venerdì 5 ottobre 2018

TULLIO MARIANI: "BALLATA..."



Tullio Mariani,
collaboratore di Lèucade
Tullio Mariani si presenta sugli scogli dell’isola non per tuffarsi, alla Saffo, nei fondali della dimenticanza, ma per darci dei consigli da esperto “nel far danno”. Una ballata nelle mani di una versificazione morbida e fluente, dove accessori metrici tipo settenari si sacrificano per dare rilevanza ritmica alla potenza sonora dell’endecasillabo (fin dal primo risveglio del mattino...); per contenere dei suggerimenti malefici che il  poeta ci propina con un realismo di sottile eleganza: scogli, piste scomposte ed erte, bordi scivolosi di burroni, vecchi treni incerti dell’arrivo: vuoi tu dell’insuccesso essere certo?, Io sono qui, rivolgiti all’esperto! Così Mariani ci liquida, magari riferendosi ad una cruda realtà da evitare con burroni in cui gettarsi a capofitto.

N. Pardini



BALLATA DELL’ESPERTO NEL FAR DANNO
                   Autopromozione

Voglia di farsi male
la indossiamo ogni giorno
fin dal primo risveglio del mattino
e seguiamo il rituale
di studiare l’intorno
alla cerca di scogli, ché il destino
di per sé non ci forza all’affondare;
ma io sono esperto, ti potrei insegnare!

Strade vaste ed aperte,
agevole cammino:
son facili? Non possono esser buone!
Piste scomposte ed erte
in tempo serotino
e il bordo scivoloso d’un burrone;
non sei ancor certo di precipitare?
Io sono esperto, ti potrei insegnare!

Treni moderni, rapidi
e comodi, efficienti
ti portano sicuro al tuo obiettivo.
Oppure aromi sapidi,
binari fatiscenti
di vecchi treni incerti dell’arrivo.
Non sarà garantito il deragliare,
ma io sono esperto, ti potrei insegnare!

Una coda, a spiegare:
vuoi tu dell’insuccesso essere certo?
Io sono qui, rivolgiti all’esperto!

5 commenti:

  1. Caro Tullio, ti sei dato alla poesia satirica e me ne rallegro perché questo genere è
    estremamente più difficile di quello lacrimoso che accomuna molti poeti o sedicenti
    tali. Anche a me piace scherzare con i versi e so, per esperienza, che trovare
    l'argomento nuovo per strappare un sorriso senza cadere nel banale non è cosa da
    poco. Anche questa metrica variegata è molto apprezzabile e forse – in quanto non
    sarà capita – ti farà trovare più consensi di qualche altro tuo testo precedente
    altrettanto “ intrigante”. Ma ricordati sempre: pochi ma buoni. Ciao, alla prossima.
    Carla Baroni

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  2. Grazie Carla. Non ho però inventato nulla di nuovo, il calco metrico di ogni strofa è una stanza petrarchesca, es.

    Chiare fresche e dolci acque
    ove le belle membra
    pose colei che sola a me par donna
    ..............

    Ciao, alla prossima.

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  3. Vien voglia di commentare, quando un nucleo di versi -come questo- rivela qualità e densità poetiche coniugate con la leggerezza dell’autoironia e del paradosso. È proprio un bel leggere questa composizione, che solo esternamente si lega alla tradizione e al canone: e tuttavia a me pare che, pur nella precisa osservanza di una gabbia metrica, endecasillabi e settenari scolpiscano alla stessa maniera, e cioè ugualmente bene, i tempi e l’argomento del componimento, corredato da cordiale e vivace scelta lessicale. Si vede che a Mariani non difettano i ferri del mestiere e la capacità di tessere poesia.
    Perciò devo complimentarmi con il poeta e con Nazario, sempre efficace nelle sue presentazioni. Una piccola osservazione: io all’aggettivo “serotino” del v. 13 avrei posto l’accento sulla “i”(serotìno) per significarne al lettore lo scarto o la deviazione, in omaggio alla rima, dalla forma regolare (seròtino).
    Pasquale Balestriere

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    1. Grazie del prezioso commento e della correttissima analisi ti avverto sintanizzato alla stessa mia frequenza, e questo mi aiuta ad illudrmi di non essere del tutto un bischero. Quanto a serotino piano o sdrucciolo, l'ho trovato poche volte, almeno quarantacinque anni fa, in qualche poesia che non ricordo, e il ritmo del verso lo imponeva piano. Qra hq imparato una cosa nuova, e te ne ringrazio. Arisentirci, sperando anche di incontrarci di persona in qualche occasione di poesia.

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