domenica 1 luglio 2012

Marina Pratici: prefazione a "Fra le forme del tempo" di Mirella Romagnoli


Mirella Romagnoli, Fra le forme del tempo, Edizioni Helicon, Arezzo, Giugno 2012    



                                                                                  …la parola può farsi colore e il colore parola

                                                                                                                   Joseph Conrad


Nella puntualizzante introduzione a The Nigger of the “Narcissus”, Conrad, con traguardante lucidità e intramontata passione, teorizza una letteratura che abbia l’immediatezza della sensazione da cui nasce: Ogni arte si rivolge principalmente ai sensi e lo scopo artistico, quando è raggiunto, deve fare anch’esso appello ai sensi, se il suo maggior desiderio è di raggiungere la fonte segreta delle risonanze emotive. E ancora: C’è un legame profondo fra arte letteraria e arte pittorica; la parola scritta deve aspirare strenuamente al colore della pittura. Ed è solo con la totale devozione per l’unione fra forma e sostanza, che la parola può farsi colore e il colore parola.
E colore e parola, e pittura e poesia, e segrete immagini e intime sonorità, davvero si rincorrono, si armonizzano, si compenetrano, fondendosi musivamente, in questa silloge di rara compiutezza, opera alta di un’Artista completa, poetessa e pittrice di raffinata caratura.
Che, in pienezza contemplativa e in ricchezza compositiva, ci introduce in esploratissimi paesaggi dell’anima: luoghi d’incontro e specchi evocatori di un senso indefinibile che tutto sovrasta e afferra, cifrario misterioso o ignoto incantesimo(…La musica segreta/ Di questo mio vivere ) che investe l’anima e le cose, indissolubilmente stringendo l’una alle altre.
E il mistero dell’essere, costantemente indagato da quest’Autrice intensa( Sogni e sconfitte/ Rivoltare la realtà/ Luogo mentale intimo/ Mostrare il rovescio…), può giungere talora a una tale profondità da divenire esperienza estatica, visione ineffabile colta col fiato sospeso, iscrizione interiore, geografia intima, personale e universale al contempo, resa viva e restituita alla “tela” della pagina poetica.
Pagina poetica, quella di Mirella Romagnoli, sempre condita con grazia, permeata di messaggi sotterranei, di bagliori a fissare attimi di sospese emozioni(…Silenzi e realtà/ Idee in immagini/ Istantanee presenze…), in un crogiolo ricco di valori e di  meditazioni profonde.
Con un poetare sempre carezzante, quasi impercettibile sussurro, così lontano dall’urlo, dalle mirabilia artificiose; con una linea sobria- suavitas mentis- mai forzata, mai accelerata neppure quando i registri si impennano e i codici si danno a proliferare: In un mondo che ha rinunciato all’armonia/ che accetta l’ansia e la disgregazione/ come elementi ineliminabili dell’esistente, apertura potente di Tu, donna, lirica dall’ampiezza poemica, paradigmatica di un dettato di notevole aderenza fattuale, scevro da ipocrisie, rivisitato alla luce di un vissuto sofferto, innegabilmente empatico e avvicinante.
In un dialogo ininterrotto con il lettore, avvalorato da versi di limpida fattura e di fluente musicalità, dall’utilizzo sapiente di differenti forme prosodiche ad assecondare le mutanti esigenze ispirative, da una non comune perizia tecnica che prevede l’alternanza preziosa del settenario e del senario ovvero di felici e finitissime soluzioni ipermetriche, a tonalizzare una materia poetica generosamente vasta, intarsiata da riproduzioni di catturante suggestione visiva.
Mosaico di ombra e di luce( …non c’è luce senza buio…), parabola di Pensieri in immagini a farsi per noi Magiche forme/ Qui presenti. Ora.
Il respiro di fondo, che anima e vivifica l’intera raccolta, sostanziandola e conferendole il suo timbro peculiare, è quindi l’anelito alla purezza, all’innocenza perdurante di un mondo lontano. Da tale insopprimibile nostalgia, scaturisce la venerazione per l’espressione artistica che, con modalità variate di tempo e di luogo, rende sempre possibile un ritorno- o un avvicinamento- all’Eden smarrito(  Cittadina onoraria/ Di un Eden eterno…).
Come in rito di  humanitas che si rinnova, l’Arte fa rivivere ciò che sembra cancellato e disperso, e si mostra perciò, nella sua gratuità di bellezza stupefacente e rivelatrice, profondamente etica: un’autentica forma di salvezza per l’anima, che non si può non amare e sognare.
Un volume ispiratissimo, un compendio luminoso di Arti supreme. Da assaporare piano.

In danza di cuore.

                                                                                                              Marina Pratici

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