Claudio Fiorentini, collaboratore di Lèucade |
Spesso sento dire "dove
sono gli intellettuali?". Facile per chi siede sul trono della celebrità
chiederselo. Ma gli intellettuali ci sono e ci saranno sempre, solo che oggi
non li ascolta nessuno, semmai li si deride. Facile farlo. Oggi l'intellettuale
dà fastidio a chi, prendendo le informazioni dalle reti sociali e dal web, non
perde tempo a leggere punti di vista articolati e strutturati. Meglio lo
slogan, il titolo, la propaganda… brutta bestia.
Ma l'intellettuale non fa propaganda,
semmai pensa, elabora e poi si esprime. Inoltre, oggi esiste l'intellettuale
dopolavorista, figura di cui non si cura nessuno perché il più delle volte non
ha spazi per esprimersi… mi spiego: negli anni '50, quando l'analfabetismo era
ben oltre il 50% e già essere ragioniere era un trionfo, l'intellettuale lo
notavi subito perché era una rarità… oggi l'intellettuale, quando non è inviso
ai più perché il suo pensiero è "complicato", milita tra i comuni
cittadini e, proprio per questo, non è considerato tale dalle élite, semmai è
snobbato perché oggi, se non vai in TV, non ti si fila nessuno. E si sa che in
TV trionfa solo chi fa più rumore. Dove sono gli intellettuali? Sono ovunque,
manca la pazienza di ascoltarli perché trionfa l'arroganza del "so tutto
io", quindi, chiunque abbia letto un titolo propagandistico, si sente
autorizzato a dire che la verità è lì per poi dare del cialtrone
all'intellettuale. Argomentare la propria opinione non serve, basta lo slogan
giusto. Intellettuali di tutto il mondo, unitevi non solo per esprimere le
vostre argomentazioni, ma lottate per dimostrare che non siete una casta e per
sfatare il mito della propaganda usa e getta che ci sta portando verso una
società sempre più frammentata. Essere un intellettuale oggi è quanto di più
rischioso si possa immaginare, non tanto per la critica scomoda al potere che è
insita nell'essere intellettuale, quanto per l'arroganza diffusa che getta
discredito sul pensiero forte, sull'argomentazione ponderata e sulla pazienza
consumata in ore di studio e di analisi. Rassegnatevi ad essere impopolari, ma
capite che non siete soli, perché di intellettuali ce ne sono molti di più di
prima. I falsi miti di oggi sdoganano il pensiero con uno slogan: prima le
veline, poi il successo facile, poi i soldi, ora la diversità, il titolo e la
frase ripetuta ossessivamente… Ora è il momento di gridare "basta"!
Il pensiero è vivo, facciamo sapere a tutti che non lo si può fermare con un
post semplificatore!
Condivido il pensiero di Claudio Fiorentini. In quest'epoca da quattro soldi si celebra quotidianamente il trionfo dell'effimero e del clamore. In un clima da usa e getta non c'è assolutamente spazio per un pensiero che abbia l'ardire di strutturarsi in enunciati non banali o elementari. Compito dell'intellettuale, a mio parere, è quello di continuare ad essere se stesso. A tutti i costi.
RispondiEliminaPasquale Balestriere
Sono pienamente d'accordo con Claudio e applaudo alla sua esternazione come spunto per una presa di posizione attiva contro il dilagante sloganismo. Aggiungo che oggi il ruolo dell'intellettuale é ancora più difficile, poiché ci sono figure come gli "influencer" capaci di indurre usi e consumi con alla base l'apparire e il culto del successo facile e dell'effimero. L'intellettuale é spesso una figura scomoda inviso al pensiero dominante e per questo osteggiato e screditato dalla propaganda. Ma tutto questo non giustifica il silenzio dei molti raffinati pensatori, e di tutti quelli che nel loro piccolo s'indignano. L'uso dei social può servire anche per questo, dibattere, argomentare, costruire alternative unendo le singole voci contro il pensiero facile.
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