Maria
Luisa Daniele Toffanin legge
Il
sorriso del mare di Nazario Pardini
attraverso
la recensione di Maria Rizzi ed altro
Maria
Rizzi, con quell’eleganza che da sempre è sua cifra stilistica, presenta la
nuova plaquette di Nazario Pardini Il
sorriso del mare, edizioni Blu di Prussia, 2020: dieci liriche d’amore di
cui ci rende subito partecipi. Sin dalla copertina, infatti, illuminata da un
tramonto meraviglioso partorito dall’immenso utero del mare, entra nel
mondo poetico dell’autore e ne diviene sua Voce vivendo così intensamente
l’esperienza umana e poetica come fosse parte di sé. Con le corde psicologiche
vibranti all’offerta di ogni verso, lei si immedesima nell’opera di Nazario a
tal punto da trasmettere in diretta a chi legge la carica emotiva motrice di
queste liriche: il sogno d’amore infinito che abita la vita, consacrato dal
mare. Così, con leggiadre note, ci fa incontrare Delia… creatura viva, reale ma
lieve, luminosa quale personaggio uscito dalle pagine eterne dei poeti o dalla
tela della pittura, anzi rinata dal mare come mito, sogno d’amore. Allora il
mare che genera la vita qui rigenera il mito della donna intesa come bellezza
dell’amore che non muore mai sublimato dall’infinito sciabordare musicante
dell’onda. Avvertiamo quindi la pienezza di questi vissuti liricamente
rievocati da minimi particolari e riproposti a noi come visioni/immagini oltre
l’umano. Vissuti che racchiudono la vita intera nella scoperta, nascita
dell’amore e nel suo spegnersi, nello sfiorire della bellezza, nel coraggio dei
sogni che rimangono come luce in noi. Qui l’intuizione poetica diviene
messaggio universale: sono questi attimi quelli appartenenti all’adolescenza,
alla giovinezza, fissati in brevi incontri, in sguardi reciproci furtivi, in
mani che si sfiorano, in situazioni magiche, che rimangono in noi per sempre
come reliquie dell’eternità. Sono quei sogni solo nostri, da cui non dobbiamo
sfuggire - dice Maria - ma rispettare come nelle liriche di Pardini quali
incantesimi buoni a noi concessi. È un passato allora che tutti possediamo
dentro negli angoli più segreti ma che ha in sé il miracolo infinito della
stessa vita, sostanza delle poesie di Nazario, consacrato dalla benefica
energia del mare-culla, spazio-tempo amato dall’autore. Facendo rivivere le
donne di Nazario, Maria ci permette di assaporare appunto tutto il nostro mondo
interiore, tessuto di attimi magici, espressione di eterni desideri, sogni di
cui abbiamo bisogno anche per vivere le delusioni. La Nostra tanto è riuscita
nel suo intento che noi crediamo ormai di aver incontrato queste donne, reali, sogni
d’amore e condividiamo nuovamente il messaggio di Nazario di rispettare il
coraggio dei sogni qui rievocati sublimati dal sorriso del mare. Grazie
all’attenta lettura della Rizzi e alla sua prestigiosa scrittura siamo entrati
nel mondo di Pardini che con la sua grande umanità ha qui rivisitato la vita
quale dono di infinte esperienze e sogni da tenere accesi sempre. Pur
avvertendo la caducità della bellezza e la presenza del dolore disperante ci
trasmette la sua verità: il sorriso del mare, riflesso negli occhi delle donne
e nelle vicende umane, dà un senso d’eterno alla nostra immanenza.
Ma ora,
che ho tra le mani la copertina, guardando quel tramonto posso osare oltre: può
rappresentare infatti la fine di un amore (… La sera una preghiera ad
occidente / dove il sole si perde alla marina. / Tutto è rosso. Il mare un
luccichio. / Il piano si piega inginocchiandosi / dinanzi alla fine di una
storia … - da Amapola) la cui luce si riverbera in noi e non muore mai.
Come la luce del sole che si fa stella, firmamento, alba, giorno nuovo, storia
del cosmo, della vita senza mai spegnersi, così il ricordo luminoso di un amore
sarà per sempre esperienza, pagina esistenziale, attimi, sentimenti
irripetibili. E quell’immagine si dilata ora in me in una visione primordiale
del tramonto vissuto al Porticciolo in Sardegna, atteso da tutti inginocchiati
religiosamente ad aspettare il momento in cui il sole entrava nel mare e con
lui diveniva un universo unico di luce che non voleva spegnersi: accendeva
l’acqua, il cielo, la rena, noi nella sacralità dell’ora. Così è sacra quella
fase della vita, dell’infinito innamoramento che si accende a uno sguardo, ad
un sorriso, ad un ammiccamento, ad un tono modulato della voce, ad un moto del
corpo, ad una veste un po’ sbracciata: ti cattura, ti abita per sempre.
