EMOZIONI
VIRALI
LE
VOCI DEI MEDICI DELLA PANDEMIA – A CURA DI LUISA SODANO
IL PENSIERO
SCIENTIFICO EDITORE
Il
mondo sta vivendo una pandemia, che nessuno avrebbe immaginato, una catastrofe
che sta superando di gran lunga il numero di morti delle due Guerre Mondiali, e
farsi testimoni della Storia diviene un dovere in nome del famoso e, purtroppo
scomodo principio del non dimenticare.
Ho
acquistato il testo “Emozioni virali”, edito dal Pensiero Scientifico Editore,
nato grazie all’idea di un gruppo
Facebook di centomila medici -
dimostrazione che i social possiedono tutti un rovescio della medaglia -.
L’Opera è curata da Luisa Sodano, medico dell’azienda ospedaliera San Camillo
di Roma e da un comitato editoriale di otto medici, tra i quali il nostro
carissimo amico Marco Solaro, specializzato in Scienze Neurologiche, artista
figurativo e scrittore. La postfazione del libro è del medico e celebre scrittore
Andrea Vitali.
Mi
sembra doveroso parlare di questo testo, i cui diritti d’autore saranno
devoluti alle famiglie dei medici deceduti per covid-19, partendo dalle
dediche, di grande impatto espressivo ed emotivo:
“Non credo nell’eroismo,
so
che è fin troppo facile
e
ho scoperto che uccide.
A
me interessa che gli uomini
vivano
e muoiano per ciò che amano”
Albert Camus, “La Peste ”
“A
chi ha perso la vita,
a
chi non dimentica
a
chi non sarà più lo stesso”
Il
libro è stato consegnato all’editore nel giro di un mese, un risultato
incredibile che, come recita la prefazione, si spiega soltanto con ‘la
necessità’ di far ascoltare le proprie voci disperate, con il bisogno di
lasciare una testimonianza per il futuro prossimo e per quello remoto, degli
accadimenti avvenuti nel primo semestre del 2020… accadimenti, che continuano a
sconvolgere il mondo.
La
toccante introduzione, firmata dagli otto medici del comitato editoriale
rappresenta un grande atto di umiltà e d’amore. In essa viene spiegato che tra
i tanti libri ne esistono alcuni ‘già
scritti’, in quanto ‘non partono da
un’idea progenitrice,
non si prefiggono di elargire tecniche e
inconfutabili verità, ma sono i libri che hanno molto da insegnare’.
Per la
cronaca ricordiamo che l’Italia è stato il primo Paese europeo colpito
dall’epidemia di covid-19 e resta nella memoria di tutti coloro che sono
entrati in questa terribile storia il 18 marzo, che ‘ha fatto di Bergamo la città martire dell’emergenza con la foto della
colonna di camion militari che di sera portano le bare e che entra nelle nostre
anime. Niente sarà più come prima’.
Il
testo presenta quaranta racconti, anche se nei ringraziamenti vengono citati
altri medici, che non si vedono pubblicati, ma hanno reso il loro contributo
umano e scritto. Si tratta di storie che strappano l’anima, rendono nudi e
vulnerabili e danno il
senso
della violenza della vicenda. Leggendole mi sono sentita colpevole. Non ero in
prima linea, mi limitavo al ruolo di spettatrice ed ero piegata sulla mia
storia personale. Le migliaia e migliaia di vite che si spegnevano erano celate
dai manifesti patriottici, dalle canzoni intonate sui balconi e dal mantra, che
non sopporto più di ascoltare: “andrà tutto bene”. Si annegava nella retorica
mentre in trincea si combatteva, si
assisteva a morti atroci e si finiva nella spirale del virus. Pur consapevole
che nulla è finito, che occorre il rispetto, la coscienza, la cautela, so che
non sarò mai salva.
“Si sta come d’autunno sugli alberi le
foglie” … così inizia il proprio racconto Giovanna Rizzardi, ‘al letto del signor Giuseppe il 19 marzo 2020’ . E non esagera
citando la lirica “Soldati” di Ungaretti, in quanto il Medico protagonista
della vicenda, Luisa, mentre attraverso gli occhialoni e la tuta protettiva
guardava il paziente, asseriva: “Lui sì
che aveva visto la guerra e i soldati, ma tra un affannoso respiro e un colpo
di tosse, le diceva che quello che stava accadendo ora era peggio”.
Il
brano intitolato “Lui avrebbe fatto lo
stesso” di Matteo Guglielmi, è dedicato a Giuseppe Borghi, Medico di
Medicina generale di Casalpusterlengo, che si è spento a Bologna per
Coronavirus l’11 marzo 2020. Borghi, suocero del Guglielmi, ‘si è speso fino all’ultimo giorno per i
suoi pazienti’ e si è spento dopo due settimane in terapia intensiva’.
