sabato 9 luglio 2022

ANITA MENEGOZZO: "EL DUENDE"

 

El Duende

 

In un certo senso è da imprudenti e da impudenti pretendere di dissertare  su el Duende.

Parlarne o addirittura scriverne infatti,  significa illudersi  di saperla lunga in proposto perché saperne presuppone almeno averne  fatto esperienza.

Analogamente nel momento in cui tentiamo di descrivere il fenomeno, implicitamente ci  spacciamo per artisti anzi di più , per Artisti maiuscoli, perché El Duende sarebbe proprio quel quid che fa la differenza tra la perizia puramente tecnica e l'attimo irripetibile in cui una qualsiasi opera d'arte, accade (accade e non viene prodotta)

In questi termini,  diventa supponente anche solo iniziare a parlarne.

Garcia Lorca poteva farlo con ragionevole  motivo, ne aveva ben ...duende, , ma nel caso di un comune mortale, senza arte né parte , diventa  questione assai delicata.

El Duende, infatti implica un “click” che avviene indipendentemente  dal valore, di chi scrive, dal suo talento o dalla sua abilità tecnica, dirò di più, perfino nonostante

El Duende capita oltre l'area di competenza della musa ispiratrice, oltre il talento e del tutto altrove e dalle buone recensioni

Se così non fosse, sarebbero artisti soltanto i legittimati  da coloro che li hanno preceduti. Una specie di staffetta di manieristi disciplinati ed educati al gusto  dell'estetica venuta prima di loro

Diversamente El Duende ha un dio per conto suo, e criteri imperscrutabili e reinventa , capovolge , esce dal seminato. Precorre quelle che poi diverranno le nuove tendenze o le nuove sensibilità estetiche  ed esistenziali, che prima di allora sarebbero state  del tutto insospettate.

E' uno sguardo diretto sul nostro comune archetipo collettivo.  Sulla nostra coscienza di specie.

Una eccessiva  abilità tecnica, può anzi rendere più difficile mettere a tacere le barriere cerebrali , l'autocompiacimento, il bisogno di dire la propria,insomma, quell'ego presente anche e più che mai nell'artista e che di rado fa spazio al silenzio necessario perché l'arte accada
Garcia Lorca  così descrive - è un potere non un agire- un brvido una febbre - un lottare  e non pensare - non sta nella gola ma sale dai piedi - non è un'ispirazione da fuori - va svegliato dalle più recondite stanze del proprio sangue - accade nel filosofo o nell'artista ma senza mappa ne esercizio - accade quando fedeli a noi stessi lottiamo per noi stessi contro noi stessi- richiede armonie nuove inedite per esprimere l'ineffabile

-  non appartiene anzi,passa da chi crea a chi esegue a chi fruisce

El Duende è lasciarsi cadere all'indietro,  ragionevolmente certi, che nessuno ci raccoglierà

orbita dell'oltre

 

Tra la nascita e la morte, l'essere umano ha imparato saggiamente a non intestardirsi a pretendere a tutti i costi una risposta circa le  grandi verità, assolute o relative che siano.

Ha imparato a corteggiarle si, ma con un certo distacco .
 Ciò perché siamo programmati avanti a tutto per la sopravvivenza della nostra specie e storicamente ci abbiamo messo molto poco a capire che il vantaggio tratto dal raggiungimento della verità e la pratica  del dubbio, sarebbe pochissimo e tutto da dimostrare.

Al contrario, la fatica  fisica ed emotiva, il disagio e la destabilizzazione procurati, questi sì,  sarebbero certi e puntuali, e così il senso di inquietudine e di isolamento che ce ne deriverebbero .

