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| Serenella Menichetti, collaboratrice di Lèucade |
NON SONO PIU' TORNATA
Spine.
Vetri appuntiti. Chiodi.
Camminano sul diaframma dell’anima senza ritegno.
-Te lo ricordi il petalo della prima rosa bianca,
sbocciata al quinto piano, poi strappata dal vento? -
Spine. Vetri appuntiti. Chiodi. Continuano a correre
come fossero sull’asfalto di quella strada di periferia.
Camminano sul diaframma dell’anima senza ritegno.
-Te lo ricordi il petalo della prima rosa bianca,
sbocciata al quinto piano, poi strappata dal vento? -
Spine. Vetri appuntiti. Chiodi. Continuano a correre
come fossero sull’asfalto di quella strada di periferia.
Volano
alto i petali, candide gioiose farfalle.
Le guardi incantata sfiorare il cielo.
-Chissà se qualcuna si poserà sulla punta del campanile-
Ti chiedi. Poi ti ricordi della minestra di verdura
che bolle follemente sul gas che avresti dovuto abbassare.
Indifferente alla pianta, spoglia di loro. Ammiri il volo
ancora per un attimo.
Le guardi incantata sfiorare il cielo.
-Chissà se qualcuna si poserà sulla punta del campanile-
Ti chiedi. Poi ti ricordi della minestra di verdura
che bolle follemente sul gas che avresti dovuto abbassare.
Indifferente alla pianta, spoglia di loro. Ammiri il volo
ancora per un attimo.
“Cuocere
lentamente”eppure la ricetta te l’aveva gridato.
Con la mano lentamente ruoti l’interruttore fino al minimo.
Il brodo si placa. le verdure fermano il loro ballo satanico.
-No, non è stata affatto lieve la tua vita-
Con la mano lentamente ruoti l’interruttore fino al minimo.
Il brodo si placa. le verdure fermano il loro ballo satanico.
-No, non è stata affatto lieve la tua vita-
Affacciata
alla terrazza conquistata, per la prima volta gusti
il sapore della leggerezza: zucchero filato.
Osservo le tue ali spuntare, i tuoi occhi risplendere.
Ascolto la risata dei tuoi sogni che giocano a nascondino.
il sapore della leggerezza: zucchero filato.
Osservo le tue ali spuntare, i tuoi occhi risplendere.
Ascolto la risata dei tuoi sogni che giocano a nascondino.
Ancora
spine. Vetri appuntiti. Chiodi.
Li trovi ovunque. Passeggiano tranquillamente, indisturbati.
Non si può fare niente, sono peggio delle zanzare.
Pungono la vita, feriscono i piedi dell’anima. Stracciano i sogni.
Li trovi ovunque. Passeggiano tranquillamente, indisturbati.
Non si può fare niente, sono peggio delle zanzare.
Pungono la vita, feriscono i piedi dell’anima. Stracciano i sogni.
No,non
sono più tornata al quinto piano. Non ce l’ho fatta.
Mi avrebbero disturbato tutti quei brandelli di sogni
sparsi ovunque. Attaccati alla ringhiera.
Nascosti tra i cuscini dei divani.
Penzoloni, sui lampadari polverosi.
Preferisco starmene nella mia stanza e ricordarti
con il mare negli occhi.
Mi avrebbero disturbato tutti quei brandelli di sogni
sparsi ovunque. Attaccati alla ringhiera.
Nascosti tra i cuscini dei divani.
Penzoloni, sui lampadari polverosi.
Preferisco starmene nella mia stanza e ricordarti
con il mare negli occhi.
Serenella incanta con la semplicità delle parole. Una semplicità apparente perchè dentro c'è tutto un universo di vissuto, di emozioni. Spine, chiodi, vetri appuntiti. Dolore. Un dolore che non si placa, ritorna anche nei gesti quotidiani, nel brodo che cuoce, nei petali volati via. Difficile tornare dove si è conosciuta la felicità, dove si è incontrato il sogno, dove tutto si è perduto. Meglio ricordare nel silenzio della nostra poesia, del sentimento, col mare negli occhi. Serenella non sono una brava recensionista, ma il mio plauso è sincero. Franca Donà
RispondiEliminaGrazie Franca le tue parole mi emozionano molto, perché sei riuscita ad entrare nel senso di questo testo.
RispondiEliminaSerenella Menichetti
Cara Serenella, trovo questi tuoi versi drammatici , forti e in un certo senso anche duri, eppure velati di quel sentimento che pur non apertamente svelato arriva al lettore intatto fino a turbarlo.
RispondiEliminaNon so cosa aggiungere per definire questa tua composizione , direi impegnata, ma tanto lontana dalla appassionata solarità che ho trovato in altre tue opere. Certo più nuova.E non di minor valore.
Edda Conte.