martedì 15 gennaio 2019

MARIA RIZZI: "SALVADOR DALI'"


                                                                        
                             SALVADOR DALI'                                                                                
 
Maria Rizzi,
collaboratrice di Lèucade
 La persistenza degli opposti è un percorso pensato per rappresentare i principali dualismi concettuali dell’arte di Dalì.
Dalì era un uomo di opposti, e tale fu la sua filosofia. La sua operazione, quella di fondere visualmente e concettualmente idee apparentemente contrarie, è l’espressione stessa del grande dualismo fra razionale e irrazionale che pervade la sua opera.
I quattro temi scelti sono il tempo, gli Involucri, la Religione e la Metamorfosi. 
Il tempo per Dalì è una costante incostante, rappresentata nella sua mollezza: è impossibile ormai, con le scoperte scientifiche del ventesimo secolo, interpretare il tempo come qualcosa di fisso. La relatività permea ogni cosa, e porta con sé la paura della morte, del passare dei giorni, e tutte le ansie dell’uomo moderno.
Dalì ne è sommerso: tramite il metodo paranoico-critico, egli scandaglia e conosce ogni agitazione del proprio inconscio, riuscendo così a mettere su tela quella “paranoia” che è per lui malattia cronica.
Anche la memoria del tempo viene intaccata: esso scorre con diverse velocità per ogni essere vivente, legato alla soggettività e alle percezioni. E se il tempo non può più essere considerato affidabile nella realtà, sul piano onirico, quello prediletto da Dalì, e del Surrealismo, esso perde completamente ogni forza.

 Maria Rizzi


4 commenti:

  1. Molto interessante questo intervento di Maria su Dalì.
    Ha smosso in me alcune riflessioni sulle quali, da un po', mi sto concentrando.
    Il concetto merita più ampi approfondimenti ma vorrei, qui,
    soffermarmi sul pensiero che riporto: "...è impossibile ormai, con le scoperte scientifiche del ventesimo secolo, interpretare il tempo come qualcosa di fisso...", e lo faccio per non dare adito ad interpretazioni che potrebbero apparire esclusivamente di carattere metafisico.
    E' verissimo: la scienza (la quantistica in particolare) mette in discussione l'idea di un tempo "statico" (e dunque "calcolabile", mi sia concesso) ritenendo l'energia base e fondamento della materia.
    Una siffatta valutazione (avvalorata da prove scientificamente accertate) anziché allontanare dall'aspetto ontologico ci avvicina alla metafisica contribuendo notevolmente a far cadere quegli steccati che, da sempre, hanno diviso scienza e religione, materia e spirito.
    "Il tempo per Dalì è una costante incostante" - dice Maria - rifacendosi al dualismo dell'artista. Bene: sento di sottoscrivere "in toto" questa definizione.
    E aggiungo: l'arte, la poesia, è l'unico anello di congiunzione tra assoluto e relativo. L'unica possibilità che abbiamo tutti (artisti e non artisti) di vivere lo straordinario, l'irripetibile paradosso della Vita.
    L'unica che sia in grado di togliere alla relatività il relativo della morte, aggiungendole - al contrario - l'assoluto della Vita.

    Sandro Angelucci

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  2. Un intervento magnifico il tuo, Sandro... Interpreti Dalì e dai senso al concetto che mi premeva approfondire, ovvero quello della relatività del tempo. Einstein ha parlato di assoluto, con rigore inconfutabile, ma la vita e lo scorrere del tempo, a mio avviso, è 'molle', esattamente come lo rappresenta il grande pittore e scultore. Tu hai centrato il concetto ... e non poteva essere altrimenti. Grazie di cuore e un forte abbraccio.
    Maria Rizzi

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  3. Ci sono molti modi per sperimentare la realtà dei contrari. Quello di Salvador Dalì è stato di saltare spericolatamente da un eccesso all'altro, in modo paranoico, conflittuale. In tal modo si relativizza ogni stato mentale rendendo elastica la psiche, pur correndo il rischio di smarrire la bussola in tanto guazzabuglio intellettuale. Dalì, tuttavia, da vero genio, riusciva a contenere magnificamente l'aggressione dei contrari, riuscendo nello stesso tempo ad essere bianco e nero, ateo e credente, razionale e irrazionale (e chissà quante altre cose ancora, tra di loro conflittuali). Note sono le profonde simpatie dell'artista catalano per la teoria della relatività di Einstein, e sarebbe oltremodo interessante studiare le possibili connessioni tra quella relatività e la relativizzazione dei vari assolutismi, intesi come eccessi mentali. Perché una delle possibili conseguenze del relativismo è proprio, paradossalmente, quella di relativizzare lo stesso relativo come esperienza unilaterale. Voglio dire che se tutto è relativo, anche il relativo è relativo, riaprendo inaspettatamente le vie verso l'assoluto e verso l'armonia. La mostra di Dalì inaugurata a Matera il 29 novembre scorso, sarà visitabile per tutto il 2019, in un innesto altamente suggestivo tra lo spirito di questo grande artista contemporaneo con i Sassi di un luogo sprofondato tra le pieghe di un remotissimo passato.
    Franco Campegiani

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  4. Quella mostra, amico mio, mi ha portato immediatamente a te. "La persistenza degli opposti" è il tuo credo, che stiamo apprendendo con infinito piacere. E Dalì percorre proprio il sentiero dei contrari: tempo molle e assoluto;aspetto duro e contenuto morbido... e via dicendo. Il tuo intervento è magistrale e posso asserire che non avevo dubbi in proposito! Grazie di cuore e un abbraccio!
    Maria Rizzi

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