NOTA CRITICA
di
Pasquale Balestriere
Un percorso interrotto,
un filo spezzato. Il “tu” assente. Un “io”, neppure ancora dichiarato, emigrato
in terza persona (“lei”), che cerca nel
sonno e nel sogno il “tu” irrimediabilmente perduto. Il filo, il segno, la
guida.
Uno strappo/ferita da
ricucire. “Un piccolo punto ogni sera” a suturare il dolore, ma “non viene bene
il rammendo”.
“Il percorso” di Sandra
Evangelisti è la faticosa, interminabile
elaborazione della sofferenza per una perdita, per un’assenza irreparabile, (“la tela cede e si allenta, / non
riesce più a rammendare.”). Sandra Evangelisti sta nel mondo delle cose reali
con la sua poesia viva e passionale. Qui, dolente. Ed è tesa, creatura e
creatrice, a riannodare nell’atto poetico i fili dei ricordi, schermati con
pudore per conservarli intatti al riparo
da sguardi indiscreti; per porli sull’altare di una devozione inconsumabile.
Sull’ardente altare della memoria e della poesia.
Pasquale Balestriere
IL PERCORSO
Allora dove il percorso,
se il filo eri tu?
Per te dipanava matasse di
seta
e trame di tela sottile al
tramonto.
Sta ferma guarda lo specchio.
Non riesce a sognare
è assente del tutto e chiede
silenzio.
Ti cerca nel sonno
ha mani fredde e non si
scaldano mai.
Ha i termosifoni accesi
ma è fredda e rigida.
La vedo partire la sera
(potesse venire),
vederti toccarti
e tu in fondo alla strada che
sale.
Non stacca la mente,
non ferma il suo corso
ti pensa in ogni momento di
veglia,
vorrebbe sentirti vicino.
Nel sogno ti vede
immagina il volto la voce.
*
Dove si riparano le ferite,
c’è un luogo apposta
per rattoppare gli strappi?
Cuce lentamente con ago e filo
come una sarta attenta
a punti sottili e uguali.
E’ faticoso e vede poco.
Gli occhi si ingannano:
le trame sottili non fanno per
lei.
Dà un piccolo punto ogni sera
gelosamente per mantenere
aperta la ferita
Guarisce meglio richiusa
lentamente,
piccole gocce di sangue
cullano oblio del dolore che
resta.
Avida nel cucire,
non abbonda nel filo
rammenda a poco a poco.
Gli occhi stanchi,
dita sottili e ricurve
trama del cuore indurita,
non viene bene il rammendo
è faticoso ricostruire il
tessuto
si invecchia non tiene
la tela cede e si allenta,
non riesce più a rammendare.
Ninnj Di Stefano Busà
RispondiEliminaUna poetica matura e ben sincronizzata, quasi concreta, nella sua limpida e chiara realtà quotidiana. Quella della Evangelisti è una carrellata di versi ben costruiti che sanno il valore dell'intrinseco messaggio lirico, ricostruito e nobilitato da un percorso di elaborazione del dolore: dove si riparano le ferite/ c'è un luogo apposta/ per rattoppare gli strappi?/.../ Dà un piccolo punto ogni sera gelosamente per mantenere aperta la ferita/ Guarisce meglio richiusa lentamente,piccole gocce di sangue/ cullano oblio del dolore che resta."/..../è faticoso ricostruire il tessuto/ si invecchia non tiene/ la tela cede e si allenta,/ non riesce più a rammendare.
Una poesia che ha dalla sua la lucida interpretazione dell'individuo, della sua storia di sofferenza e di lotta, nella quale si staglia come su un palcoscenico, la "piece teatrale" di un palcoscenio che si rimette alle piccole cose per anabolizzare le grandi amarezze, le contraddizioni, le ferite del vivere: "Non riesce a sognare/ è assente del tutto e chiede silenzio." Questa poetica s'intenda precursore di una filosofia che se non riesce a dominare gli eventi nefasti, riesce almeno a limitare i danni di un tormento che non viene mai sedato veramente, purtuttavia, nel "silenzio" si fa più distaccato dall'assillo caustico e informe di una vicenda che, può ricostruire con pudore e misura del giusto, la realtà quotidiana che afflige.
Complimenti.