martedì 11 marzo 2014

GUIDO ZAVANONE: "LETTURA DI N.DI STEFANO BUSA'"


LA TRAIETTORIA DEL VENTO
di Ninnj Di Stefano Busà
Pref. Davide Rondoni, Ed. Kairos, 2013

LA DISTANZA E’ SEMPRE LA STESSA
di Ninnj Di Stefano Busà
Pref. Nazario Pardini, Ed. Ursini, 2013

a cura di Guido Zavanone



Sto emergendo dalla lettura dei tuoi due ultimi libri. Noto che entrambi hanno un ampio respiro, direi poematico, in certi aspetti che caratterizzano la tua poetica.
Rilevo inoltre che essi segnano una svolta notevole rispetto alle pur validissime raccolte iniziali. Sono un approdo ulteriore, un trovare se stessi dopo una lunga peregrinazione: un porsi dinanzi alla vita avendone compreso il senso (o il non senso) accettandola per quello che è: Sentire - spumeggiante-
di sua necessità il chiaro giorno
senza tonfi, nè attese.
Si avverte nei versi la lezione dei grandi poeti, ma, soprattutto, quella di una esistenza ricca di eventi e accadimenti e di un cammino verso la verità, tenacemente intrapresa attraverso la parola:
Stringere senso e pensiero (cioé corporeità e spiritualità) in una sola voce che s’identifica con quella della terra che chiama le creature e dispone l’ala del pensiero alla quietementre una sola eternità pare svettare/ da mille angoli del mondo/. Scansione del tutto e del nulla.
Forte appare in queste pagine l’aspirazione alla luce, parola che, insieme a meravigliaintese entrambe come saper conservare lo stupore giovanile, il profumo dell’infanzia è, significatamente, tra le ricorrenti, nonostante il disperato tentativo di dare un senso alla tenebra.
Questa ansa di cielo che tenta
i minimi spiragli (la madre luce)
questo chicco di speranza atterrato
sulla terra brulla, questo fraterno
faticoso cercarsi, sottendono una sommessa, laica religiosità (quasi per antifrasi, se come scrivi, il nostro mondo può essere il luogo delle attese. Ma forse è vero, anche se ci sembra di attingere la luce, siamo sempre un passo indietro, perché dal nulla l’anima si oscurae siamo pur sempre chinati sul nostro perire, sul nostro sperdimento.
Poesia, la tua, che vola sempre alta, non s’impiglia tra le basse stratosfere, e non conosce cadute di tono, esemplare nella stoica accettazione del male di vivere, il ritmo, le sapienti risonanze, la sommessa musicalità, lo stile, accompagnano mirabilmente questo segno che prelude alla pietassi fa lirismo di una religiosità di fondo che introduce al divino.


*****


Il resto è identità preclusa,
ansa di fiume che finisce
in mare aperto, lingua che riconosce
l’oscuramento delle cose:
tutto è altrove:
Teniamo strette solo mezze rime,
parole controsenso, qualche lama di sorriso
a porre l’azzurro in fondo al mare-cielo.
Pervasivo quel poco che leggiamo,
e non riconosciamo.


****

Come una lama ti trapassa
questa vita, ha suoni ovattati, ore morte.
L’anima che ha attraversato
la soglia della terra per effondervi un grido
vi riposa, disperde tutto l’ardimento
della luminosa avventura, del travaglio.
E tutto pare avvolto di nequizie,
tutti ruba l’ora alla sua morte.




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