lunedì 6 luglio 2015

CLAUDIO FIORENTINI "OSSERVARE PER RIFLETTERE"

Claudio Fiorentini collaboratore di Lèucade

Al supermercato:

Musica, ah, musica... quanta sozzeria devono sentire le mie orecchie quando entro in un negozio, quando vado al supermercato, quando accendo la radio... e pensare che il nostro Paese ha dato i natali a Rossini, a Verdi, a Bellini, a Vivaldi… dovremmo esserne fieri… eppure proprio in questo Paese mi chiedo: la musica, dov'è? perché quella robaccia che di solito si trasmette viene considerata musica, o peggio, perché quando vado a comprare il pane o la carne mi obbligano a sentire quella roba lì? Una volta chiesi a una cassiera del DEM sotto casa: ma come fate a non diventare matti con questa roba nelle orecchie tutto il giorno, possibile che nessuno pensi a mettere quantomeno un po' di musica classica? lei rispose " con la musica classica davvero diventeremmo matti". Argomento chiuso. Ed è proprio così, perché la musica, quanto di più astratto esista (ma direi l'arte in generale… tutto quello che apre la mente), fa diventar matti... Allora sorbitevi questo cesso, persone inermi, subite lo schifo che vi mettono nelle orecchie tutto il giorno, lasciatevi drogare da quella roba ripetitiva e insana, scritta da gente senza talento... perché il talento è un termine di paragone dal quale è bene star lontani per non diventar matti, oppure dal quale è bene tener lontane le masse per non farle diventare intelligenti. Abbasso la musica, abbasso l'arte, abbasso la cultura, abbasso questa continua ricerca che hanno fatto e che fanno dei folli, infatuati di una musa che non conoscono, e che gli fa credere che c'è la possibilità di avere un mondo migliore...!

La responsabilità:

Stiamo vivendo una crisi spaventosa e molto di più lo possono essere le conseguenze se non si trova una nuova direzione, un nuovo pensiero, dei nuovi ideali. Non perdiamo tempo a cercare i responsabili di questo disastro, loro sono un pezzo del passato. Tentiamo invece di capire il presente e di accettarlo in tutto il suo assurdo e impietoso manifestarsi per costruire con i nostri gesti un futuro migliore. Chi è responsabile del disastro, chi è complice delle ingiustizie, delle distruzioni, del deterioramento dell’ambiente se non noi, tutti noi, ogni singolo individuo che prima con il voto, poi con le abitudini, con i gesti e con la partecipazione passiva alla vita della collettività, diventiamo parte integrante di questo sistema che ci assorbe e ci rende partecipi delle scelte, perché noi, volendo mantenere il nostro benessere, pensando solo al nostro tornaconto immediato, altro non siamo che un’immagine riflessa dei nostri governi. Non sono i governi a decidere i nostri destini, ma siamo noi a decidere i governi e a sostenere le loro scelte quando non ci ribelliamo. E per ribellarci non intendo citare la piazza o le proteste popolari, intendo semplicemente applicare i dettami della morale, dell’etica e dell’onestà in tutto quello che facciamo. A partire dai gesti più insignificanti, faccio l’esempio della spazzatura… la raccolta differenziata è necessaria, allora io cittadino, per primo, devo fare il mio dovere e non ho attenuanti, non posso dire “ma tanto poi tutto finisce nella stessa discarica” perché prima di tutto non lo so, e secondo poi se io faccio il mio dovere servo da esempio al mio vicino, al mio amico e ai miei governanti. Così deve essere per ogni cosa che facciamo, per ogni gesto del nostro quotidiano: prima di tutto io, cittadino, devo essere responsabile dei miei gesti. Quindi dico: ribelliamoci facendo il bene, non uniformandoci ai luoghi comuni. Diventiamo noi l’esempio virtuoso per i nostri governi, non il contrario. Facciamo in sorta che loro si vergognino delle loro malefatte perché sotto di loro c’è un popolo degno e onesto. Invece di accollare colpe e responsabilità ai governanti e agli amministratori, iniziamo a guardare le nostre di responsabilità, e quando saremo liberi di colpe allora gridiamo in coro, cantiamo la nuova canzone, una nuova “Bella ciao” che rappresenti le esigenze attuali: pulizia, onestà, diritti, eguaglianza, bellezza, rispetto, ed ecologia! Rispetto per l’ambiente, sì, per l’ambiente! Perché il mondo è infetto, malato, sporco, perché l’aria è inquinata, perché la desertificazione distrugge i campi, perché la vita che oggi è ancora meravigliosa domani potrebbe non esserlo più… Diciamo basta alla maleducazione, alla sopraffazione, alla mancanza di ascolto dell’altro, cominciamo a pensare che l’altro è un essere vivente che merita di stare al mondo tanto quanto noi, che ci piaccia o no, e pensiamo che i nostri figli devono vivere di questi valori oggi, domani e dopodomani. Educazione, rispetto, fratellanza, solidarietà e pace… questo dobbiamo rappresentare NOI per primi, per pretendere che il domani sia migliore dell’oggi!

