenza? Che cosa pensa dell’Evoluzionismo e del Creazionismo?

 Io penso che ogni essere viene a questo mondo semplicemente perché lo vuole. Se così non fosse, ci troveremmo in presenza di un sopruso, di una intollerabile e clamorosa prevaricazione, mentre a mio parere equilibrio e rispetto sono il vero fondamento dell’intera vita universale. Credo che ogni essere, così come ogni specie vivente, venga alla vita con un programma da svolgere liberamente scelto e che soltanto all’uomo sia consentito di andare contro programmazione (il che gli occorre per tornare nel proprio programma, allineato con se stesso con maggiore determinazione). Né Creazionismo, né Evoluzionismo, pertanto, pur condividendo di entrambi alcuni assunti fondamentali, bensì un Auto-creazionismo che non esclude certo l’esistenza di una mente divina sovrana, garante della straordinaria democrazia vigente nel creato intero. Ogni essere è l’indiscusso padrone di se stesso, libero di venire a questo mondo se e quando lo ritiene opportuno. Ovviamente, nel farlo, sceglie lui stesso le condizioni più favorevoli per la propria incarnazione, approfittando della storia evolutiva del pianeta destinato ad ospitarlo. Gli esseri – è ovvio – nascono gli uni dagli altri, ma colui che genera fisicamente non è che uno strumento  nelle mani dell’intelligenza che preme per venire al mondo.


Nessun commento:

Posta un commento