Sapendo però  che tutto ciò che è umano, quando è inespresso o negato, mette  a rischio l'equilibrio del singolo e con quello, sia l'ordine pubblico, che  il controllo sociale e la salute  mentale collettiva, il genere umano ha imparato a  lasciarsi uno spazio, una zona franca derogata  ai filosofi  ed agli artisti in genere

Un'area  di prossimità tra il magma  del dubbio e l baratro della follia, che sia gestibile e con danno limitato

Lasciamo che essi coltivino quella parte che spinge da sotto , presente in tutti noi, quella zona di interregno tra

 la curiosità di saggezza e la fascinazione  di follia,

Possiamo chiamare orbita dell'oltre
L'umanità,  dà puntualmente infatti ,la preferenza a sistemi di regole e convenzioni che le garantiscano sopravvivenza, prepotere e sicurezza piuttosto che  a  risposte incontrollate circa i massimi sistemi

Ciclicamente  tenta di concepire delle contro regole e degli anti sistemi per liberarsi da sola , cosa che avviene  ogni qualvolta  prende coscienza delle proprie pastoie o quando sente battere in sé l'insofferenza, ma arrivata a un certo punto,  riesce abilmente e puntualmente a spuntare ed ottundere il messaggio liberatorio
La storia stessa del genere umano è quindi narrazione continua di depistaggi dalla curiosità di sapienza, le cui ricerche  vengono abortite dall'interno, anche se iniziate sotto i più sinceri auspici.
La nostra è una storia di ideologie artifici e culti, difesi e traditi e rinnegati insieme, proprio perché idee nate dalla  curiosità di saggezza finiscono per auto castrarsi non appena diventano rischiose per l ordine sociale, qualunque esso sia . Una  valvola del troppo pieno che  ci  garantisce una distanza di sicurezza dall'eccesso di verità .
Si tratta di sostegni, contrappesi auto consolatori per la specie, grazie ai quali noi abbiamo sempre scientemente garantito a noi stessi una consapevolezza a responsabilità limitata o anche una responsabilità a consapevolezza

pollicino

 

Tutto sopportiamo  piuttosto che saperci “abbandonabili” o potenzialmente soli o di fatto già abbandonati come pollicino nella foresta o Adamo ed Eva fuori dall'Eden ( analogia non tanto di testi ma di classe del dolore)
Non rinunciamo alle poche speranze irrazionali, ma cosi cinetiche perché rassicuranti per la nostra specie, come quella di essere sempre dalla parte giusta, di essere oggetto della benevolenza del destino, della coincidenza tra buono bello e il giusto, insomma, del vissero a lungo felici e contenti per diritto

Come rinunciare al culto del lieto fine che ci appaga e rassicura e alla speranza vaga e indefinita in tempi migliori ?

Ancore provvidenziali  per sopravvivere e reggere psicologicamente, ma che ovviamente ci impediscono di capire il nostro fine autentico, sicuramente di più ampio respiro e migliore forse di come ora riusciamo a concepire.
Preferiamo non ammettere come possibile l abbandono nel bosco o l esistenza della vecchietta crudele e l orrido baratro della casa di marzapane, su su fino alla cacciata dall'Eden.

Meglio negare la parentela con un dio o la sua esistenza o perfino la nostra,qualora servisse, piuttosto che sentirsi cacciati da lui
Grazie a questa pietosa ipocrisia sugli orrori e i terrori che crediamo di aver  rimosso singolarmente e collettivamente, portiamo a spasso ferite molto antiche
Ecco perché abbiamo bisogno di un  oltre il confine,  ma a piccole dosi pre-masticato  digerito e vomitato per noi, incapaci di affrontarlo.

Ecco perché siamo attratti e nel contempo schermiamo l'arte

Storicamente l artista si espone senza rendersene conto.

Abbassa le difese e le inibizioni e e fa da esca mettendo in palio se stesso.

Non si lascia tentare dalla tirannia della sicurezza, dalla certezza del dimostrabile e spesso non  sta al gioco di auto domare sé stesso
L'artista è curioso e indifeso, ribelle  abbastanza per tutta la nostra specie
Accetta il bosco e l'abbandono senza rimedio e  sa che i sassolini che ha in tasca non basteranno a portarlo al sicuro.

