Silvia
Venuti, Contemplazioni
Ed. Moretti e Vitali, 2020
Ricevo
da Silvia Venuti, (ben conosciuta e commentata su Léucade), che conosco
personalmente da lungo tempo, anche se le occasioni della vita ci hanno portate
lontano, in omaggio, con splendida dedica, il suo ultimo libro di poesie Contemplazioni,
edito da Moretti e Vitali recentemente.
È la
riconferma del suo solido genio poetico che ben si accompagna con la sua
originale pittura, così come è sottolineatura e dispiegamento di
quell’itinerario spirituale-religioso che la poetessa va compiendo da anni , in
poesia ed in pittura, e che di opera in opera sempre più si avvicina al tema
alto della trascendenza cui il suo spirito anelante e mai pago vuol giungere,
come dimostra la scansione dell’ampia silloge Contemplazioni,
strutturata in tre parti, in un climax ascendente: A occhi aperti, A palpebre socchiuse, Oltre lo sguardo
interiore.
Una
poesia non comune, chiara nel dettato poetico, linguistico e descrittivo,
apparentemente semplice, ma estremamente ardua nella articolazione della
sapienza meditativa, fatta di una visione che diventa contemplazione, quel
guardare silenziosamente con occhi nuovi, con assorto e intenso stupore, che
caratterizza l’elevazione dell’anima sopra ogni modo ordinario di conoscere, un
itinerario di lunga data (La visione assorta è il titolo della silloge
pubblicata nel 2012 e La sacralità naturale nel 2008 a testimonianza delle tappe percorse),
che pur non dimentica mai con emozione il mondo in cui siamo immersi.
La
natura in primis è protagonista, la guida che le permette di non mai debordare,
luoghi ben riconoscibili nella nostra quotidianità lombarda, immersi nel
paesaggio verde e lacustre in cui Silvia vive:
“Oh lago calmo e lento d’acque/ nel silenzio della sera./ In attesa c’è
chi sosta/ e mira senza impaccio./ S’attarda? Sogna? Ricorda?/ Oh lago di
tutti!..” “Come silenziose stanno/ le
barche in attesa!/ Ascoltano l’onda che passa/ e narra storie antiche…” “Il
ritmo dell’onda/ s’annida nel mio cuore/ e una pace naturale/ sfugge il
pensiero e la parola…”, ed il giardino fascinoso, che gronda verde, e apre al
tema miracoloso della Bellezza:“ La rosa rosa,/ da poco fiorita/ in un unico
fiore/ mi reca in dono/a rami aperti la sua Bellezza”.
“Ombrose
radure, assolati pendii,/ abeti, arbusti, carici./ L’aria pura filtra tra i
rami,/ corre sui prati in tersa visione/ il mio sguardo.” Uno sguardo che è
contemplazione nel silenzio: “Contemplare/ la trasparenza/ di una foglia/ o la
luce della pioggia/ che cade/ è ritrovare il coraggio/ di vivere/ e ancora
d’amare.” Non si deve lasciare il mondo senza il proprio sguardo d’amore, senza
luce, nella solitudine disperante, ci dice convinta la poetessa.
“Bellezza
è coraggio, amore è coraggio, arte è coraggio, poesia è coraggio… speranza è
coraggio, fedeltà a natura è coraggio. Sogno, vita, mistero sono coraggio!” e
richiedono un cuore nuovo e capacità di sublimazione. Un grandioso canto di
fiducia, d’amore e di tensione spirituale, un senso del sacro che immerge ogni
cosa e sfugge a ogni dimensione riduttiva confessionalistica.
Certo.
Anche la poesia è una prova di coraggio: “ C’è dell’eroismo/ nel credere nella
libertà della parola/ nella sua forza vitale/ nel suo potere trasformante…” che
sa giungere all’Universale. Nella gioia ci si unisce in una esperienza di luce
nuova e di sapienza di vita. Un itinerario spirituale. Ascensione epifania che
non abbisogna di lunghi discorsi, ma di abbandono fiducioso, emozioni rapide,
incisive, paniche.
Maria
Grazia Ferraris, luglio 2020
Maria Grazia cara, dai veramente lezioni di esegesi. Per di più in quest'occasione ti dedichi a una Poetessa che conosco e che ammiro infinitamente. E' una donna tanto umile, dolce, affettuosa quanto geniale e tu affreschi le sue note poetiche e la sua arte figurativa con la consueta, magistrale forza espressiva. Silvia salta fuori dalla pagina, è qui, accanto a me e il suo talento, unito al tuo, rendono lieve la giornata. Vi stringo forte entrambe.
RispondiEliminaConosco da tempo ed apprezzo la vena creativa di Silvia Venuti e non posso che avallare quanto acutamente detto da Maria Grazia a proposito "del suo solido genio poetico che ben si accompagna con la sua originale pittura", tesi entrambi verso "quell'itinerario spirituale-religioso che lei va compiendo da anni"; "un grandioso canto di fiducia, d’amore e di tensione spirituale"; "un senso del sacro che immerge ogni cosa e sfugge a ogni dimensione riduttiva confessionalistica". Qui "la natura in primis è protagonista, la guida che permette di non mai debordare". Ricevo proprio adesso, nel mentre sto redigendo questo commento, il prezioso testo di Silvia... Trasognato, lo sfoglio e gli occhi mi vanno su questi due versi sublimi: "L'adesione totale al creato / annulla domande e risposte". Come dire che il mistero svanisce nel momento in cui l'uomo lo accetta riconoscendosi figlio del creato. La natura è spirito, corpo e spirito, sangue e spirito indissolubilmente legati tra di loro. Una coincidenza di opposti che pretende coraggio di vivere, di credere, di sognare, di amare... al di là di ogni facile tentazione (mistica o nichilistica che sia): “ Hanno ancora coraggio di fiorire gli alberi! / Bellezza è coraggio, amore è coraggio. / Hanno ancora coraggio di fiorire gli alberi! / Arte è coraggio, fedeltà a natura è coraggio. / Sogno, vita, mistero sono coraggio!".
RispondiEliminaFranco Campegiani
Silvia mi ha risposto piena di affettuosa attenzione, ma penso che la sua risposta valga anche per voi, Maria e Franco:..."Hai colto con sapienza la mia tensione alla trascendenza espressa con un linguaggio "solo apparentemente chiaro e semplice": gli stati meditativi rivelano il sacro in cui viviamo. Grazie per questa tua costante attenzione verso il mio lavoro!" E grazie anche a voi.
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