mercoledì 25 luglio 2018

M. GRAZIA FERRARIS LEGGE: "DALLA PARTE DEL TEMPO" DI S. GIOVANNETTI




Maria Grazia Ferraris,
collaboratrice di Lèucade

Sonia Giovannetti, Dalla parte del tempo, ed . Genesi, 2018

Due importanti recensioni ( Plinio Perilli e Nazario Pardini) accompagnano la silloge di Sonia Giovannetti “Dalla parte del tempo”, edita dalla Casa Editrice Genesi di Torino: due interventi di lettura critica molto diversi, eppure complementari nella loro capacità di penetrante lettura.
Pardini sottolinea da par suo attraverso citazioni poetiche di classico nitore il tema della “Bellezza …quello stato di ipnotico benessere che vince la miseria dell’umano, e la precarietà dell’esistere. Dacché l’Arte è grandezza, volo, ascesa, superamento del limite. E nell’Arte, in quella vera, non vale il discorso che la nostra vita è solo un tratto di tempo prestato dalla morte. L’Arte va al di sopra del limite, del fragile, dell’occasionale, di tutti quei parametri da cui è condizionata la nostra ragione” …cogliendone la complessità non solo emozionale, ma anche filosofica, e sottolineando l’elegante struttura classica del poetare di Sonia, legato alla più vera tradizione italiana, Perilli, con una brillante e colta nota introduttiva sottolinea “l’inattualità strepitosa… misteriosamente bella di riuscita, calzante, struggente Melancholia..”, sorreggendola con la condivisione e la citazione attenta e sensibile dei versi della poetessa.
Un titolo è intrigante, Dalla parte del tempo: lo spiega la stessa Sonia nella sua illuminante NOTA finale che vale quanto un’introduzione critica: “..essere dalla parte del tempo…che abita in noi affrancato da ogni rappresentazione convenzionale, mi ha permesso di guadagnarne la complicità più totale nel corso del mio viaggio poetico. Un viaggio che …ha finito per apparire ai miei occhi come il racconto di una libertà ritrovata: la libertà di raccontarmi come sono e come tento di essere”. Infatti la poetessa compie una profonda e inquieta ricerca alla scoperta di se stessa, articolando il suo itinerario in tre parti: “il tempo dell’io”, che si astrae dalla cronologia storica individuale per approdare al sentimento più profondo ed autentico di sè, “il tempo del noi”, l’aspetto più storico-sociale della poesia che, lontano da ogni completezza cronologica, riscopre i momenti che possono davvero diventare patrimonio collettivo, “il tempo dei luoghi”, in cui il tempo si sposa con lo spazio evocandone la memoria e rinforzando la nostra identità. Accompagna questa terza parte una serie di pregevoli disegni dell’autrice, i quali ci mostrano un’altra sensibilità della poetessa, e che rinforzano, così eleganti ed essenziali, l’incisività del suo dire.
Tra le tante incantate e graziate poesie io ho particolarmente ammirato nella prima parte “La mia valigia”, la valigia di chi è sempre pronto, disponibile, alla finestra della solitudine, ma non parte mai, e perde sistematicamente coincidenze, convogli, fermo al passaggio a livello…metafora della ricerca e insoddisfazione esistenziale, e la sobria, delicata, intensa, intima poesia dedicata alla madre, priva di ogni retorica e potente nell’evocazione: “quel nostro tempo senza tempo/ di madre e figlia nell’eternità.” Il “Ritorno a Norcia”, della seconda sezione, dice lo sconforto turbato nel silenzio mortale di una città ferita dal terremoto del 2016, la casa apparentemente intatta gravida di lutto (la mia casa…/ e la mia vita maltrattata e resistente), così come l’omaggio a Castelnuovo di Porto, (terra mia, ti avvolgi intorno/ a me che parto, a me che torno,/ Da sempre ti appartengo/ come un figlio alla madre) ci introduce nell’incubatoio, nel tempo della memoria, nell’intimità più profonda del mistero della nascita della poesia, dei ricordi e della ricerca della identità.
“L’ignoto della mia vita è la mia vita scritta. Morirò senza conoscere questo ignoto…” Una lettura da non perdere.

Maria Grazia Ferraris 


3 commenti:

  1. Sto leggendo con molto interesse questo nuovo, intrigante testo poetico della Giovannetti e concordo con la Ferraris laddove scrive che "la poetessa compie una profonda e inquieta ricerca alla scoperta di se stessa, articolando il suo itinerario in tre parti: il tempo dell'io... il tempo del noi... e il tempo dei luoghi", il tutto teso alla conoscenza della nostra più profonda identità. Sta qui, probabilmente, l'"inattualità" di cui parla Perilli a proposito di una poesia calata in un tempo, il nostro tempo, reo di avere svuotato l'Essere nel Tempo, ponendoci di fatto in balia del tempo e lasciando che sia il tempo a decidere per noi. La poesia di Sonia, sostanzialmente antiorfica, e gianica per eccellenza, reagisce all'andazzo parlando di un tempo interno allo scorrere del tempo: il tempo della coscienza, partecipe, ma non succube del tempo. Il tempo che rifiuta di lasciarsi vivere dal tempo, di farsi fagocitare dal tempo, invitando ad essere presenti a se stessi nel vorticoso, straripante, inesorabile procedere verso il Nulla di ogni divenire. L'inattualità di cui parla Perilli suona allora come una riscossa del sentire semplice e genuino (ma non per questo banale) dell'uomo d'oggi: riscossa che presiede probabilmente alla nascita di questa nuova poesia. Poesia che giustamente Pardini trova "legata alla più vera tradizione italiana".
    Franco Campegiani

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    1. Franco carissimo, non posso che ringraziarti delle parole che dedichi al mio tempo. L'attenzione di un pensiero alto, come il tuo, impreziosisce quel "tempo interno" sul quale mi soffermo, non solo quando scrivo. Un caro e grato saluto Franco Campegiani, amico e poeta per me prezioso.
      Sonia Giovannetti

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  2. Grazie, gentilissimo Nazario, per aver offerto al mio libro, ancora una volta, l’attenzione preziosa del tuo Blog. Sono davvero lusingata e commossa per la totale immersione nei miei versi della Prof.ssa Maria Grazia Ferraris. Una recensione raffinatissima e precisa che ha toccato le corde più profonde del mio sentire e che ringrazio, pubblicamente, con le stesse parole che ho avuto modo di riferirle quando, con la riservatezza che la contraddistingue, me l'ha inviata. Le ripeto ora perché il tempo tra noi è sempre tempo “ritrovato”, come direbbe Proust, tempo amico (dunque) che mi fa assaporare sempre di più la magistrale lettura che mi ha riservato.
    “Maria Grazia, carissima, aggiungi poesia, la crei, con il tuo sapiente dire e mi doni un'altra preziosa analisi dell'intera mia raccolta, insieme a quella di Nazario Pardini e del prefatore Plinio Perilli, che tu giustamente citi. Mi hai ri-consegnato le corde emotive che hanno fatto nascere alcune mie poesie: quelle degli affetti, degli eventi storici e dei luoghi a me cari. Sei dalla parte del mio tempo, del sentimento che nutro per la vita con l'ascolto e il sentire … trattengo le tue parole in quello scrigno, di cui spesso ti ho parlato, delle cose più care. Preziose”
    Sonia Giovannetti

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