Prefazione
a
Autori
Vari: Stile Euterpe vol. 1 - 2015
Leonardo
Sciascia. Cronista di scomode realtà
Non
è cosa semplice inquadrare in poche parole una Antologia poetico-saggistica, a tema documentaristico, informativo e
rievocativo, sulla figura di Leonardo Sciascia, uno dei grandi della nostra
letteratura del secolo scorso; ma qualcosa si può, di certo, dire sul modo di
intendere la vita, e sul ruolo che ebbe in una società tanto particolare e
complessa quale quella siciliana verso cui ha ispirato tutta la sua produzione
narrativa. E non l’ha fatto certamente per cogliere gli aspetti paesaggistici o
folkloristici della “sicilianità” – anche se questi sono funzionali ad una precisa
analisi psicologica dei personaggi -, quanto per affondare la lama nella polpa
socio-politica di quell’ambiente con uno sguardo piuttosto scettico sul
dipanarsi delle vicende; quelle di un milieu che lo scrittore analizza e
sottopone al vaglio di una razionalità di stampo illuministico: tema coagulante
nello stile di un narratore che si fa parallelo alla durezza dei fatti; a un
andare prosodico fatto a posta per cristallizzare quella tanta passione agrigentina
da buon siciliano, e per creare argini lineari e solidi da non farla esondare. Uno
stile, quindi, che corre snello, apodittico, paratattico, dialogico, dove
sequenze narrative, descrittive, e introspettive, si fondono con estrema misura
per dare rilievo ad una verità paradigmatica, oggettiva, realistica, col
ricorso, anche, alla lingua parlata e o al dialetto con risultati di memoria
verghiana. È superfluo, qui, scrivere delle molteplici opere di Sciascia o
approfondire tematiche già ben delineate dagli Autori di questa Antologia utilissima, soprattutto, a livello
scolastico. Dacché il compito di un recensore è solo e soltanto quello di
introdurre alla lettura, e non quello di disvelare il tutto. Anche se
aggiungere che lo scrittore consegue la piena maturità artistico-linguistica
nel romanzo inchiesta dal titolo “Il
giorno della civetta” penso non sia superfluo, considerando che, proprio
qui, si delinea un quadro ben colorito, e paradigmatico del problema della
mafia siciliana con uno stile vicino e accattivante e con un realismo che tende
a ricuperare le miserie del quotidiano con lo slancio romantico della
letteratura; riuscendo, fra l’altro, l’Autore, con grande pienezza ontologica,
a ritrarre la psiche dei personaggi in funzione della sua coscienza
etico-civile; quella di un capitano dei carabinieri venuto dal nord che va a
infrangersi contro il muro dell’omertà e delle connivenze del potere politico.
Un grande apprezzamento, comunque, va fatto ai curatori dell’opera, in quanto, credo,
non esistano libri di tale plurivocità tematica che approfondiscano la figura
di Sciascia con una molteplicità di voci di diversa cultura; con scritti di Autori
che hanno già un ruolo ben delineato nella vicenda letteraria dei nostri
giorni, e che vantano, nei curricula riportati, recensioni e note critiche di tutto
rispetto confermate da poesie, racconti, documenti, e saggi che offrono una
visione ampia di uno scrittore tuffato nel magma di una storia a noi molto
vicina; di una vita vissuta allo scoperto in pagine ben congeniate che chiudono
il loro percorso con un raffinato intervento di Lorenzo Spurio alla ricerca del
poeta-Sciascia: “… Sono i cambi di luce (il sopraggiungere del crepuscolo
piuttosto che l’innalzarsi dell’alba) a descrivere il passaggio del tempo in
queste liriche meste dove anche il sorgere di un nuovo giorno che inizialmente
ha in sé i caratteri di vita nuova e speranza, ben presto si tramuta in un
presagio di lutto:
Ora, in quest’alba che hanno
le case,
il paese è come un vascello
che salpa:
nella sua nitida alberatura
per me s’impiglia una vela di
morte” 46”.
Un
testo, quindi, che costituisce un ensemble di peculiarità argomentative utili ad
avvicinarsi ulteriormente alla figura di
uno scrittore sempre attuale, considerando la complessità dei disvalori della
nostra società.
Nazario Pardini, 24/12/2014
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