giovedì 14 settembre 2017

N. PARDINI: "QUELLE ÉTAIT TRISTE". DA POESIE FRANCESI

Quelle était triste

Quelle était triste la couleur de la mer
réfléchissant les notes de ses melodies
sur les parois suspendues des cimetières.

Les ailes des oiseaux sont tachées de coucher,
c’est peut être le soleil qui tuant le midi
annonce que la mort désormais va arriver.

Tu nages, mon âme, sous les sombres images
écoutant les chansons sur les pins
qui gardent leurs ombres étendues sur la plage.

J’attends le soir dans le verre de mon vin
le mystère sur la rue d’une prochaine nuit,
le silence qui enveloppe le bruit de l’esprit.

N.  Pardini


Come era triste

Come era triste il colore del mare
che rifletteva le note delle sue melodie
sulle pareti sospese dei cimiteri.
Dall’alto continuano le croci della vita
a estendere gli sguardi fino alla fine della vista.

Le ali degli uccelli sono macchiate di tramonto;
forse è il sole che uccidendo il mezzogiorno
annuncia che la morte si avvicina.

Tu nuoti, mia anima, sotto le nubi scure,
ascoltando le canzoni sui pini
che controllano le loro ombre stese sulla spiaggia.

Io attendo la sera nel bicchiere del mio vino,
il mistero sulla strada di una prossima notte,
il silenzio che avvolge il rumore dello spirito.

N. Pardini












5 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Caro Nazario,
    forse ti starai chiedendo che cosa avessi scritto nel commento che ho eliminato.
    Il fatto è che, equivocando in modo grossolano (ah, le ottundenti fatiche della vendemmia!), avevo ritenuto che tu avessi postato una tua poesia francese attribuendola per scherzo ad altro non dichiarato autore d'oltralpe. Giusto per sapere che effetto avrebbe fatto; o per scrutare le reazioni dei lettori. Ero talmente convinto di questa cosa che avevo scritto:

    ALDEBARAN14 settembre 2017 11:14

    Sbaglierò, e magari sarò messo alla gogna e fustigato, ma questo poeta, anche se nuota agevolmente nelle atmosfere visionario-decadenti di certa (peraltro ottima) poesia francese, a me pare tanto, ma tanto, toscano. Molto bravo, però. Vero, Nazario?
    Pasquale Balestriere

    Leggendo meglio, mi sono accorto del mio fraintendimento. Attribuendoti la poesia, avevo scoperto l'acqua calda, perché tu, correttamente, hai scritto il nome dell'autore, cioè il tuo, il titolo della poesia e la silloge da cui essa è tratta.
    Non mi resta che cospargermi il capo di cenere.
    Comunque la lirica, intensamente metaforica, è ricca di immagini e di intuizioni poetiche singolari e vivide. Per me, di rara bellezza.

    Un abbraccio

    Pasquale Balestriere

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  3. Veramente singolare e incalzante il susseguirsi e lo scorrere veloce del tempo nelle splendide metafore di "Quelle était triste". Le immagini stesse si fanno pensiero e poesia in un intreccio che non solo la fantasia, ma lo stesso pensiero dipana e spande negli splendidi versi, che talvolta non riescono a nascondere brividi.
    Impensabile, poi, lo splendido "involontario" gioco di Pasquale Balestriere che si cosparge il capo di cenere.
    Grand Nazario Pardini e grande Pasquale Balestriere.

    Umberto Cerio

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  4. Caro il mio Toscanccio (appellativo affettuoso con cui mi rivolgo solitamente a Nazario) per fortuna che Pasquale ha sciolto il busillis perché anch'io, lettrice frettolosa, avevo ritenuto che la poesia fosse stata scritta da qualche celebre autore francese e non volendo fare la figura dell'ignorante...Bellissima la versione originale non resa perfettamente dalla traduzione italiana malgrado l'aggiunta di quei due versi molto pregnanti. Non finisci mai di stupirci!

    Carla Baroni

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  5. Vi ringrazio tutti e tutti vi abbraccio in un laccio d'amicizia e poesia. Non ho messo la firma finale ed è mia la colpa di un possibile e reale fraintendimento. Comunque a Pasquale non sfugge mai niente, anche se immerso nei sapidi grappoli dei suoi vitigni.

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