Riflessione sul degrado esistenziale di Roma
Una
geometria metrica, una complessa architettura verbale, che, con tutta la sua
potenza icastico-intellettiva, si fa interprete di una vichiana teoria
storico-filosofica di corsi e ricorsi; di andate e ritorni: filo conduttore che
lega, con maestria tecnica, il dipanarsi dello spartito, determinandone
compattezza e organicità. E’ così che un anaforico gioco semantico detta crisi,
e svalori; evoluzioni e involuzioni; perdite
di identità, e di culture; mutamenti etico-sociali e geopolitici, facendosi insieme
di concause che si ripete nel corso dei secoli: conquista e caduta dell’impero
romano per mano dei “barbari”; conseguente mèlange di popoli e razze;
uccisioni, depredazioni, caos, e disordine…; seconde invasioni, la ferocia dei
nuovi pervenuti e l’incastellamento…; fino all’arrivo incontrollato, al processo migratorio odierno, più volte ripetutosi nella storia, che determina
una crisi esistenziale non solo della grande Urbe, lasciata all’abbandono, ma
di un’intera nazione e oltre. Sembra che il Colosseo assista impassibile a
questo gioco al massacro; a situazioni che hanno più volte generato
distruzione, sporcizia, e barbarie. Marco dei Ferrari non fa altro che dare
corpo ad un sentire di rara potenza significante; e lo fa con un linguismo costellato
di univerbazioni e di unità sintagmatiche; con un processo apodittico e
sintetizzante dove la parola assume valenza plurima pur a scapito di preferenze
euritmico-musicali; in ciò il Nostro è nuovo e rivoluzionario; nell’occupare
una posizione unisona, personale, ben riconoscibile, al di fuori di ogni
epigonismo, o di appartenenza a correnti, nelle quali si diramano tante
direttive di poetiche letterarie attuali.
Nazario Pardini
RUDERE URBIS (DI ROMA)
Malici
pantani
ulularie cesaree tane
grufolano
mausoli brancolarsi
fasti
regesti squittiti
giocolari lupi
d’Apolli veneri diane
colossi
scrementimaiorum
calici spurgolari
rocchi
pascersi pateri in MOS
dirocchi d’arche
d’archi
URBIS imperii.
le cariatidi scolpiscono fonti sovrane
e galeotti simboli di pene e di sogni
nelle melodie d’incompiuti cori
supplicanti lune bucate e mutande
vecchie
pietre dissepolte
senz’arte né parte
rastrelle da mitologi
budelli di fardelli…
rudere urbis
così sia…
Marco dei Ferrari
Non posso fare a meno di chiosare ancora una volta il commento di Nazario , al quale sinceramente mi inchino per la bravura e professionalità di scrittore che sempre si rinnova. Nel riconoscimento del poeta Marco dei Ferrari,poliedrica e originale figura di artista, il critico riesce a dare al lettore un ulteriore piacere estetico.
RispondiEliminaComplimenti al Critico così come al Poeta.
Edda Conte.
Marco dei Ferrari, ogni scrittura è una carezza al cuore!
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