sabato 16 settembre 2017

M. LUISA TOZZI: "LA POETICA DI PAOLO BASSANI"



La poetica di Paolo Bassani
Note di Maria Luisa Tozzi


Paolo Bassani,
collaboratore di Lèucade

La poesia di Bassani prende per mano, accompagna all’autoriconoscimento. Essa non è  tuttavia sterile rimpianto del già stato, ma è la mappa di un percorso verso la nobiltà interiore (a volte sorvolata, a volte ignota) dell’uomo.
Soltanto in un secondo tempo avrà valore “sociale”, ma qui l’evocazione ha soprattutto la funzione di ritrovare l’archetipico eden, l’incanto del misticismo nel santuario dell’uomo e della natura.
Dunque il racconto del personale lirismo diventa esemplare, necessario per accendere una fiamma di lucerna, per illuminare il vivere vacillante, abbagliato da luci artificiali, che alterano colori, cancellano firmamenti, lasciano al buio della solitudine o dell’aggregazione vociante.
La poesia allora si fa urto interiore, soprassalto, che valica frastuoni e ignoranza; si fa chiarimento,”entusiasmo del tempo”, comunione storica e di sangue con la Vita passata presente e a venire;  è tenero rannicchiarsi nella culla natalizia di muschio e fieno, di cotone quale neve, di segno che ogni essere può rintracciare; è attesa di un arrivo che accadrà (Via Francigena).     Si può – dice il poeta – risorgere da campi di sterminio: dissetando il venditore di cianfrusaglie, che nasconde un silenzio lontano; spaccando pietre o arando, gettando il seme, giacché nessuno sa dove esso finisce; si può sperare.
Prima che tutto passi o sia distrutto, bisogna recuperare il filo, entrando nell’anima perenne della natura - come il pastore nel vento fra l’erica -  chinati sulle anse del fiume, che scorre  nel suo viaggio (così l’uomo), ma è specchio inviolato di alberi e vita (così l’eden).
Questa Poesia, linguisticamente soave, apparentemente memoriale, autoreferente, è invece educativa, raccoglie un mito, armonicamente metamorfico, in cui è possibile credere: giacché sarebbe sofferente e disperata ogni conclusione (anche esistenziale) se la Vita non fosse spiegata e poi amata. E tale è il compito, secondario in apparenza, di questo struggente lirismo.

Maria Luisa Tozzi



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