SONIA GIOVANNETTI LEGGE: "MECCANICA DEI SOLIDI" DI RAFFAELA FAZIO
Sonia Giovannetti,
collaboratrice di Leucade
Sonia Giovannetti legge: “Meccanica
dei solidi” di Raffaela Fazio. Poesie. Editrice puntoacapo, 2021. Traduzione inglese di
Patrick Williamson. Prefazione di Paolo Ruffilli, postfazione di Giancarlo
Pontiggia.
(La morte - il tempo - il sacrificio)
Tutte le vicende rappresentate nelle
tredici poesie di questa raccolta sono vicende di morte come atti di un
sacrificio altruistico, in cui la vittima compie una scelta, una scelta che fa
la differenza e che è in grado di dare senso alla morte. Ma anche alla vita.
Leggendole, si ha l’impressione di veder tradotto in linguaggio poetico quel
“vivere per la morte” in cui il pensiero esistenzialistico fa consistere il
requisito più proprio dell’autenticità dell’esistenza, il segno di una radicale
consapevolezza della vita e del tempo. Per l’esistenzialismo, infatti,
l’esistenza intesa come infinite “possibilità di essere” lascia all’uomo la
libertà di progettare con un atto consapevole, insieme ai percorsi della
propria vita, anche la sua inevitabile fine, ciò in cui consiste per lui la
possibilità suprema e insuperabile, la più “autentica”: la morte, l’evento che,
dice Heidegger, “costituisce l’apertura dell’esserci al suo esistere come
esser-gettato per la propria fine» (“Essere e Tempo”). È dunque l’evento del
sacrificio come scelta consapevole che, solo, può dare un senso alla morte – a
ciò che, in sé, decreta la fine di ogni senso.
Così anche il poeta: è “la scelta
dell’uomo che sposta di tre quarti d’oncia l’ago della bilancia” (“Due
forze”).
Di questa scelta lo scenario è, di
volta in volta, la natura, la violenza umana, la vicenda storica. Ma non sono
questi diversi, contingenti contesti ad interessare il poeta, che non sembra
volersi attardare a giudicarli. La sua attenzione è sempre concentrata
sull’evento, sul gesto messo in atto dalla vittima, sull’intenzionalità
anticipatoria della propria fine. È quella che conta, che restituisce
significato alla vita stessa riscattandola dalla sua condizione di mero
fenomeno biologico, casuale, inautentico.
Così come è l’atto di volontà della vittima, la scelta del proprio sacrificio,
a riscattare l’insignificanza in sé del tempo, contenitore imparziale e
indifferente della vita che in esso scorre. Dopo l’esplosione di un carico che
uccide il suo trasportatore, attardatosi a salvaguardare le vite altrui, dice
il poeta: “Adesso è quel non-luogo/ quel
buco nella terra/ciò che resta di più denso. /È il cratere/da cui riparte il
tempo:/diverso, il carico di senso” (“Il carico”).
Il volontario sacrificio di sé, sembra
insomma di capire dai versi tragicamente asciutti di questa raccolta, non
descrive una mera voluttà di morte, bensì una ricerca sofferta del senso
profondo della vita.
Sonia Giovannetti
Raffaela Fazio è nata ad Arezzo nel
1971 e vive a Roma, dopo aver vissuto in vari paesi europei dal 1990 al 1999
(Francia, Germania, Inghilterra, Svizzera, Belgio). Le sue raccolte di versi:
Corolle (1987, Premio Giuseppe Dessì), Per ogni cosa incompiuta (2008), A un
filo più lento (2010), Ogni onda è il mare. Rime da regalare (2011), A garante
il mistero (2012), La boîte (2013), L’arte di cadere (2015, prefazione di Paolo
Ruffilli), L’ultimo quarto del giorno (2018, prefazione di Francesco
Dalessandro), Midbar (2019, prefazione di Massimo Morasso), Meccanica dei
solidi (Puntoacapo, 2021, traduzione inglese di P. Williamson, prefazione di P.
Ruffilli, postfazione di G. Pontiggia). È appena stato edito da Raffaelli
Un’ossatura per il volo, con prefazione di Rosanna Rosadini. Laureata in lingue
e politiche europee (Grenoble) e specializzata in interpretariato (Ginevra), ha
poi conseguito un diploma in scienze religiose ed un master in beni culturali
della Chiesa, interessandosi in particolare all’iconografia cristiana.
Non avendo letto "Meccanica dei solidi" di Raffaela Fazio, su di essa non mi posso direttamente pronunciare, ma ritengo di grande interesse l'argomentazione svolta in questa nota da Sonia Giovannetti che chiama in causa l'esistenzialismo (in particolare heideggeriano) per dar conto di come il "sacrificio" (di sé) sia indispensabile per recuperare la coscienza dell'Essere caduto in oblio. Secondo Heidegger, l'Essere scomparso dal mondo può ancora disvelarsi nel mondo, ovvero nell'esser-ci (nell'uomo) che sappia accettare la prospettiva della morte, dello scomparire dalla vita. Una veduta forse un po' misticheggiante, che fa benissimo la Giovannetti a ridimensionare, trovando nell'autrice di cui parla, non "una mera voluttà di morte, bensì una ricerca sofferta del senso profondo della vita". Quel senso profondo delle cose che riconduce necessariamente l'Essere nel mondo e recupera (disvela) la Verità smarrita ("aletheia"). Perché questo avvenga, occorre tuttavia, a parer mio, che si inizi a pensare alla vita come ad un vero e pieno "vivere" anziché come a quel "lasciarsi vivere" di cui tanto Esistenzialismo parla e ha parlato.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Carissimo Franco Campegiani, il dono della tua lettura e delle parole (attente nel pensiero filosofico che ti appartiene e così ricche di profondità per ciò che ho 'sentito' dalla lettura del libro di Raffaela Fazio) sono per me una gioia, così come lo spazio prezioso che il prof. Nazario Pardini mi offre.
RispondiEliminaVi abbraccio con la consueta stima e amicizia.
Sonia Giovannetti