mercoledì 23 novembre 2016

N. PARDINI: LETTURA DI "IL FIUME" RACCONTO DI EDDA CONTE



Leggere i racconti di Edda Conte significa tuffarci in un mondo quasi fiabesco sia per il fascino dei contenuti che per l’armonia e la fluidità del linguismo: un mondo redento dalle aporie del quotidiano; ripulito dal dolore; un mondo che raggiunge tale magia partendo dalla metaforicità del vissuto, dove bene e male, luce e buio, si fondono in un simbiotico mélange che sa d’amore, di purezza, di innocenza, di generosità umana. Ed è il dolore, lo spleen, la sofferenza dell’esistere a richiedere un tappeto di velluto su cui far scorrere il memoriale spesso fattore di inquietudini e mancanze. In questo caso il fiume si fa metafora di una catarsi epifanica; di una ascensione verso il bello; verso la totalità del creato a cui ambisce l’uomo cosciente delle sue ristrettezze vicissitudinali. Un fiume, quindi, in cui Memo ri-trova se stesso, la sua straordinaria essenza, la sua simbologia di luce e di vita rinnovata, e si tuffa nelle sue acque come Saffo, dalla rupe di Lèucade, nel mare della dimenticanza per ovviare alle pene d’amore. Alla fine l’armonia è raggiunta, oltre all’immensità degli orizzonti imperscrutabili del mare, l’isola si trova ad ospitare quel fiume, oggettivamente più a dimensione umana, in cui torna a dominare l’innocenza nella veste di bambini che vi possono sguazzare e giocare.

Nazario Pardini


Il FIUME  
1
C'è un fiume. Un fiume che scorre lento lento.  Un fiume senza colore, senza rumore....dell'acqua  non ha né il colore  né la trasparenza né la densità.
A vederlo così immobile, sempre uguale.....mah!.
 Le piogge non lo ingrossano, i venti non lo increspano, non è soggetto né a piene né a secche. Non ci sono pesci, non c'è barca che  lo navighi , non c'è  un ponte che lo attraversi.  Quel fiume sembra che non abbia né origine né  sbocco.
 Nessuno osa bagnarvisi o perfino passeggiare sui suoi argini, e lui continua ad essere....quello che sembra : un fiume . Ma un fiume anomalo, inutile, una manifestazione della Natura insolita, unica, misteriosa.
C'è chi lo paragona alla vita, una vita spenta, dicono. Una vita che ha lasciato un ricordo di sé, forse.
Ma perché lasciare un ricordo che sa di morte? Un ricordo che suscita sospetto, dubbi, paure...
 Per molto tempo lo strano fiume è motivo di chiacchiera, che poi finisce nel nulla per mancanza di argomento, come accade sempre quando la cosa di cui si parla non interessa veramente. Così quel fiume , da tutti dimenticato , prende il nome di Fiume della Dimenticanza , e come tale continua a viversi nella sua non -vita.
 Un giorno compare sull'isola un uomo particolare : una figura alta più del normale, un po' curva, con enormi orecchie e una lunga barba candida e folta che gli copre tutto il viso, lasciando vedere soltanto  due occhi nerissimi e lucenti.
 Uno sguardo non certo da vecchio, come a prima vista  potrebbe sembrare.
Gli isolani, sempre schivi ma in fondo curiosi, si mettono ad osservarlo, chiedendosi chi è, che cosa è venuto a fare  e dove andrà ad abitare.
Ma dopo la prima apparizione , passano i giorni e dello strano individuo non si ha notizia. C'è  chi dice di averlo visto alla baia del Faro, seduto sulla roccia del Delfino, e chi sostiene  di averlo visto più volte correre sull'argine  del Fiume, sempre alla prima luce del giorno.
 Dicerie . Lo straniero  sembra essersi dissolto nel nulla.
 Ma l'accostamento, sebbene appena accennato, del suo nome con il  Fiume, proprio quel fiume che in definitiva tutti vorrebbero ignorare, ha innescato la punta di un sospetto.  Perché l'uomo dalla lunga barba , quel vecchio-non vecchio è scomparso? Eppure l'isola è piccola!

..................

Un giorno, proprio  nell'ora centrale della giornata, quando tutti sono fuori casa a passeggiare,, accade il fatto straordinario che nessuno dimenticherà più.
Sotto gli occhi dei passanti  l'uomo dalla lunga barba si immerge  lentamente nel Fiume della Dimenticanza.
Un ah ! di stupore  misto a orrore si blocca sul viso degli isolani  presenti...
L'uomo non emerge più.
 Il Fiume non si è mosso, l'acqua  ferma, immota e misteriosa sembra che l'abbia inghiottito senza un sospiro.
Molte persone, curiose o preoccupate, si fermano e aspettano, senza fare commenti, ma con  il terrore dipinto in faccia..
 Passano le ore, viene la sera. Il buio aumenta il senso di mistero che sale dal Fiume.
Il Fiume ora appare come un nastro nero.
La gente si ritira e chiude ben bene porte e finestre..
Domani non mancheranno commenti su commenti...ciascuno vuole dire la propria opinione sullo strano accaduto.
C'è ancora chi spera di  vedere ricomparire il vecchio, ma la voce comune è " lo abbiamo sempre detto che quello è un fiume stregato".


