lunedì 18 aprile 2016

UBALDO DE ROBERTIS: "E BRUCIA" DA"PARTI DEL DISCORSO POETICO"


Ubaldo de Robertis: Parti del discorso (poetico).
Marco Del Bucchia Editore. Massarosa (LU). 2010. Pg. 104



DAL TESTO

E brucia
ancora brucia
questa assenza
e mi frusta il terribile vuoto
la sabbia cocente che era nostra
come le schiume
dove altri ignari ondeggiano
nell’ardente batticuore
della loro stagione
sacra
mentre io
non ho ancora perso il vizio
di piangere (pag. 30 del testo).

8 commenti:

  1. Poesia d'amore e di vita: rievocazione, nostos, saudade, immagini, un volo verso il cuore dell'esistere, verso l'esistere del cuore; un verbo nuovo e innovativo che con potenza iconica abbraccia tempi e ricordi di una realtà fattasi canto.

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  2. La “stagione / sacra” è senz’altro la stagione dell’amore ( e magari della giovinezza), quella che incalza il cuore con il suo fuoco dirompente e divoratore, con l’irripetibile estasi che annulla ogni altra presenza e tutta la realtà circostante. Poi arriva il distacco, l’assenza; sulla giostra dell’amore salgono altri, anch’essi chiusi nella loro bolla di felicità, “ignari” -per il momento- di quanto possa essere drammatica e traumatica un’assenza come quella che tormenta il poeta. È la storia della vita che si ripete, in fondo sempre uguale, ma invece sempre nuova e particolare se rapportata al singolo individuo.
    La poesia, compatta nella struttura (in realtà si tratta di una sola strofa), si avvale di una sostanza verbale che incarna degnamente percezioni e sentimenti, offerti al lettore attraverso una versificazione che rende fedelmente i tempi (e i tonfi) dell’anima. Mirabile la chiusa, una vera e propria “pointe”.
    Pasquale Balestriere

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  3. Mi complimento vivamente con Ubaldo per il testo tratto dal suo "Parti del discorso".
    Una lirica asciutta, mi spingerei a dire: ermetica (senza nessuna connotazione negativa, s'intende), figlia dell'ermetismo ungarettiano, per intenderci, del sentire profondamente il dolore della perdita, della mancanza.
    Una ferita che "brucia", non smette di bruciare nell'anima di chi non ha ancora perso il vizio (e la virtù) di piangere.

    Sandro Angelucci

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  4. Torno sul blog e mi fermo rapita sulla lirica del caro Ubaldo. 'Brucia cocente' con il suo il mio cuore, trascinato nel vortice della malinconica nostalgia affrescata con pennellate poderose e calde, che sanguinano dolcezza. L'amore, troppo spesso banalizzato, per forza di cose inflazionato, s'erge fiero e domina il tempo, il suo scorrere inesorabile,
    la sua eternità di un attimo, di una 'stagione sacra',
    che diverrà pozzo dal quale attingere energia per darsi ragioni e continuare a vivere. La perdita è l'atto d'amore più difficile da elaborare. Credo esistano due sole certezze: 'la gioia di aver avuto un amore deve divenire più forte del dolore di averlo perduto'- Sant'Agostino-; e, se anche non ci è dato sapere come siano quei Campi Elisi dove andremo e dove altri affetti ci hanno preceduto, possiamo, invece, essere certi che non avvenga mai una definitiva separazione. Si resta uniti in modo diverso. Non è facile accettarlo, ma credo occorra crederci... Ciò non toglie che lo strappo della perdita ci induca al 'vizio di piangere'... E su questa chiusa che stringe il petto, si piange. Senza ritegno. Come bambini e come creature vere.
    Maria Rizzi

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  5. Ci sono stagioni sacre che esplodono in fioritura di vita, le stagioni folli e divine dell'innamoramento.
    Poco importa a chi sta amando se lo scotto da pagare è poi "il terribile vuoto dell'assenza". Il dolore da essa procurato è un sentimento irrazionale a cui è difficile opporsi. Brucerà, brucerà l'assenza, ma di nuovo ignaro vorrà tornare a ondeggiare chi ha conosciuto la gioia intera dell'amore e l'intero pianto.
    Questo è solo il mio pensiero che forse non coincide con il messaggio della poesia ma è l'augurio che voglio fare al poeta, avendo anch'io conosciuto il "vizio" (che immagine efficace!) del pianto.
    Grazie Ubaldo De Robertis per questo capolavoro di bellezza.
    Annalisa Rodeghiero

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  6. Ringrazio Nazario Pardini, Pasquale Balestriere, Sandro Angelucci, e Maria Rizzi, amici e maestri di scrittura e di lettura. Un grazie particolare alla mia nuova gradita “conoscente”, la gentile Annalisa Rodeghiero. Ho capito come abbia potuto cogliere con precisione millimetrica i mie sentimenti, quando ho letto su questo stesso blog la sua bella poesia Preghiera all'alba da: Di Spalle al Tempo. La ringrazio nuovamente.
    Ubaldo de Robertis

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  7. A un ringraziamento particolare si risponde ringraziando e lo faccio di cuore, conservando queste parole gentili che il poeta Ubalo de Robertis mi ha riservato, qui e su questo stesso blog a commento della mia poesia " Preghiera all'alba".
    Ancora complimenti.
    Annalisa Rodeghiero

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  8. http://nazariopardini.blogspot.it/2016/04/annalisa-rodeghiero-preghiera-allalba.html
    Un piccolo segno anche qui.
    Grazie ancora.
    Annalisa Rodeghiero

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