giovedì 17 ottobre 2013

N. PARDINI: ORFEO E EURIDICE



Rubens: Orfeo e Euridice



L’ultimo dono

E ti rivivo
accanto nel mio banco
mentre indecisa
tenevi la tua mano nella mia.
Procedeva Orfeo
tra i flebili lamenti
di spenti antri;
procedeva in silenzio
e il lento incedere vedeva
del nuziale corteo.
Già filtravano i raggi
dentro l’Ade
e già l’uscita
apriva grande luce.
Ma il tempo non avesti, Orfeo,
di gridare Euridice
che l’immagine svanì
nella caverna.

Solo nel giorno
steso in mezzo al prato
per due volte la morte
ti aveva condannato.

La mano ancor più stretta
mi tenesti, o primo amore,
porgendo sguardi teneri
al mio viso,
ed un sorriso di pianto,
è l’ultimo dono che mi resta
tra i simboli dei miti                                                    
che uniti noi ascoltammo
fulgenti di bellezza.


Nazario Pardini 


1 commento:

  1. Lirismo dall'inconfutabile pathos estetizzante, quello di Nazario Pardini, che indugia su tutti i tasselli del mosaico della vita. La sua ars inveniendi dipinge idealmente tutti i moti del cuore, per poi vergarli in un linguaggio epigrafico e sobrio che subito si insinua e permea i meandri dell'animo umano. Il Poeta è magistrale nel far vibrare, emergere e veicolare suggestioni e pulsioni. I suoi versi sono una brezza che respira armoniosa, senza confini, senza catene. Le sue poesie intense e fluenti sono euritmica estasi, percorso verso la propria omeostasi esistenziale che non trascurano, nondimeno, speculazioni struggenti e nostalgie per tutto ciò che si è eclissato tra le metafisiche pieghe del tempo. Nazario Pardini è Poeta di sublime magistero lirico, sovente intriso di valori etici che affascinano il lettore, trasportandolo in un universo di auliche ed incisive emozioni.

    Mauro Montacchiesi

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