L'artista è Eva e anche serpente di se stesso.
L artista mette a repentaglio la propria carne interiore, la propria pace o peggio la propria noia e accetta uno stato di inquietudine quasi permanente
Attenzione, artista non performer di successo o un simpatico intrattenitore. 
L artista piuttosto, si abbevera e disseta gli altri della propria sete e della sete altrui. In questo modo diventa canale, periscopio di verità , pietra focaia che trasforma la paglia in favilla, amplifica e traduce tutto ciò che lo attraversa. Tutt'altro che una mera  suggestione riproducibile a tavolino, ma la rivelazione di un' anima collettiva e insieme  intima, quel famoso molteplice di cui facciamo parte.

Dopamina  

 

Se lo può fare è perché vive ed è pesantemente condizionato di un sistema premiale apparentemente illogico, a ciclo serrato
Sperimenta brevi liane di verità esaltanti, ma ad ogni liana che lo sostiene non ha garanzia di trovarne un'altra altrettanto salda ad attenderlo
Tale sistema premiale breve è soprattutto quello dopaminico
sistema  spietato e privo di certezze. Soprattutto inesorabilmente chimico
Ad ogni vittoria ci si rigioca tutto ciò che si è imparato sul piatto
Oggi  dio , domani oblio.
Come accadrebbe a un gladiatore che se vince ha potere di vita o di morte quasi quanto l'imperatore, ma che al prossimo  duello  resterà a terra  deriso e vilipeso financo dalla plebe
Il ciclo dopaminico non a caso è lo stesso che regola il gioco d'azzardo

irresistibile a sé stesso perché trae efficacia dal successo  come dall'insuccesso.

Se vinci non puoi fermarti ! Se perdi non devi fermarti!
Difficile reggere, la tirannia spietata del cannibalismo reciproco tra artista e pubblico, quella frusta brutale che spinge a dare il meglio di sé per perdere la più parte delle volte e non essere capiti.

Anzi a volte si vince, non per merito o fatica, ma per una serie di casualità imponderabili indipendenti dalla propria o altrui volontà.
In molti ne portano le cicatrici evidenti fino alla morte a volte precoce
El Duende è l attimo di illuminazione, di percezione  che si rivela esattamente mentre viene esperita e viene trasmessa e nello stesso momento in cui accade e che riaccade ogni volta miracolosamente mentre viene fruita
Non importa se differito nel tempo, el Duende è illuminazione condivisa, e condivisione di un sacrificio inconsapevole
Per esprimere in parole segni o note ciò che non può essere descritto è necessario utilizzare voci inusuali, inette, inadatte, inutili
Occorre prenderle deformarle, batterle, distruggerle, ripetersele fino alla sordità e all'oblio del loro significato ordinario
Una volta persa la serie di certezze derivanti dalla logica e dall'intelligenza comunemente accettabile delle cose, quando finalmente siamo nudi e indifesi, possiamo andare oltre
Non ignoranza quindi ne ingenuità o innocenza ma padronanza del mezzo fino al virtuosismo dell'indifferenza che permette di essere pervi al messaggio che ci trascende.

 

 

 

Maternità  di malaffare

 

Ma chi per definizione esperisce illuminazione e nel contempo la condivide se non la matri/paternità?
Chi può aiutare il prossimo a vivere se  non chi ti sta accanto nel  momento di fragilità ma  che per farlo può solo aggiungere la propria fragilità alla tua, e millantare una forza che non ha?
El Duende è una sorta di adozione  dell'essere umano verso se stesso
Ad esempio, nessun bambino imparerebbe mai a camminare tenendo sempre presente ogni muscolo che va mosso o frenato per farlo, leggendoli dagli appunti dettati dalla madre
Dobbiamo cadere cadere cadere, arrabbiarci

Lo sanno bene i genitori che in questi momenti di rompono la schiena accanto a noi e ridono del nostro cadere per uccidere la nostra e loro paura

Istintivamente sono artisti, perché trasmettono consapevolezza stando accanto
ai figli mentre assaggiano la sconfitta ripetuta

