venerdì 19 maggio 2023

Angelo Manitta: "La regina di Saba"

 



Angelo Manitta, fondatore della rivista trimestrale di poesia arte e cultura Il Covivio, mi ha inviato, e  mi è arrivato stasera, il libro “ La regina di Saba “. Un testo che racconta storie di deserti e cammelli, di  estensioni e primavere che allungano la vita. I luoghi sono sfumati, come i personaggi che non hanno l’autonomia di conservare quello che viene scritto. Un libro veramente interessante, per inventiva, creatività, e personalità dello scrittore. Un testo editato con gusto, con eleganza, e con passione, da cui emerge la semplicità e il tatto di Manetta,e il suo abitudinario confronto con la bellezza. Oltre che ringraziare per il bel libro, mi è gradito rinfrescare la memoria di tale dono. Una cosa veramente unica da leggere gradatamente per gustare l’invettiva, l’amore per la parola, e per tutto il resto che il libro riporta col suo bagaglio di suoni e melodie che ne fanno parte. Inizia   con la premessa di Iuan Sarramela che ci indica la strada, il tracciato da seguire per l’approfondimento alla pag. 9 e alla pag. 6. In quarta si  legge: “Il poema composto in versi  giambici, ci fa viaggiare nel tempo, nella geografia e  nella coscienza umana,   il deserto fa da sfondo con le dune dell’oriente misterioso.”  Un libro di ben 51 pag. si chiude con una serie di commenti di autori, tra cui mi piace riportare quello che considero il più  rappresentativo : “sgranano grappoli di luce. Le alcansie lanciate nell’aria da rotondi universi. I fiori sbocciano nel deserto tra l’umidore di bagliori estivi, quando cani venatici…”. Il testo si manifesta  e si presenta con la sua unicità per le sinestetiche contaminazioni linguistiche, e per la sua singolarità prosodica. Emerge inventiva, autonomia fonosintattica, e slanci di misura  verbale.

Nazario Pardini     

 

 

 

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