Nonostante la sua morte e il contagio della suocera e della madre di
quest’ultima, il Guglielmi accetta l’incarico di aderire alle Unità speciali di
continuità assistenziale (Usca), che girano da Calendasco fino a Bobbio; da
Morfasso a Pianello, visitando la casa di riposo di Trebecco, che presenta ‘un inaspettato panorama’. ‘I medici dell’Usca sono dotati ‘dei
dispositivi di protezione adatti allo scopo: mascherina, calzari, tuta
impermeabile, cuffia e visiera. Quegli stessi dispositivi che erano mancati in
precedenza portando alla morte di 150 colleghi’. Giuseppe borghi è
motivato, spinto dalla certezza che il suocero avrebbe compiuto la stessa
scelta.
Leggendo
il testo scritto da Marta Mora, intitolato “Paura”,
si prende coscienza di quanto la missione dei medici non potesse prescindere
dall’avere paura, da questo sentimento che l’Autrice definisce ‘primitivo, sincero, un po’ come la
felicità’. Lei afferma di aver letto la paura ‘in alcuni colleghi, nei loro occhi sconfortati per alcuni pazienti,
nelle persone che si facevano visitare, ma non volevano farsi ricoverare, nelle
voci di coloro che telefonavano…’ E quanta altra paura hanno visitato
questi uomini e queste donne privati di colpo del lavoro quotidiano e chiamati
ad affrontare il mistero della vita che si spegne senza rimedi, il rischio di
perdere la propria per restare in prima linea?
Nel
leggere ho avvertito un nodo formarsi nel petto e mi sono resa conto che non si
scioglieva. Ogni racconto contribuiva a renderlo un grumo, un coagulo di sangue
e dolore che porterò con me per sempre.
Sento
il dovere di citare il racconto del caro Marco Solaro, intitolato “20 marzo2020: la lezione di storia”, che
gioca sul registro dei ricordi e parla degli anni trascorsi nei banchi
scolastici a subire passivamente le lezioni di storia. Cita in particolare il
“Decamerone” del Boccaccio, ‘con la
storia dei dieci ragazzi che per sfuggire alla peste di Firenze si erano
trasferiti in una villa di campagna’ e ‘l’epidemia
di peste descritta da Manzoni nei “Promessi Sposi”’. Tutto sembrava
lontano, ma nei mesi in cui la vita si è fermata, nel marzo 2020, che ha visto
moltiplicarsi le vittime anche solo in Italia, superare le 4000, l’Autore si è
convinto che Saramago aveva le sue ragioni quando affermava che ‘la Storia andrebbe studiata cronologicamente al contrario
per essere compresa’.
Non
posso citare altri brani, non avrebbe senso e, soprattutto, inibirebbe la
volontà di acquistare questo libro, che sta già battendo i record di vendita e
che avrebbe il diritto di entrare in tutte le case. La Storia , questa Storia siamo
noi, spesso superficiali, distratti, malati di quell’indifferenza, che
rappresenta un’autentica piaga sociale.
Il
virus non è sconfitto, a oggi si registrano oltre quattro milioni di contagi
nel mondo e l’Italia non è immune. Attraversa una fase di latenza, ma ogni
giorno si creano focolai e non ci è dato
sapere se si è indebolito, se tornerà e, soprattutto, come si potrà guarire.
Vi
invito a comprare “Emozioni virali” e a calarvi in queste tenebre, che aiutano
a vedere la verità.
Maria
Rizzi
Grazie di cuore alla generosità della cara Maria per il suo scritto e grazie al prof. Pardini per la sua ospitalità
RispondiEliminaMarco Solaro
Ringrazio Maria Rizzi di questa interessante comunicazione, ove ancora una volta conferma il suo grande spirito umanitario e la sensibilità nei confronti dei problemi sociali. L'ammiro e condivido, invitando a mia volta gli amici di Leucade ad ascoltare il suo implicito invito all'acquisto del volume "Emozioni virali ".
RispondiEliminaEdda Conte
Ringrazio Maria Rizzi di questa interessante comunicazione, ove ancora una volta conferma il suo grande spirito umanitario e la sensibilità nei confronti dei problemi sociali. L'ammiro e condivido, invitando a mia volta gli amici di Leucade ad ascoltare il suo implicito invito all'acquisto del volume "Emozioni virali ".
RispondiEliminaEdda Conte
Edda il tuo cuore trabocca di generosità. Sei tesa ad arco verso gli altri e comprendi quanto un blog acquisti vita soprattutto se esiste il confronto. Io ti ringrazio, a nome di Marco e di tutti i medici e di ogni uomo o donna che abbia contratto il Covid e ti stringo al cuore!
EliminaMaria carissima, la tragedia abbattutasi su tutti noi con lutti e sofferenze di ogni tipo,la dedizione di medici, infermieri, personale sanitario e audiliario, non saranno dimenticati anche grazie a testimonianze tanto convincenti e dolorose. Ammirevole la tua lettura, misurata ma piena di pathos. Questo libro e la tua splendida recensione aprono il cuore al corggio della speranza, alla fiducia che ne verremo fuori e non dimenticheremo. Grazie Maria.
RispondiEliminaMarisa Cossu
Grazie a te, Marisa carissima, questo testo è una testimonianza calda di umanità e di straziante dolore. Ti assicuro che ho fatto ben poco. Mi addolora lo scetticismo che si va diffondendo. Tu splendi sempre. Sei una principessa nella vita e nel'Arte!
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