2

L'uomo misterioso dalla lunga barba bianca e dalle grandi orecchie ha nome Memo, così per scherno è conosciuto , perché non ha memoria , e di conseguenza non ricorda neppure come si chiama.
Si racconta  che Memo, da giovinetto, fu colpito da un fulmine mentre usciva dall'acqua del mare, e da allora è smemorato.. Però la grande energia del fulmine se anche gli ha tolto la memoria gli ha dato in cambio un grande potere: udire  i rumori  i suoni le parole , a distanze illimitate. 
La vita per Memo è diventata  molto pesante, si accorge di non avere un attimo di quiete, e con ciò ogni giorno di più si fa nemico del mondo.
- Il Fiume della Dimenticanza fa al caso mio, pensa Memo, e decide di andare sull'isola per saperne di più.
 Ma all'isola scopre per prima cosa la curiosità  e i commenti  degli abitanti  , che non sono affatto amichevoli . Troverà da solo che cosa si nasconde dietro l'anomalia di quel corso d'acqua.
Prende a camminare sugli argini, osserva la stranezza del Fiume, comincia a parlargli, a dimostrargli attenzione e simpatia. Niente.
Il Fiume della Dimenticanza è forse  smemorato come lui, non ha parole, non ha suoni perché non ha ricordi. Insomma è morto.


Finché un mattino, mentre un raggio del sole nascente strappa scintille lungo la riva, Memo dalle grandi orecchie percepisce un suono lontano, una specie  di mormorio che un fragore confuso immediatamente ricopre.
Memo si mette in ascolto e infine prende  la sua decisione.
Quel giorno davanti a tutti si  immergerà nel Fiume della Dimenticanza.


...............

3

E' un attimo. Un tempo al di fuori del Tempo. Poi il Grande Silenzio, lo sconosciuto  silenzio..
Memo è dentro il Fiume. Ora è il Fiume stesso, con la sua morte  e la sua vita.
 Non ha ricordi, è tutt'uno con la smemoratezza del Fiume.
Ma Memo conserva intatte tutte le altre sue umane capacità sensoriali. Le sensazioni nell'attimo in cui è penetrato nel corpo del Fiume si sono potenziate, come se la Natura stessa volesse ricompensarlo di un atto nuovo e grandioso.
 Ora Memo percepisce il Tutto, privo della memoria ha però l'innocenza dell'attimo primo in cui si aprono gli occhi sul mondo.
Il suo corpo è trasportato  da forze misteriose  ... ha la visione di tutta la bellezza che il Fiume non conosce più.
 In quel momento Memo non è più Memo, ma è ormai colore albero fiore uccello aria profumo... Bellezza pura.
I sensi, tutti i sensi, trasmettono alla mente l'idea della Felicità.
Attimo irripetibile.
Ma è tutto come un battito di ciglia, e la memoria torna improvvisa con tutto il corredo del Tempo vissuto.
 Poi il Grande Vuoto lo avvolge,  il Fiume gli è nemico e vuole vendicarsi di torti subiti. Il Fiume della Dimenticanza tenta di serrargli gli occhi e la bocca, vuole distruggere tutto di lui, insieme con la memoria.
Il Silenzio non è più quiete, è terrore....
Memo non si arrende, lotta con tutte le forze che gli restano, confida nel Potere delle  sue grandi orecchie che raccolgono tutti i suoni i rumori le voci a distanze illimitate..  E la Conoscenza arriva a colmare il vuoto del Silenzio.
 Dalle Grandi Lontananze gli giungono armonie di conchiglie che l'onda trasporta sulla sabbia...giunge il rumore del risonante mare, le voci nel sole...
E' questo il momento che annunzia un fragore di acque limpide che sgorgano dalla terra ...e scorrono , scorrono e si ingrossano....si fanno fiume...
 Memo è salvo.
Nella forza dell'acqua che scorre è avvenuta una catarsi.
 .............

Epilogo

Sull'isola non c'è più solo il mare, oggi c'è anche un fiume, che scorre tranquillo fino  al mare. Un fiume dalle acque limpide anche se non copiose, un fiume che non inaridisce neppure in piena estate.
I bambini ci sguazzano e giocano felici senza correre alcun pericolo...
Gli abitanti dell'isola l'hanno chiamato Memo.

Edda Conte



2 commenti:

  1. Quanta verità, in quest'autentico trionfo della fantasia e dell'immaginazione e nella metaforizzazione di un'esperienza umana quasi primordiale!
    Pasquale Balestriere

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    1. Finché ci saranno lettori come Pardini e Balestriere che partecipano nel pensiero a quanto scrivo e sento non mi sentirò mai sola nel mondo della fantasia creativa.
      Grazie. Edda.

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