sabato 29 settembre 2018

E' MORTO DALMAZIO MASINI


Cari, 
purtroppo vi devo annunciare la scomparsa di Dalmazio Masini, presidente dell'Accademia Vittorio Alfieri. E' deceduto il 23 settembre. Mi sento in dovere di dirvelo, essendo iscritto all'Accademia Vittorio Alfieri e all'IPLAC, due associazioni gemellate e amiche. Lascia un vuoto incolmabile e mi piace sottolineare che è stato mio maestro. Se ci siamo incontrati è stato grazie a lui, ai suoi insegnamenti e alla amicizia con l' IPLAC che ho potuto conoscere grazie a Dalmazio. Ha dato un contributo fondamentale allo studio e alla riscoperta della metrica. Roberto Mestrone lo sa. Nicola Rizzi scriveva in metrica e se lo avesse conosciuto ne sarebbe stato estasiato. Mi onoro di essere stato suo amico e ne voglio ricordare l'immensa bontà e generosità, la disponibilità in ogni momento ad aiutare gli amici. Purtroppo negli ultimi tempi è stato molto male e, come si dice purtroppo in questi casi, ha finito di soffrire. Fra i suoi tanti successi svetta la vittoria come autore del testo della canzone "I giorni dell'arcobaleno" interpretata da Nicola di Bari e vincitrice del Festival di San Remo nel 1972 (la trovate facilmente su YouTube) e le tournée teatrali del "Giulio Cesare" di Shakespeare per la regia di Romeo Castellucci, dove Dalmazio, interpretando Marco Antonio, ha girato tutto il mondo (Russia, Stati Uniti, Australia, Israele, Grecia e altri paesi).
                                                                                             Alessandro Perugini

5 commenti:

  1. Caro Alessandro,
    mi consenti di scrivere di Dalmazio,. che sento ancora vivo, e te ne sono grata.
    So di essere stata l'intermediaria della tua conoscenza con Lui, grazie al Premio
    Nicola Rizzi, che hai vinto anni orsono ad Abano Terme, nell'ambito del Concorso "Voci",.
    ma non sai che sia io che mio padre avevamo con Lui un'amicizia antica e molto solida.
    Fui io a conoscerLo, vincendo incredibilmente il "Trofeo Colle Armonioso" nel 1997, poi subentrò
    Papà, che si classificò secondo e terzo nel Dolce Stil Novo. Parlavamo tanto con Dalmazio ed
    era un'autentica Scuola di Cultura. Il successo con "I giorni dell'arcobaleno" gli consentì di curare
    la Biblioteca fiorentina e di portare avanti con entusiasmo l'Accademia Alfieri.
    Mi scriveva che occorre evitare di cimentarsi in migliaia di liriche. Non credeva nei poeti troppo
    proliferi. La poesia va vista e rivista, limata fino al possibile.Quando passai alla prosa decisi di sottoporGli
    i miei racconti e con rara onestà intellettuale, mi consigliò di dedicarmi ad essa, in quanto la poesia
    era la fonte dalla quale potevo distillare materiale per scrivere, ma non il mio habitus. E aveva tutte le ragioni del mondo.
    Ricordo con gioia, gli articoli che mi spediva sulla meravigliosa occasione che visse con il
    teatro, nel quale interpretò un magnifico Marco Antonio nel "Giulio Cesare" di Shakespeare.
    M'insegnò che i le debolezze possono, talvolta, diventare punti di forza.
    Il rondò, la forma metrica che i poeti che si cimentano in questo stile, scelgono spesso, fu una Sua
    invenzione.
    Eppure era uomo umile, riservato, che coltivava le amicizie solo se Le sentiva autentiche.
    Dopo la morte di mio padre nel 2007, tutti i vincitori o i partecipanti alla sezione "Nicola Rizzi" che i soci
    vollero intitolarGli, parteciparono ai Concorsi dell'Accademia Alfieri. E vinsero spesso premi importanti.
    Non credo che Dalmazio Masini ci abbia lasciati. E' passato in un'altra dimensione spazio - temporale.
    La Sua Arte lo renderà eterno. Mi piace salutarLo con le parole di Sant'Agostino: "La gioia di AverLo avuto
    è più grande del dolore di averLo perduto"... Anche se sono convinta che il verbo 'perdere' non si addica
    a simili situazioni. Gli stiamo dando il nostro dolce "arrivederci".
    Grazie, Amico caro, ci ritroveremo... Hai ancora tanto da insegnarmi.
    Maria Rizzi


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  2. Anch'io ho avuto il piacere di conoscere, anche se non di presenza, il Prof. Dalmazio Masini. Era nel lontano 1990 e partecipai, ancora una volta (visti i risultati ottenuti in precedenza), al premio indetto dall'Accademia Vittorio Alfieri: Trofeo Colle Armonioso ove conseguii il 2° posto in graduatoria. Ne seguirono piacevole telefonate sfocianti in una reciproca stima fino al punto di esternarmi, con accorati toni, il Suo disappunto e/o la Sua avversità per la poesia a verso libero essendo Lui uno strenuo assertore della poesia in rima; addebitando la causa della deriva della poesia in rima a Ungaretti. Ciononostante apprezzava comunque i miei versi definendoli: "freschi e musicali". Divenni socio dell'Accademia riscuotendo lusinghieri apprezzamenti. Ora che purtroppo il prof. Masini è passato a miglior vita tale ricordo mi è parso averlo assai più nitido. Pasqualino Cinnirella

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  3. Un educatore alla poesia, la terra gli sia lieve

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  4. Vorrei, di Dalmazio, ricordare la parte gioiosa. Lui veniva abbastanza spesso a Genova alla Stanza della Poesia e alla Società di Storia Patria, luoghi poetici entrambi parte del Palazzo Ducale. Si stava bene con Dalmazio, uomo di grande passione, incline dunque alle forti arrabbiature, ma anche a sane gioiose risate. Si divertiva un mondo quando leggevo certi miei strampalati testi e quando, non trovando le rime, inventavo parole. Ci fu il periodo in cui, a causa della perdita di mia madre, avevo smesso di scrivere. Si arrabbiò tantissimo.Mi urlò, per quel che poteva, che non avevo nessun diritto di smettere. Qualche mese dopo ci reincontrammo alla Stanza. "Scrivi?", mi chiese. "Sì", risposi. "E che cosa ti ha indotto a riprendere?". "Ho letto Il diario di una schizofrenica". Dalmazio scoppiò a ridere:" Dunque ti sei fatta un giro nel mondo dove tutti noi poeti dovremmo andare, il mondo dei matti senza confini. L'importante, dopo, è riuscire a tornare indietro. Andare e venire, andare e venire! E quando torni, non ascoltare mai nessuno".
    Ecco, questo è Dalmazio ( chiedo scusa, ma non riesco ad usare il passato), sempre se stesso. Grazie, amico geniale e, per me, dolcissimo.
    Ti vorrò sempre bene.
    Maddalena Leali

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  5. Da ponte vecchio ai lungarni, quante passeggiate in cerca di parole , visi , storie e nuove canzoni.Dalmazio dal cuore buono, nei gradini di palazzo vecchio e oltrarno anonimo nei vicoli tra folla e gente trovava le parole e le seguiva come il profumo lasciato da belle donne.

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