sabato 26 marzo 2022

ORAZIO ANTONIO BOLOGNA: "BREVI RIFLESSIONI SULLA PITTURA DI LUIGI MARCUCCI"

 


ORAZIO ANTONIO BOLOGNA

BREVI RIFLESSIONI SULLA PITTURA DI

LUIGI MARCUCCI


Nel vasto e complesso panorama della pittura contemporanea, nella quale si sperimentano nuove forme e linguaggi sempre diversi, risulta difficile parlare di un pittore strettamente ancorato a motivi e temi classici, anche se non mancano opere, che si inseriscono nel variegato alveo dell’espressione artistica del nostro tempo.

Luigi Marcucci, quando affronta un tema e si pone davanti alla tela, non dimentica la sua formazione classica, ma interpreta la complessa e contradittoria realtà di oggi con squisitezza di intenti, rara sensibilità, acume penetrante. Sorretto da classica ed equilibrata compostezza, il pittore domina la scena con mano sicura, senza indulgere a suggestioni, che condurrebbero in un alveo pittorico non proprio. Le linee sgorgano nette, le figure sono sempre ben delineate tanto nelle forme quanto nelle proporzioni, che si perdono in uno sfumato impercettibile, destinato a restare e destare nell’animo dello spettatore sensazioni difficilmente descrivibili.

Quando lo spettatore o il fruitore poco attento si trova davanti all’espressione artistica di Marcucci, viene catturato da varie componenti, che dalla tela inondano l’animo e vi suscitano sensazioni ed emozioni, che l’arte, frutto e precipitato di vare esperienze assimilate e rielaborate con meticolosa cura, suscita e trasmette.

L’espressione artistica di Luigi Marcucci si concretizza in una pittura tenue, leggera e, nello stesso tempo, passionale, che cattura immancabilmente l’attenzione di chi si ferma davanti a una tela qualsiasi. Lo spettatore viene catturato dalla nitida compostezza delle figure e si addentra in un percorso interiore con pacata serenità: la tela veicola l’eterno e sempre vario messaggio della natura, catturata in momenti particolari e presentata con la luce tenue e soffusa un’intimità a volte mistica, a volte pastorale. Il pittore, forse inconsciamente, veicola un messaggio, che costringe il momentaneo fruitore a un intimo contatto col proprio io e lo trattiene davanti alla realtà mutevole, nell’apparenza banale: le nature morte, i ritratti di madonne, i paesaggi sono soffusi di luce morbida, proiettata sul dipinto con pennellate sicure e impercettibili, frutto di matura e attenta riflessione, nonché di un continuo esercizio.

Il pittore, meditabondo per natura e di carattere fermo, cattura la realtà e la imprime sulla tela, perché lo spettatore vi mediti sopra e non passi oltre senza riflettere, come spesso accade.

È estremamente difficile esprimere il flusso delle emozioni, che corrono tra chi osserva le opere di Marcucci e il modo, con il quale il pittore interpreta e propone i soggetti scelti per animare le tele e dar vita a un’espressione possibilmente compiuta. Entrare in empatia col pittore non è difficile, perché i soggetti scelti sono facilmente leggibili e comprensibile. Più difficile, a volte, è creare e controllare il flusso delle emozioni e vedere all’interno del proprio io la vita, la gente, il mondo circostante.

È possibile vedere nelle opere di Luigi Marcucci la linfa vitale, che anima i soggetti, la materia sempre identica e cangiante, che va e viene, si mescola e si fonde in una reazione alchemica avvincente e accattivante, destinata a durare nel tempo. l’osservatore viene pervaso dal flusso delle emozioni e si lascia trasportare in una visione del reale ottenuta con la semplicità e la lieve sfumatura dei colori sia in un fondo monocromatico, sia nel lindore dei cieli, che si perdono nell’orizzonte, nell’infinito.

Ogni qualvolta Marcucci si pone davanti a una tela, pensa a ciò che visto e, dopo averlo analizzato e filtrato mediante la sua sensibilità, lo fissa con pennellate rapide e precise. La tavolozza gli offre una vasta gamma di colori e di sfumature, che ciascuno può cogliere, leggere e introiettare in modo personale. Davanti a un lavoro di Marcucci bisogna cogliere le stesse emozioni provate dall’artiere, mentre riversa sulla tela il suo complesso mondo interiore o interpreta ciò che ha visto e rielaborato nel silenzio del suo io, nascosto dietro una natura morta o un personaggio sia esso reale o immaginario. A volte, soprattutto dopo una lettura superficiale o frettolosa, sembra che il pittore non colga o non lasci trasparire l’introspezione psicologica, in modo particolare davanti all’apparente freddezza di alcune madonne. Ma, se ben si guarda l’opera, nei mesti e delicati lineamenti del volto si legge da una parte la soavità di un essere superiore, immerso in nell’olimpica serenità data dalla grazia, dall’altra la consapevolezza di aver accettato un compito superiore a ogni umana immaginazione. Ad avvolgere la scena di un intimo e drammatico raccoglimento contribuisce il drappeggio, sapientemente distribuito all’interno dello spazio stabilito. In questo contesto, piuttosto limitato, bisogna cogliere la capacità di introspezione e di immaginazione, che per la morbida sfumatura delle linee e dei colori non sempre balzano immediatamente alla mente del lettore anche più attento e sensibile.

Particolare attenzione bisogna porre quando si osservano le nature morte o i fiori, nella realizzazione dei quali Luigi Marcucci mostra una particolare perizia e un’attitudine del tutto particolari. In questo genere di pittura bisogna saper cogliere la resa realistica dei diversi elementi, che compongono e ravvivano la scena: i frutti e i vari ortaggi sono tutti e sempre colti nella loro essenza materiale e formale, sì che sembra di essere davanti a una fotografia più che a un dipinto. I vari elementi sembrano sporgere dalla tela: sono, infatti, tali che par di avere davanti agli occhi il banco di un mercato o un vassoio dal quale prendere il frutto ed esaminarlo nel suo aspetto reale. La plastica rappresentazione di ogni elemento interpreta un ruolo essenziale nella produzione artistica del pittore e permettono di cogliere fino in fondo in tutta la sua portata la sensibilità dell’artista e la resa eccezionalmente viva dei vari elementi compositivi.

 

 

 

 

1 commento:

  1. Splendida recensione che mette a fuoco la vis poetica-pittorica del grande Marcucci.Sono onorata di aver qualche suo quadro .

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