E il simbolo musicale di questo stato d’amore adolescenziale e giovanile,
ritratto nelle sue note variegate, gentili rievocate qui con pudore, è Amapola,
soave nome che si scioglie in bocca direbbe Sbarbaro, e si dilata nello
spazio-tempo grazie all’ampiezza delle vocali e all’armonioso gioco delle
consonanti. Si dilata in un suono struggente che ha accompagnato le nostre ore
in un anelito d’infinito all’Amore, alla Bellezza che io, pur donna, avverto
come cifra interiore della Donna. Si apre in un richiamo amoroso alla natura,
partecipe femminile quasi all’umano momento e coinvolge anche angeliche sfere:
… Come è bella la natura questa sera, / come triste l’armonia del creato, /
tutto si scioglie in un pianto corale: / il verde si ricama di una fine /
leggera e musicale; l’acqua rispecchia / un sole che a metà chiama alla fonte,
/ gli angeli rannicchiati fra le fronde / danno fiato alle trombe… il tutto
è avvolto dalla melodia della canzone che si dilata fino all’orizzonte e
include anche la donna di cui rimangono nel poeta gli occhi … che ammirano
incantati / un tramonto che suona una canzone.
Nazario
si muove nei suoi versi in volo leggero, rapito da un afflato d’amore, stupito
dalla purezza dei gesti, da quei giochi fugaci, in corsa sulla rena
lungo il mare, dai sorrisi, dagli sguardi accesi in incontri casti ma che
racchiudono in sé la pienezza dell’amore rievocando così non solo i suoi palpiti
ma il sentire di un’epoca altra, un tempo quasi vergine, in cui le emozioni si
identificano nella musica di Amapola, nella musica del mare che consacra tali
sentimenti. L’amore quindi è vita e attraversa tutto il creato ma è anche
dolore che ti dà però forza, coraggio, che ti accompagna come l’amore del padre
che diviene luce che conduce il poeta, e noi con lui, verso l’oltre: … accendi
la tua luce, / mi farà da cometa sulla strada…
Grazie,
Nazario uomo e poeta unico, per averci fatto riscoprire emozioni in noi sopite,
sentimenti rivissuti ad un angolo di piazza, sulla stessa panca col libro di
latino là posato, da un bagliore, da un profumo, da un guizzo d’aria
fresca, da una musica, dai riflessi del mare che sono stati il tessuto della
nostra giovane vita senza i quali non avremmo assaporato la musica dei cuori ai
battiti della primavera.
Grazie
per il tuo amore per l’amore che percorre l’universo dei cieli, della terra,
delle acque e che a noi si manifesta in quegli istanti indicibili di un’altra
età del cuore.
Con
gratitudine a Maria Rizzi che mi ha introdotto con passione nel mondo poetico
di questa plaquette, Il sorriso del mare, di cui con piacere ho trovato
conferma nella mia personale lettura del libro stretto tra le mani del cuore.
Questi ultimi versi per dire l’atto di devozione alla donna-bellezza del
creato: … se la primavera non profumasse / di donna, e il tutto avesse la
voce / dell’inverno, del triste e nuvoloso / inverno, non esisteresti tu / con
la tua aria estiva, luminosa, / a dare ragione al creatore / che ti ha voluto
in questa / irripetibile, unica, stagione.
Maria Luisa! Perdona il ritardo, non mi ero resa conto che hai preso proprio me come il Virgilio del viaggio attraverso la soave plaquette del Nume Tutelare, che hai viaggiato sul mio registro attribuendomi appellativi che non merito. Tu sei una donna capace di elevare alle stelle la propria arte in ogni espressione. Scegliermi è stato un privilegio che mi commuove. Sei andata oltre, hai viaggiato anche da sola, Dante di sentimenti altissimi, di lunghe avventure nella saudade, di Maestra nel coraggio dei sogni. E hai reso questa esegesi un diamante da incastonare nell'ideale d'Amore del nostro Nazario. M'inchino alla tua generosità e alle tue parole. Io ti ammiro infinitamente e ti voglio bene. Abbraccio te e l'Uomo che porta in dote in sogni di ognuno...
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