Giusy Frisina, collaboratrice di Lèucade |
BUON ANNO
Non è affatto un anno nuovo
E’ il giro completo della
Terra
Intorno al suo povero Sole
Che ancora ci illumina sempre
Pure se stanco di questo mondo
Forse ne vorrebbe un altro
Più puro e incontaminato
Ma qui è obbligato a brillare
Ancora chi sa per quanto
Malgrado i tempi contrari
Farcene una ragione
E cercare di piacergli
Sarebbe almeno gentile
Salvare il mondo anche troppo
Ma basterebbe osservare
Lo ha detto un premio Nobel
Il volo degli storni
Che per combattere il falco
Che attenta alle loro vite
Si uniscono in volo compatto
Senza divisioni di sorta
E libertà del singolo
Sbandierate alla porta.
Giusy mia, commenti i miei flash di vita e componi versi che con levità squarciano le tenebre, mordono, seducono, insegnano. Sì, il Sole vede la Terra girare dall'inizio del tempo, e "sarebbe almeno gentile /cercare di piacergli", senza compiere rivoluzioni, è tardi per i cambiamenti radicali, ma ascoltando le parole del Premio Nobel Giorgio Parisi, che seguendo il comportamento degli storni quando danzano nel cielo, spiega che adottano comportamenti di gruppo per difendersi dai predatori aerei, i falchi in primis, in particolare il falco pellegrino. "Si uniscono in volo compatto /Per far scudo tutti insieme": ecco il distico fondamentale di questa lirica stupenda... solo 'insieme'si fa scudo, si torna umani, si prova a vincere la storia di dolore che viviamo da due anni. Grazie Giusy, la tua metafora vale più della retorica quotidiana. Sei nella Storia e la narri attraverso l'Arte pura. Ti voglio un bene infinito.
RispondiEliminaRICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaVersi incisivi che fanno riflettere storni assonnati e falchi feroci.
E gli uni e gli altri - se non si affretteranno a salvare il Mondo - saranno inghiottiti dal Sole, dopo il suo ultimo tramonto.
Bravissima Giusy!
Roberto Mestrone
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaL’ANNO NUOVO DEI BIMBI
(speculando sul “Buon Anno” di Giusy Frisina – lunedì 3 gennaio)
Mi aggrego al “Buon Anno” dell’amica Giusy Frisina per fornire alcuni spunti di riflessione sulle suggestioni da lei espresse con versi di feconda lucidità.
Auguro al suo monito di convertire in buoni samaritani coloro che gettano l’ombra laddove il Sole della Provvidenza vorrebbe posare i suoi raggi per stemperare le miserie degli emarginati.
Caino dei giorni nostri rimpinza le scorte del proprio tornaconto con gli espedienti dell’indifferenza e dell’opportunismo, mentre Abele si affida alla fragile risorsa della rassegnazione.
E a chi naufraga nel Mare N(M)ostro, orgoglio di floride sponde, il destino non riserva neppure il conforto di un avello.
Esorto i bimbi orfani di futuro, mortificati da muri di razzismo e da assurde rivalità, ad unirsi “in volo per combattere il falco che attenta alle loro vite”! Indossando le candide divise dell’innocenza non sono asserviti all’avaro arrivismo né umiliano la coscienza svendendola al dio denaro; tracciano sentieri di bontà attraversando sogni senza frontiere e la smania di possesso che talvolta li coinvolge ha la caducità di un castello di sabbia: “questo è mio” – refrain inossidabile nel tempo – è un peccato originale, nell’infanzia fugace e inoffensivo; non provoca sanguinose invasioni né guerre atroci.
Durante le estati della mia lontana verde età ci si trastullava nei prati con spade di legno e lance di cartone.
E la tregua tra i compagni di gioco era siglata con l’accordo dei sorrisi, evitando di imbastire azioni di rivalsa o armistizi vessatori.
Oggi le play station hanno soppiantato le rincorse sui campi relegando mente e gambe in una stanza, ma è ancora il girotondo all’aria aperta ad adunare ragazzi in cerchio a “far scudo tutti insieme”… “senza divisioni di sorta”, e compiere un “giro completo” intorno all’astro incontaminato della Felicità.
Entusiasmarsi nel risaltare il raggiungimento di modesti traguardi è motivo di sogghigno per l’uomo avvezzo al trionfalismo del vacuo interesse personale, volto a ignorare il fratello bisognoso di aiuto.
L’accontentarsi del necessario per vivere è un requisito poco gradito agli adulti ma a portata di mano dei fanciulli; loro riescono ad assegnare spessore e dignità alle piccole soddisfazioni del quotidiano, agevoli successi capaci di assicurare pennellate di serenità e appagamento a chi li sa cogliere e condividere.
Non cerchiamo di avvicinarci alle vette della gioia scalando pendii di compromessi.
Quando ci manca la pacca sulla spalla, consoliamoci riassaporando quegli attimi gratuiti di letizia che da bimbi ci contagiavano, al risveglio, la mattina del Santo Natale.
Buon anno!