DA:
Nazario Pardini
L’anello mancante
Guardo oltre il muro. Tento inutilmente
di rendermi tutt’uno
col mistero.
Ne seguo col pensiero
le variabili
proposte, gli
indecifrabili messaggi,
le vaghe geometrie.
Ma nel profondo,
anche se odo una
musica sottile
comune alle cose, si
nasconde
una linfa vitale che
non dice
niente di più. E
resto un solitario
pensatore. Mi
soffermo sui suoni,
i colori, le forme ma
non riesco
a farmi cuore,
essenza per carpire
l’anello mancante, quel tanto
che basta
a essere tutt’uno.
Ogni segno
è un segmento, un
acino di un cosmo
che ci ripete
l’eterna lettura
delle stagioni, la
loro scomparsa,
la loro apparizione
ad evocare
figure che un tempo
brillavano attorno
e che ora sono chiuse
dentro l’anima
a chiedere i perché.
Essere stati
fa parte del mistero.
E ne fa parte
essere qui presenti
con l’assillo
di una vicenda, di un
dubbio insoluto.
Resta comunque
la bellezza di un
tratto, la coscienza
di un grande
avvenimento. Ed è un portento.
Fallo tuo!,
gioiscine!, è la vita.
Oltre il muro
chissà non sia un
messaggio
anche una stella.
Luglio 2003
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