Perché  devono arrivare ad imparare a cadere da un piede all' altro

Perché camminare è cadere d un piede all altro, è spostare il peso lasciandolo cadere di piede in piede
Non spiegabile a parole perché cadere è il contrario di camminare
Analogamente el  Duende serve a scoperchiarci l' anima per rivelare in forma accettabile  socialmente e soprattutto limitata ….de donde…. veniamo e…. unde andiamo. (vedi vocabolario latino spagnolo antico)

Ci scopriamo così a seconda  debitori o creditori  di infinite  emozioni  portate alla luce da sinfonie romanzi e concerti o da opere costate la salute o la vita a qualche sbandato di successo.

Qualche disadattato  o qualche cristo  lasciato solo, ha dovuto sopportare  di essere abbandonato per riscattarci con la sua carne,portando anche la nostra parte di dubbi e la certezza di essere rinnegato prima o poi.

Nelle notti della nostra vita e nei momenti crisi ,  lo cercheremo come un tempo si cercavano le donne di malaffare.

Non bisogna contrapporre chi vive normalmente e chi più o meno consapevole si lascia andare a questo sacrificio.

Entrambe le parti sono, anzi siamo, complementari entrambi sono e siamo  bisognosi l'uno dell'altro

Entrambi a lasciasi  incontrare dalle verità senza cercarle ma lasciandoci trovare da loro

 

 

 

 

 

una funzione sciamanica?

 

esploriamo casi analoghi .

Qualcosa di simile  avviene per il  il morso della taranta

rituale che  in tacito accordo sociale, consentiva alle donne ma in genere a tutte le persone più o meno nevrotizzate, compresse o senza libero arbitrio dell' Italia profonda  ,di poter  vivere senza ammalarsi o di riscattare  una vita intera vissuta nella puntuale  negazione di sé stessi

Un auto esorcismo consentito da una trance autoindotta grazie alla musica, e alla danza frenetica,  sotto lo sguardo benevolo dei santi e degli uomini di chiesa

Tutti partecipano, tutti chiudono un occhio, tutti sanno ciò che non va detto con licenza assoluta dell'intimo fino a perdere conoscenza

Mea libera tutti e si danza fino alla trance

Condivisione dell'esperienza  di entrare nel nostro torbido magmatico per poi uscirne rinnovati.

Febbre e brivido insieme, veleno e antidoto insieme

vita e morte non  più contrapposti, dove il singolo si fa molteplice in un unico pulsare, traendo energia  liberatoria e guaritrice

un istante infinito di brodo primordiale e di compassione reciproca.

La figura dello sciamano poggia sull'adozione

Diversamente dal medico infatti, lo sciamano non si estranea dal malato e dal suo male per sradicarlo, non prende le distanze, ma  prende in carico su di sé la sofferenza.

Ciò accade grazie alla forza all'esperienza e alla prossimità  dimestichezza con il  dolore

Un'esperienza assistita di caduta e di assoluzione.

Similmente accade in alcuni rituali nativi come la  capanna sudatoria dei lakota

Il sudore e il cambio di metabolismo,  indotto dal calore esterno, è simile a quello ottenuto dallo sprigionarsi del calore interno con il ballo  sfrenato.

Il veicolo può essere il vapore come la musica per entrare dai pori e dal naso piuttosto che dalle orecchie

Sorge un' ipotesi a questo punto

che gli artisti un tempo fossero consapevoli e sapienti sciamani anonimi

Ora forse, dimentichi di essere stati sciamani , per divismo, per ingenuità per fama per denaro, si sono snaturati.

Corrotti e comprati da promesse di  immortalità hanno imparato  a diventare solo famosi

Ed ecco che anche il loro Duende viene inficiato e ridotto a passatempo

Hanno rotto il patto d'amore e di adozione  sotteso al loro ruolo?

In cambio di quali perline colorate ?

