domenica 10 giugno 2018

SANDRO ANGELUCCI LEGGE: "LE MANI HANNO DIVELTO LE PIETRE" DI F. CASUSCELLI



Sandro Angelucci,
collaboratore di Lèucade

Bellissima poesia. Leggo, leggo tanti testi e difficilmente trovo immagini e pensieri che riportano e riconducono alla natura ed all’uomo non ancora dalla stessa irreparabilmente separato.
Qui Casuscelli esplora la terra per rinvenirvi il “ciclo della vita”, per custodire nel DNA “l’esperienza di aver vissuto d’amore per amare”.
Quale insegnamento è più importante di questo?
E quelle mani che “hanno divelto le pietre / denudando il fianco della terra”, quelle mani che “hanno scavato tra le zolle un solco / e seminato un seme al riparo dall’inverno”; quelle mani grezze, incallite, lo sanno quanto dolore costi alla vita dare “pane e vino della terra”.
Oggi le mani sono lisce e delicate ma un pugno lo sferrano sul volto per far male, non per vincere la naturale, santa resistenza di un terreno che si oppone perché la forza cresca e il fiore e il frutto siano più profumati e succosi, e possano “raggiungere la luce e proseguire / verso il cielo”.
“Verranno nuove mani e nuovi occhi / in questo fertile campo” irrorato dalla rugiada della poesia.

Sandro Angelucci


Francesco Casuscelli,
collaboratore di Lèucade








Le mani hanno divelto le pietre
denudando il fianco della terra
offrendolo al filo tagliente del vomere
hanno scavato tra le zolle un solco
e seminato un seme al riparo dall’inverno
L'uligine indebolirà il tegumento
s’apriranno le cotiledoni al tenero germoglio
vincerà la terra perforandola
per raggiungere la luce e proseguire
verso il cielo, senza risparmio
emetterà le foglie e porterà fiori alla primavera
scorrerà nutrimento dalla pioggia alle radici
si piegherà cantando nella furia del vento
accenderà nel giorno la fotosintesi
ascolterà la luna e gli influssi celesti
sveglierà l’allodola alle luci dell’alba
le api conosceranno la sua feconda dolcezza
nutrirà le creature con i frutti del sole
e si darà nuovo seme alla terra
nel ciclo della vita e delle stagioni
per custodire nel suo DNA l’esperienza
di aver vissuto d’amore per amare
Verranno nuove mani e nuovi occhi
in questo fertile campo
per seminare mietere e vendemmiare
a portare sulla tavola il pane e il vino della terra
ad unire gli uomini e celebrare
la verticalità dell’anima

Francesco Casuscelli





6 commenti:

  1. Trovo in questa bella poesia di Casuscelli una grande maturità atistica unita ad un alto sentire. I versi di questo poeta hanno sempre la delicatezza dei sentimenti più belli, ma questa volta il tema, di respiro universale raggiunge il lettore con più partecipazione. La grande ricchezza semantica, attenta e ricercata, porta ai versi una plasticità di sapore classico, quasi una tenerezza virgiliana. Complimenti!
    Edda Conte.

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  2. Dal tempo passato a “semina(re) un seme al riparo dall’inverno” al tempo che sarà -futuro- in una cascata di versi che svelano un susseguirsi incalzante di avvenimenti naturali sequenziali. Bellezza che riesce a togliere il respiro.
    Eventi certi, nel poetico sentire di Francesco Casuscelli : “l’uligine indebolirà il tegumento/ s’apriranno le cotiledoni (…) vincerà la terra (…) porterà fiori (…) scorrerà nutrimento (…) ascolterà la luna (…) sveglierà l’allodola... solo per citarne alcuni. Eventi che si ripeteranno ciclicamente in virtù della splendida dichiarazione (mirabilmente sottolineata da Angelucci nel commento): “ (…) l’esperienza/ d’aver vissuto d’amore per amare”. Questo il nucleo necessario a nuove continue rinascite, questo il premio che natura concede a chi saprà avere in sé “nuove mani e nuovi occhi (…)” per gettare un seme e coglierne la bontà dei frutti.
    Sì, bellissima poesia caro Francesco.

    Annalisa Rodeghiero

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  3. Poesia bellissima nella forma ché nel contenuto. La definirei ruspante, agreste, appunto per il tema trattato. Francesco riesce a traslare la seguenza delle fasi naturali della terra in un canto universale, in un inno partecipe e caldo. In questi versi l'autore mette in risalto l'operato silenzioso e quasi impercettibile della natura/terra per donarci poi (quale madre) fiori e frutti; ma perchè ciò avvenga ha necessità dell'amore incondizionato dell'uomo, delle sue mani per divellere le pietre, per tenere quelle mani salde sull'aratro perchè incida a fondo sull'humus. (sincretismo affettivo -uomo/terra-) E Francesco rende palese,in questi versi, il suo amore viscerale per la natura in senso lato invitandoci al rispetto dovutogli non fosse altro per tutto quello che essa ci dona. Pasqualino Cinnirella

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  4. Un vero e proprio canto biblico, fortemente ispirato, questo di Francesco Casuscelli. Una celebrazione della vita e della potenza del seme (di ogni seme) che, posto da mani devote tra le protettive e materne zolle, "emetterà le foglie e porterà fiori alla primavera", fino a dare "nuovo seme alla terra / nel ciclo della vita e delle stagioni / per custodire nel suo DNA l’esperienza / di
    aver vissuto d’amore per amare". Canto che nasce dal mistero intelligente della vita, stupito del miracolo che si tramanda nei secoli da tempi immemorabili e che i veri poeti, come Sandro (ma direi meglio come i veri uomini) sanno cogliere.
    Franco Campegiani

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  5. Va da se, un sincero ed ammirevole pensiero al mio amico Sandro che nel breve scritto ha saputo cogliere il -nuce- poetico di Francesco su un versante tutto personale. Complimenti Sandro in uno all'augurio di ogni bene specie in salute. Pasqualino Cinnirella

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  6. Grazie a Sandro per la bella introduzione, a Nazario per l'ospitalità e a Edda, Annalisa, Pasqualino e Franco per aver aggiunto profondità all'eco del mio canto poetico. Essere qui su Leucade è sempre arricchente ed emozionante

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