lunedì 1 ottobre 2018

N. PARDINI LEGGE "INEDITI" DI NUNZIO BUONO


Una poesia agile, intima, snella e metaforicamente vicina, quella di Nunzio Buono. I versi si succedono con armonia e ontologica presa per concretizzare gli abbrivi emotivi. C’è la vita con tutte le sue fragranze: l’amore, la saudade, il memoriale, l’odeporico slancio verso i misteri del poièin, verso tutto ciò che ci è nascosto e che ci sembra irraggiungibile per le nostre flebili forze mortali.

Così l'autunno.
L'ombra dissolta dai rami
lascia spazio al sole basso delle case.
Le voci dell'estate sui gerani sfumano nel grigio.

E tutto sembra sfumare nel grigio in questo autunno che tanto rassomiglia alla vicenda terrena. È questa la stagione dei poeti, di quelli che meditano sul fatto di esistere; sulla precarietà dell’ora e delle stesse memorie.

- Quanta vita vive nella polvere?

Due treni è materia; in mezzo
il pensiero viaggia senza direzione.

Quanta vita vive e muore. Quanta parte di essa viene ingollata dall’oblio. Ma restano le cose sacre, quelle indistruttibili, quelle che accompagnano il nostro esistere facendosi forza rigenerante; abbrivio di cuore e di intelletto; di giorno e di notte, di vuoto e di pieno, di male e di bene in un diacronico succedersi di antitesi fra loro inanellate da un edenico e reale messaggio d’amore:

Nell'anima delle cose
ho intessuto la mia essenza
e mi sono fatto parte di loro.

Su queste tacite labbra
resta di te l'amore che ho dato.

Dare l’amore è per il poeta l’essenza della vita, il focus del canto, l’unità indissolubile dell’erotica eticità dell’anima.
Fino al mare, ai suoi illimitati orizzonti, a quella libertà a cui l’uomo aspira; fino al senso del tutto, quello che ognuno ha in sé e che cerca di tenerlo stretto nelle mani:

Qui il mare arriva da lungo
ed io lo fermo ora, letto nelle mie mani.
  
Quel tutto che contiene nella sua plurivocità il giorno e la notte, l’essere e il non essere, la pienezza della vita e la coscienza della sua precarietà; il sole dell’estate, e quel fardello di parole consumate dal vento:


Per terra le foglie d'un estate, manciate di parole.
Un piccolo silenzio calpestato.
Nel tuo mancare una presenza di giorni, le notti brevi
e un vento che percuote l'ombra del sambuco.

La versificazione corre armoniosa, dando il meglio di sé nei momenti di maggiore liricità; là dove il poeta sente vicino l’alone di un sentimento che preme per tramutarsi in verbo; per vedersi concretizzato in euritmiche soluzioni lessicali. 



Il cielo è basso al mare


Così l'autunno.
L'ombra dissolta dai rami
lascia spazio al sole basso delle case.
Le voci dell'estate sui gerani sfumano nel grigio.

La nebbia tutto veste nel chiaro della sera.
Una donna chiama un raggio di luce tra le persiane.
La notte ha spento il giorno sulle ultime foglie.

Mi spoglio
al silenzio della tua voce.
Il cielo è basso al mare.

Dove sono andate le poesie
quelle, che si scrivevano col sostantivo e il verbo
e la consonante tra le vocali.

Ora, che l'apostrofo dell'amore conta altre sillabe
e le nostre sono voci lontane.

Nunzio Buono


Quanta vita

Ho risposto a una parola. Solitaria.
L'intesa dei due sensi. Ascoltati.

L'anima che si compie e trema dinnanzi al verso.
Alla luce del silenzio ho parlato le sue lettere.
Io motrice dell'io.

Ho guardato
un volo di parole farsi neve. Ali leggere.

- Quanta vita vive nella polvere?

Due treni è materia; in mezzo
il pensiero viaggia senza direzione.

Nunzio Buono
L'anima delle cose

La notte rimase spenta
sulla luce di cera che ancora
accennava un verso d'aria.
Tante volte ho atteso.

Quando la stanza urlava il vuoto
allungandoti la mano ti ho parlato
e tu, scesa dalla tela hai spogliato la tua attesa
vivendo le mie braccia.

Nell'anima delle cose
ho intessuto la mia essenza
e mi sono fatto parte di loro.

Su queste tacite labbra
resta di te l'amore che ho dato.

Nunzio Buono


Dove arriva il mare

Sarò dove tu mi senti ed io non vedo
tra quelle mura vive d'altri luoghi.
Da me a te c'è una linea invisibile di suoni.
Mi penserai come un vissuto.

Gocce d'ore.
Dalle persiane la luce che ferisce.

Qui il mare arriva da lungo
ed io lo fermo ora, letto nelle mie mani.

Ho visto la tua casa, sognante.
Il vento rimase sulla porta, fuori da noi.
Entrai nel silenzio e ascoltai la tua voce.

Eri lì da qualche parte, dentro un rigo di versi.
Ho iniziato a sentirti pulsare sulla mia pelle.

Nunzio Buono


Quello che resta è quello che ho dato.

Dal silenzio ho preso le labbra.
Una finestra socchiusa sull'anima.

La distanza di un volto mentre squilla la luce;
la voce che esige un ricordo. Ecco cosa siamo
una parola al telefono, un video riproposto.

Forse ancora
c'è un riflesso in quel fiume
che per un attimo ci ha tenuto le forme.

Siamo gli anni che si contano alla fine
un tempo lungo di memoria che non muore.


Nunzio Buono


Ti ascolto, ora che è buio


Resti un girasole
alla finestra della luce.
Due volti in altri luoghi. Ho colto
i tuoi frutti migliori dalle mie fotografie.

Ho scorso il mare.
Un viaggio a metà tra le lenzuola. Il fischio del treno.
Intona un pendolo a gocce un silenzio di rintocchi.
Tra le righe bianche d'un foglio, recita un nome senza voce.
Il sole richiama i suoi caldi nei viali di Settembre.

Una radio
cantava Aznavour nelle stanze di ieri.
Tutto il vuoto è pieno di te.
Il cielo capovolge le nuvole.
Forse piove sulle foglie.

La sera, la luce.
Il girasole si è spento nell'ombra.
Ti ascolto, ora che è buio.


Nunzio Buono


Come foglie


Nelle stazioni di ogni ora
c'è chi parte e chi resta una stazione.

Tacciono nei giorni al tramonto
le ali smesse dei gabbiani.
Un urlo alla periferia dei suoni.
Le tue parole compiute. Risacca alla deriva.

Mi porti
in un angolo di te
dove ti ho vissuto il tempo di un saluto.

Non ci sarà parola
a cercarmi in una voce né una bocca per dirla.
Resta tra le tele incompiute un filo di luce, sospesa
tra il bianco e il corvino degli occhi; il pianto.
Una macchia sul foglio.

Per terra le foglie d'un estate, manciate di parole.
Un piccolo silenzio calpestato.
Nel tuo mancare una presenza di giorni, le notti brevi
e un vento che percuote l'ombra del sambuco.

Ho tutte le volte che non torni,
nelle mani le tue e una carezza veloce
per chiudermi, nell'ultimo tuo sguardo.


Nunzio Buono


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