 

 

Concerti

 

La realtà a tutti noi più prossima, ci dà una misura della potenza  del Duende,

 Un concerto dal vivo di  sano vecchio rock

Li vediamo meravigliosamente armati brandire chitarre e poi sfasciarle

Stadi  interi gremiti di cuori assetati e puntati verso lo stesso portale spazio tempo che è il palco

Stadi come polmoni respirano all'unisono per la folla

Che potere mai visto. Un rischio mai visto di perdita del controllo come mai prima, in termini anche numerici.

Si fece presto a neutralizzarlo purtroppo.

Auto super veloci  inseguendo un brivido che nessuno ha spiegato loro, denaro sesso aids e stupefacenti fino a morirne.

Il tutto impresso a fuoco su carni indifese e generose  di sè

Si rendevano conto di avere l'anima degli uomini nelle mani quando hanno scelto la fama?

Tutti nacquero nel segreto di un garage o di un sottoscala

Lievitarono insieme

Assistere a un concerto dal vivo. Musica a palla, perché non si ascolta con le orecchie,  ma ricevendo vibrazioni attraverso tutto il corpo

Migliaia di voci si uniscono a recitare la stessa favola, con le stesse parole, fino alle lacrime

Assolo ipnotici o duetti come quello di Paco de Lucia ed Al di Meola ( eccolo di nuovo che torna a galla  El Duende flamenco di Garcia Lorca)

i mille e mille piccoli singoli cuori si fermano

Avviene una  fusione

la batteria come un enorme cuore comune

il basso come un sospiro

la chitarra che ci tocca ogni corda interna e segreta

il testo molto spesso poetico diventa scaturigine potentissima

Così senza rendercene conto i concerti diventano messe collettive che transustanziano i tanti , innestano  il delirio e permettono di diventare anche se per poco una sola carne  .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Duende  un elfo uno gnomo?

 

Duen de casa...padrone di casa

 

ma anche  spiritello domestico 

 

de donde  (da dove veniamo)   spagnolo antico tradotto dal latino

 

deinde (ed oltre)  latino

 

o ancora ….de umbe sese?   Di dove sei ?        Dal sardo

 

E ancora meravigliosamente

Dende                                          gerundio sardo in ende

dove Dende  starebbe per   Donando

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1 commento:

  1. Carissima Amica di antica sorellanza, adoro F. G. Lorca e conosco il duende Questo «potere misterioso che tutti sentono e nesun filosofo spiega» è, lo spirito della terra, quel click che abbracciò il cuore di Nietzsche, il quale lo cercava nelle sue forme esteriori sul ponte di Rialto o nella musica di Bizet, senza trovarlo e senza sapere che il duende da lui inseguito era saltato dai misteriosi greci alle ballerine di Cadice . Una pagina magica, Anita. Com'era ricca di incantesimi la scrittura di Lorca. "El duende serve a scoperchiarci l' anima per rivelare in forma accettabile socialmente e soprattutto limitata ….de donde…. veniamo e…. unde andiamo". Non può esistere definizione più centrata. Sei nel focus di questa magia e I grandi artisti della Spagna meridionale, gitani o flamenchi, sia che cantino, ballino o suonino, sanno che non è possibile nessuna emozione senza l’arrivo del duende. Molti ingannano la gente e possono dare sensazioni di esso senza averlo, come imbrogliano tutti i giorni autori o pittori o stilisti letterari privi di duende; basta, però, prestare un minimo di attenzione, e non lasciarsi guidare dall’indifferenza, per scoprire la trappola e metterli in fuga col loro rozzo artificio. Si vive questo mistero quando entra un’aria mentale che soffia con insistenza sulle teste dei morti, alla ricerca di nuovi paesaggi e accenti ignorati; un’aria con odore di saliva di bimbo, di erba pesta e velo di medusa, che annuncia il costante battesimo delle cose appena create. Meravigliosa pagina, Amica mia! Resti Speciale, Unica. e sono fiera di conoscerti e di volerti bene! Un forte abbraccio nel nome del Maestro che sa del duende , soprattutto nella versione : "Dende gerundio in ende gerundio sardo, dove Dende sta per Donando".

    RispondiElimina