venerdì 1 novembre 2019

NAZARIO PARDINI LEGGE "DUE LIBRI DI BRUNA CICALA"




Bruna Cicala. Tra dune di lava antica. Associazione “I rumori dell’anima”.  2015. Roma.
Bruna Cicala. Tra rovi e pietre preziose. Associazione  “I rumori dell’anima”. 2017. Roma.


Mi sono giunti oggi 21 ottobre due testi di Bruna Cicala, editati per i caratteri di Associazione I rumorii dell’anima, di Roma. Due testi eleganti, ben fatti, per copertina (Donna in ombra di Orlando Cristiani, il primo, e particolare da Il rovo e le  parole di Tommaso Pantuso, il secondo), quarta, veste grafica, impaginazione. Prevale una introspezione dell’autrice sull’esistere, la vita, le meditazioni, il mistero, i labirinti dell’ignoto. Il tempo ed il suo fluire segnano una tappa fondamentale nel percorso poematico, e il tutto sembra parlarci della precarietà dell’esistere e della futilità del tempo che segna la nostra presenza terrena: “… Niente sarà come prima/ con l’urlo della terra/ e la pelle tra i ghiacciai/nella  notte scura” (Fragile nella notte scura). Ma è la  vita con ogni suo mistero, con ogni  suo imperscrutabile evento,   che fa da fil rouge nel dispiegarsi della narrazione: saudade, memoriale, repêchage di accadimenti determinanti di una storia,  stagioni, onirici élans verso orizzonti di libertà infinite. La corsa dell’uomo contemporaneo intrappolato in una società liquida e omologata rattrista la poetessa: “Siamo in corsa/prigionieri,/ ostinati controvento/ senza andare oltre la riva…” (Il tempo non ha tempo). Una riva oltre la quale l’autrice vorrebbe allungare lo sguardo per oltrepassare il limen entro cui è condizionato il suo essere. Poi eros, thanatos, l’assenza, Sfumata realtà, Sirena. Ogni palpito si affaccia alla scena lasciando segni indelebili: “… e non c’è mattino che nasce che non inizi con te,/ e nessuna luna che muore” (Per te); “Sei venuto questa notte:/ ho sentito il passo lieve/ e il calore del tuo fiato/ tra le trame del  lenzuolo…” (Assenza); “… L’estasi sale nel sogno sognato/ dove tutto diventa reale/ dove niente è peccato” (Sfumata realtà); “… Ti seduce col canto/vagheggiando sirena./ Poi sorniona ti affonda.” (Sirena).
Due libri che affondano l’indice in un poetare snello, audace, vitale, significante e dove la vita si dispiega totale e plurale con tutte le sue contrapposizioni di luci e di ombre. Ed è proprio dalla simbiotica fusione delle antitesi che nasce la fluente e melodiosa poesia di Bruna Cicala. Sì, luci ed ombre, giorno e notte, freddo e caldo, realtà e sogno, Tra rovi e pietre preziose. E’ lì che il sogno si consuma; in mezzo ad una natura non sempre agevole, corrispondente, propizia, ma disposta a concretizzare gli empiti emotivi che si susseguono con eleganza e spontaneità. E’ il mare che meglio rappresenta, con la sua profondità e la sua inquietudine, l’animo della poetessa: “… Mare aperto sepolcrale/ sprofondato negli abissi/ di speranza rese vane./ Mare amaro nelle pieghe, oggi svisceri il tuo canto” (Maree). Un tessuto poetico che avvalendosi di figure retoriche calde ed appropriate (metafore, sinestesie, paronomasia, assonanze, rime…) si snocciola su uno spartito ove i versi alternano le loro misure: a  estensioni ipermetriche di raddoppiamento di senari (Di schegge e di stille si avvince la notte…) seguono accessori di effetto contrattivo ed estensivo, sempre per reificare la passione di un animo sciolto in poesia. E il tutto verte con padronanza verbale e  corrispondenze fonetiche verso l’amore per il canto e la vita che come Ninfea danza nei giardini del tempo:

Non nasconderti Ninfa
tra paludi stagnanti
per vergogne sfrontate di altri,
allarga la veste di cera
e danza sull’acqua,
leggiadra e immota nel tempo.
Per quel dio  che ami ogni giorno 
non occorre morire ogni notte.

Un invito a viverla intensamente, con ogni nostro apporto, anche sognando, dacché il sogno ne fa parte. Non occorre morire ogni notte, afferma Bruna  Cicala, in questa ultima lirica del secondo testo, dove raggiunge vette di alto lirismo autobiografico, forse perché qui più che altrove parla in maniera simbolica del suo mondo e della sua sorte.           

Nazario Pardini

3 commenti:

  1. Lasciata sedimentare l'emozione, riesco finalmente a commentare su questo autorevole blog.
    Non voglio usare la solita classica -doverosa - onorata della sua lettura.
    Raramente ho trovato una corrispondenza al mio sentire espresso sulla carta dell'anima così come il Prof. Nazario Pardini ha fatto con generosità infinita e spontanea. Semplicemente, grazie!

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  2. Il professor Nazario si esprime se ci crede, ed ha creduto nei tuoi componimenti così musicali e così pregni di vita

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