venerdì 1 novembre 2019

NAZARIO PARDINI LEGGE "INEDITI" DI MADDALENA LEALI


Poesie musicalmente aderenti, quasi un ossimorico gioco coi contenuti intrisi ora di malinconia ora di memoriale: rinascita, risveglio, ritorni, saudade, tempus fugit. Sì, qui c’è la vita, ogni afflato emotivo: il dolore, la pace, l’élan verso un’isola che non conosca la morte. Si torna a figure di antiche primavere quando ancora “Il ceppo di rovere/ già era incandescente”. Si fanno avanti usi e costumi di una civiltà che forse ci teneva in pugno; ci caricava di affetti per cui le cose semplici, quelle che ora sarebbero desuete, avevano un grande valore, una carica poetica, soprattutto se rivedute da un animo che le ha tenute in seno a germogliare.  Ma il tempo fugge irreparabilmente e spazza via cose e persone, anche se Maddalena si oppone con tutta la sua energia lirica alla fagocità dell’ora, vivendo in cuore suo l’immagine di lapidi che riportano sul loro marmo la data d’inizio senza considerare quella della fine: “Su ogni pietra, su ogni croce di Cristo/ s’incide una data: quella che soltanto si nasce”. Una lotta la sua contro la figura di Thanatos, col ricorso a memorie di sana e potente icasticità.
  

  novembre

Mani operose
impastavano farina.
Mugghiava, nel camino,
il fuoco, ravvivato
dal soffio del mantice.
Il ceppo di rovere
già era incandescente.
Mio padre incideva le castagne
gettandole, poi,  nel padellotto
con i buchi, appeso alla catena.
Ed ecco la magia: giungevano tutti,
uno o pochi per volta.
Seduti attorno al desco,
si attendeva in silenzio.
Scoppiettio di bucce bruciacchiate:
caldarroste quasi pronte.
Crepitio di brace
sul coperchio della tortiera:
noi si teneva d’occhio
la sfida del lievito
nell’improvvisato forno.
Aroma di mele e di vanillina.
E dal forno, quello vero,
profumo di pane fatto in casa.                

Maddalena Leali



Cimitero di campagna

Vaga lo sguardo su volti piatti di porcellana
piccole lastre di irriconoscibile pietra.
Recinge la muraglia l’intimità di questa casa,
non c’è calpestio su ghiaia di cava che valga
a rompere il definito silenzio del giorno assolato.
Ammicca Morgana nel suo fatuo regno.

Non si coglie tristezza…

quassù dove si giunge
salendo la collina fra scarni cipressi adusi
a vedere lunghi filari, sterminati campi
e il Garda abbracciato a Manerba e Sirmione.
Passo sempre di qui nei miei rari ritorni.
Oltre il lago, il Baldo cortese m’accoglie a capo scoperto 
e azzurre le Dolomiti di Brenta traspaiono l’Adamello.

… né malinconia:

non esiste la morte per questa mia gente.
Si canta, voci di bimbi e di donne,
di giovani maschi e vecchi patriarchi.
Si racconta di sé e di loro senza nulla scordare,
mormorio accrocchiato sui consunti gradini della cappella.
Su ogni pietra, su ogni croce di Cristo
s’incide una data: quella che soltanto si nasce.

Maddalena Leali




4 commenti:

  1. Maddalena mia, se esiste un modo per celebrare questo giorno di ricordi in fila come le aste sui quaderni, è il tuo. Nazario ha detto tutto. Io sono un'aggiunta superflua, ma ci tengo a dirti la gratitudine per questi versi di straordinaria incandescenza poetica, che sono forti quanto e più delle mie preghiere. Io so pensare a ogni Amore con la fede, con "L'eterno riposo" , tu mi insegni che esiste il lirismo, che viaggia sul registro della verticalità e ci coinvolge tutti. Non so scrivere in poesia, ma il susseguirsi dei ricordi di "1 novembre"
    assorda il silenzio che palpita intorno da ieri notte. Le isole della memoria sono lì, vive, vicine e da esse attingo la forza per andare avanti, per sorridere, per considerare ogni giorno 'il giorno' e per conservare la forza e il coraggio del sogno. Sono lì, accanto a te, orchidea - Maddalena e incido ogni tuo verso nel mio vivere.
    Maria Rizzi

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  2. Ecco, qui esce il mio carattere, quello vero di una persona che si imbarazza davanti ai complimenti e copre la propria incredibile e agli altri sconosciuta timidezza con un chiacchiericcio da papera. Grazie Maria, grazie Nazario per i vostri bellissimi e affettuosi commenti. Ho sempre trattato la Morte come parte della vita, anche quando ne parlavo con i bambini a scuola. Non mi ha mai fatto paura: fin da piccola ne sono stata a contatto nella vita di campagna. In particolare, quando moriva qualcuno, si andava a casa del defunto per far compagnia ai familiari e consolarli. I miei genitori mi spiegavano l'accaduto e mi lasciavano toccare il morto. "La più vuota delle immagini"la definisce a ragione Massimo Cacciari , perché lei ti cammina accanto dal momento in cui inizi a esistere, discreta e silenziosa fino al momento di agire e mai nessuno è riuscito a rappresentarla se non in base alle proprie paure o agli stereotipi religiosi o artistici. Da questo tipo di vita e di educazione nascono i miei "antichi versi". Diverso è il discorso del dolore, l'atroce sofferenza per la sparizione dalla vita delle persone con cui hai condiviso la vita stessa, soprattutto se si è trattato di una bella vita.E', tuttavia, un dolore accompagnato dalla bellezza delle "cose" rimaste, dall'incisione nella mente dei piccoli grandi meravigliosi eventi che fanno affondare nell'oblio la brutalità dell'assenza per sempre.
    Grazie, Professore, per la sempre generosa ospitalità e per il dolce messaggio contenuto nella mail.
    Maddalena Leali

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  3. Bellissimi versi fatti di immagini e parole di alta suggestione. È Poesia dal linguaggio semplice e magico come solo sa esserlo la vera Poesia a cui abbeverarsi. Grazie Maddalena.
    Giusy Frisina

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    1. Ciao Giusy. Grazie di cuore. Magia è stato conoscerti e scoprire la bellezza e la profondità del tuo "essere", accompagnato da fresca e e immediata capacità comunicativa. Mi ritengo fortunata. Nella mia ormai lunga vita ho conosciuto moltissime belle persone, e tralascio di parlare delle centinaia di bambini che ho visto crescere e e diventare splendidi uomini e donne. Spero che ci si incontri presto, come ci siamo dette a Roma. Firenze/ Genova e viceversa non è un gran viaggio. Un abbraccio.
      Maddalena

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