mercoledì 24 ottobre 2018

MARCO DEI FERRARI SU "LA BELLEZZA" DI M. COSSU


LA GLORIOSA “BELLEZZA” per MARISA COSSU
riferimento all'articolo di Marisa Cossu nel mese di ottobre
https://nazariopardini.blogspot.com/2018/10/marisa-cossu-la-bellezza-abita-qui.html


Marco dei Ferrari,
collaboratore di Lèucade


Marisa Cossu, con incisiva percettibilità interiorizzata, glorifica la “Bellezza” e legittima la sua co-esistenzialità genetica nell'essere umano. Si tratta di un'analisi impeccabile nel contesto “classico” della definizione ma  superata nel momento storico contemporaneo dell'esplicazione creativo-cognitiva prevalente.
Infatti l'attualità non sembra premiare l'interiorità dell'essere, ma tende a nullificarne l'esistenza (storicamente intesa) aprendo orizzonti impensabili ed imprevedibili alla funzionalità della “tecno”. Una “tecno” che fagocita velocemente ogni esperienza ancorandola a modelli e dogmi incompatibili con le precedenti ricettività artistiche articolate nella storia degli esseri umani. La “Bellezza”, in quanto dimensione creativa, subisce lo strapotere della “tecno” e si trasforma (al di là della dicotomia “bellezza-bruttezza”) in un neutro confluirsi di scenari sempre più “virtualizzabili” e conformabili ad ogni evenienza e progettualità estetico-socio-economica. Non è il “noi” che definisce la bellezza, ma è l'altro da noi che la circonda e nullifica nel “mixare” più dilagante e deformante.
In effetti nell'oggi solo il circuito mediatico legittima ogni gradimento di “neutralità” estetico-essente condivisa e condivisibile. “Mostre” eccellenti e “Musei “ affollati non devono ingannare in quanto si manifestano come conseguenze di procedimenti commerciali medianico-mediatici gestiti dalla totalizzazione della “rete” che si “compatta” nelle sue più diversificate realizzazioni espansive e invasive. Tutto questo sottolinea la situazione estetico-artistica contemporanea. Il futuro (in proiezione prospettica) già ci propone intelligenze artificiali, AppStore (programmi sui dispositivi mobili infiniti) robot, robotica evolutiva, automazione del design, connessioni globalizzate in rete e molto altro, spalmato in ogni settorialità anche artistico-cognitiva (oltre dunque la sperimentalità neuro-estetica indicata dalla Cossu). Tali “novità” strumentali a nulla rispondono se non alla nuova logica della dimensione tecnotronica sempre più “virtuale” e lontana dalla “poiesis”, intesa come paladino della “Bellezza” creativa e congenita.
Questa premessa conduce a conseguenze quasi incredibili: concetti teorizzati di enorme valenza storico-culturale come “ontologia” (filosofia dell'Arte), “socio-estetica”, metafisica trascendentale e mimetica, estetica analitica immanentistica, ecc... sembrano ridursi progressivamente a mere elucubrazioni di approccio metodologico, ormai inutilizzabili e archiviande dai “padroni” del web dominante. Di qui il collasso inevitabile della percezione della “Bellezza” connesso all'avvento della “nuova società” consumistica avanzata e del “nuovo” essere sempre meno“umano”; in un ibridismo  globale che non risparmierà cose, persone, teorie, tendenze, società... Si tratta dunque di un   futuro  asettico che senza stimoli percettivi autonomi (solo etero-diretti dalla “rete” anonima), sottende la fine dell'Arte tradizionale connotata nel circuito “cuore-cervello” (delineato dalla Cossu) per sostituirlo con virtualità disomogenee e codificate in dogmatiche artificiali umanoidi o androidi o pseudo umane che nulla condividerebbero con la nostra attuale visione delle Arti e della Bellezza (che tuttora sembrerebbe resistere con fatica all'assedio). Un plauso dunque per Marisa con la tristezza per un destino poco attraente che sta per sopraggiungerci inesorabilmente.

Marco dei Ferrari   


2 commenti:

  1. Un saggio filosofico che muove dalle più recenti conclusioni di studi accreditati, interdisciplinari e multidisciplinari, di un modo nuovo di guardare alla critica d'arte. Non è detto che io condivida in toto, ma un approccio deve pur esserci alla comprensione di fatti tanto notevoli per la concezione stessa di "umanità" Questo l'ambito in cui procedo anche per le mie caratteristiche di docente psicopedagogista. La neuroestetica, a partire dalle scoperte di zone ed attività del cervello esplorate con mezzi tecnologici sempre più raffinati, formula l'ipotesi, avvalorata dalla ricerca sul campo, che queste zone siano predisposte al riconoscimento di costanti della bellezza. Ho anche citato alcune opere di noti studiosi, neurobiologi, artisti, critici d'arte, che, lavorando insieme, hanno spiegato le emergenti congetture intorno linguaggi dell'Arte. "La Bellezza abita qui", non è un titolo assertivo, ma un contributo di interesse alla ricerca del bello, attraverso il mio modesto argomentare, nel luogo psichico in cui essa viene elaborata dall'apparato neurobiologico. Un modo di "guardare dall'interno", come afferma N. Goodman. Ha ragione l'amico De Ferraris a porre domande, è il compito della scienza. Ma poesia e scienza, Arte e cervello costituiscono un rapporto cognitivo, nel senso che il poiein è il prodotto più alto della espressione umana nella sua totalità. Caro amico, ti ringrazio per il tuo accurato commento. Sia pure divergenti in alcune considerazioni siamo accomunati da profondi interessi culturali. E, poiché nella scienza, nella ricerca e nell'arte, non c'è nulla di definitivo, entrambi dichiariamo le nostre idee in uno scambio molto gratificante, consapevoli che ci saranno altre occasioni di incontro.
    Marisa Cossu

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  2. Chiedo scusa a Marco dei Ferrari per l'inesattezza del suo nome. Mispiace.
    Marisa Cossu

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