Artista di strada:

Oggi a Porta Portese un geniale "one man band", come ormai quasi tutte le domeniche, suonava e cantava allegramente. la sua auto-orchestra è costruita con materiale da recupero: la grancassa era una catinella sulla schiena, la chitarra era un manico con meccanica incollato a una scatola di biscotti, l'armonica era un'armonica vera, così il kazoo, ma la cassa di risonanza dietro il microfono, quella che dà un effetto eco, era un barattolo di pomodori pelati, e così via... minutaglie d'ogni sorta costituiscono questa "BAND" inventata da lui, di origine evidentemente americana. Un genio. Una fonte di allegria. E anche bravo... Ora però mi sa spiegare qualcuno perché i vigili urbani, con tutta quell'indecenza che c'è, con lo schifo portato avanti da Tredicine (finalmente in galera), con l'ignobile gestione del mercato e del traffico, con l'inefficiente gestione dell'igiene e delle pulizie delle strade, con la corruzione, con la sporcizia, con il perbenismo ipocrita di alcuni bancarellari che fanno cartello per prendere più strade e più spazi... con tutto questo, ditemi: perché diavolo i vigili se la sono presa con quel geniale musicista? Non è successo nulla, gli hanno solo parlato, sta di fatto che ha smesso di suonare e se n'è andato... e intanto la porcheria continua...


Claudio Fiorentini 

1 commento:

  1. Sulla pessima musica nei supermercati...

    Quando entriamo in un negozio o in un supermercato, noi entriamo in un luogo appositamente studiato per farci acquistare e spendere il più possibile. A questo scopo hanno concorso esperti di vari settori, come il marketing, la psicologia, la logistica, ecc. Perciò sono stati ideati dei "trucchi". Tra questi anche “il sottofondo musicale” il quale dovrebbe creare uno stato di benessere per cui diventi piacevole trascorrere tempo all'interno del negozio. E più tempo trascorriamo dentro, più le probabilità d’acquisto aumentano.
    Ho notato che in negozi molto chic e lussuosi, la musica è sempre di alta qualità, mentre negli ipermercati o grandi magazzini, dozzinale. Perché diverso è il pubblico. Più raro e abbiente nei primi, di massa nei secondi. L'arte qui non c'entra, è tutta un'altra storia.
    Però, perché, mi chiedo, disprezzare tanto la musica di cassetta, le canzonette senza talento, la martellante musica da discoteca o la canzone più in voga?
    Vorrei a tal proposito citare Proust, di cui, tra pochi giorni, esattamente il 10 luglio, ricorrerà la nascita, e lasciare aperta ogni considerazione.

    ELOGIO DELLA CATTIVA MUSICA
    (da Les Plaisirs et le Jours)

    La traduzione è di MARIOLINA BONGIOVANNI BERTINI
    ed è tratta dal volume:

    Marcel Proust
    I PIACERI E I GIORNI
    A cura di Mariolina Bongiovanni Bertini
    Note e commento di Luzius Keller
    Bollati Boringhieri

    "Detestate la cattiva musica, non disprezzatela. Dal momento che la si suona e la si canta ben di più, e ben più appassionatamente, di quella buona, ben di più di quella buona si è riempita a poco a poco del sogno e delle lacrime degli uomini.
    Consideratela per questo degna di venerazione.

    Il suo posto, nullo nella storia dell'arte, è immenso nella storia sentimentale della società. Il rispetto, non dico l'amore, per la cattiva musica non è soltanto una forma di quel che si potrebbe chiamare la carità del buon gusto o il suo scetticismo, è anche la coscienza del ruolo sociale della musica. Quante melodie, di nessun pregio agli occhi di un artista, fan parte della schiera dei confidenti scelti dai giovanotti sentimentali e dalle innamorate!

    Quanti "Anelli d'oro", di "Ah! resta a lungo addormentata", le cui pagine vengono sfogliate ogni sera, tremando, da mani giustamente celebri, bagnate dagli occhi più belli del mondo con lacrime di cui il più puro maestro invidierebbe il malinconico e voluttuoso tributo - confidenti ingegnose ed ispirate che nobilitano il dolore ed esaltano il sogno e che, in cambio del segreto ardente che viene loro confidato offrono l'illusione inebriante della bellezza!

    Come il popolo, la borghesia, l'esercito, la nobiltà, hanno gli stessi postini, portatori del lutto che li colpisce o della felicità che colma i loro cuori, così hanno gli stessi messaggeri d'amore, gli stessi confessori prediletti.

    Sono i cattivi musicisti.

    Un certo ritornello insopportabile, che ogni orecchio ben nato e ben educato rifiuta all'istante di ascoltare, ha accolto in sé il tesoro di migliaia di anime, conserva il segreto di migliaia di vite, di cui fu la viva l'ispirazione, la consolazione sempre pronta, sempre aperta sul leggio del pianoforte, la grazia sognante e l'ideale. Certi arpeggi, una certa "ripresa" han fatto risuonare nell'anima di più di un innamorato o di un sognatore le armonie del paradiso o la voce stessa dell'amata. Uno spartito di mediocri romanze, consumato per aver troppo servito, deve commuoverci come un cimitero o come un villaggio. Che importa che le case non abbiano stile, che le tombe scompaiano sotto le iscrizioni e gli ornamenti di cattivo gusto.

    Da questa polvere può levarsi in volo, davanti ad una immaginazione abbastanza benevola e rispettosa da mettere a tacere un attimo la sua alterigia estetica, lo stormo delle anime recanti nel becco il sogno ancora verde che faceva loro presentire l'altro mondo, e le induceva a gioire o a piangere in questo."

    Lorena Turri


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