sabato 19 novembre 2016

MARCO DEI FERRARI: "RUDERE URBIS (DI ROMA)"

Riflessione sul degrado esistenziale di Roma


Una geometria metrica, una complessa architettura verbale, che, con tutta la sua potenza icastico-intellettiva, si fa interprete di una vichiana teoria storico-filosofica di corsi e ricorsi; di andate e ritorni: filo conduttore che lega, con maestria tecnica, il dipanarsi dello spartito, determinandone compattezza e organicità. E’ così che un anaforico gioco semantico detta crisi, e svalori; evoluzioni e involuzioni;  perdite di identità, e di culture; mutamenti etico-sociali e geopolitici, facendosi insieme di concause che si ripete nel corso dei secoli: conquista e caduta dell’impero romano per mano dei “barbari”; conseguente mèlange di popoli e razze; uccisioni, depredazioni, caos, e disordine…; seconde invasioni, la ferocia dei nuovi pervenuti e l’incastellamento…; fino all’arrivo incontrollato, al processo migratorio odierno, più volte ripetutosi nella storia, che determina una crisi esistenziale non solo della grande Urbe, lasciata all’abbandono, ma di un’intera nazione e oltre. Sembra che il Colosseo assista impassibile a questo gioco al massacro; a situazioni che hanno più volte generato distruzione, sporcizia, e barbarie. Marco dei Ferrari non fa altro che dare corpo ad un sentire di rara potenza significante; e lo fa con un linguismo costellato di univerbazioni e di unità sintagmatiche; con un processo apodittico e sintetizzante dove la parola assume valenza plurima pur a scapito di preferenze euritmico-musicali; in ciò il Nostro è nuovo e rivoluzionario; nell’occupare una posizione unisona, personale, ben riconoscibile, al di fuori di ogni epigonismo, o di appartenenza a correnti, nelle quali si diramano tante direttive di poetiche letterarie attuali.


Nazario Pardini




RUDERE URBIS (DI ROMA)

Malici pantani
ulularie cesaree tane
grufolano
mausoli brancolarsi fasti
regesti squittiti
giocolari lupi
d’Apolli veneri diane
colossi scrementimaiorum
calici spurgolari rocchi
pascersi pateri in MOS
dirocchi d’arche
d’archi
URBIS imperii.
le cariatidi scolpiscono fonti sovrane
e galeotti simboli di pene e di sogni
nelle melodie d’incompiuti cori
supplicanti lune bucate e mutande
vecchie
pietre dissepolte
senz’arte né parte
rastrelle da mitologi
budelli di fardelli…
rudere urbis
così sia…


Marco dei Ferrari

2 commenti:

  1. Non posso fare a meno di chiosare ancora una volta il commento di Nazario , al quale sinceramente mi inchino per la bravura e professionalità di scrittore che sempre si rinnova. Nel riconoscimento del poeta Marco dei Ferrari,poliedrica e originale figura di artista, il critico riesce a dare al lettore un ulteriore piacere estetico.
    Complimenti al Critico così come al Poeta.
    Edda Conte.

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  2. Marco dei Ferrari, ogni scrittura è una carezza al cuore!

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