Angela
Greco, Angelo Bruno, Sergio Angeli, Flavio Almerighi, Alfonso Graziano.
Cinque
Autori che, nell’ambito della poesia, messisi assieme per una silloge di
estrema attualità, raggiungono traguardi di vero interesse stilistico-emotivo; sintagmatico-contenutistico.
L’opera è preceduta da una introduzione che fa, con tutta la sua energia
figurativa, da antiporta a poesie di intensa vivacità partecipativa. Il tema è su
questa pandemia improvvisa e sconvolgente; e lo spartito si diluisce in versi ben costruiti; di forma compatta e
avvolgente, dove gli Autori non cadono mai nella trappola del mielismo o dello
scontato; tutto è controllato con acuta esperienza verbale; mai si scade in
deviazioni formali dacché costruzioni ben robuste evitano che le emozioni esondino
oltre gli argini. Non è facile affrontare in poesia un argomento tanto attuale
senza correre il rischio di cadere nel déja vu. Ogni poeta, con la propria
incisiva personalità, evita tale rischio offrendosi al lettore con composizioni
convincenti, di calore umano e di esperita riflessione vitale. Il contenuto,
oggetto di triste contaminazione per le morti che ne conseguono, per
avvenimenti che imprevisti e letali sovvertono la vita creando inquietudine e
dolore, trova posto in una versificazione reificante stadi d’animo di forte impatto
creativo. Dovessi classificare tale tipo di poesia non la inserirei di certo
nella corrente minimalistico-prosastica, quella che mira alla
spersonalizzazione, alla eliminazione del soggettivismo, dacché qui c’è una
partecipazione intensa e attiva; una presa di posizione personale e fattiva che
rende il tutto emotivamente acchiappante.
Nazario Pardini
cinquantacinque giorni diversi e di versi
di Angela Greco
Cosa rimarrà di questo tempo? E’ una domanda che spesso ci
poniamo alla fine di un periodo particolare, quando allunghiamo lo sguardo
verso il domani. Il 2020 ci ha consegnato un evento in più per il quale
domandarci degli esiti e sul quale riflettere. Il 10 marzo ha avuto inizio un
periodo di isolamento, di confinamento entro le mura domestiche, di
distanziamento detto ‘sociale’ e di chiusura di ogni attività. Abbiamo vissuto
cinquantacinque giorni senza libertà di movimento, di culto, di associazione,
senza poter incontrare amici e parenti e con svariate altre limitazioni alle
quotidiane abitudini. Un fermo, che, senza temere di esagerare, si può definire
‘biologico’, nell’accezione etimologica del termine: un blocco imposto alla
vita quotidiana che, giunti al 3 maggio, ha avuto il suo fisiologico stop
(mentre si avvia una fase seconda con minori restrizioni) legato all’andamento
della causa che lo ha determinato, un virus di nuova conoscenza per la scienza
medica, che ha decretato lo stato di pandemia a livello mondiale e al quel
siamo dovuti sottostare, secondo le indicazioni fornite dagli esperti.
Abbiamo vissuto qualcosa, ciascuno nella sua singolarità, ma
pensando e agendo in termini di comunità, che ci ha resi partecipi tutti della
stessa sorte. Cinquantacinque giorni nei quali, via via che gli esseri umani si
diradavano dai luoghi comuni, la Natura ha gentilmente riacquisito i suoi
spazi, tornando ad uno stato di fatto, che mai le ultime generazioni avevano
visto. Un’antitesi. Da un lato, la società umana ferma e dall’altro, la natura
più in movimento del solito. Originali nelle reazioni, ciascuno di noi ha
solcato questi cinquantacinque giorni con la propria piccola barca in confronto
al mare di incertezza che abbiamo visto - e vediamo soprattutto ora - venirci
addosso. E ne abbiamo dette e sentite di ogni sorta, dai balconi e dai mezzi di
comunicazione di massa; abbiamo graffiato, sbraitato, silenziato l’istinto,
trasgredito e promesso, abbiamo non capito e tentato di comprendere, ma
soprattutto, ci siamo ripromessi che alla fine ne saremmo venuti fuori, in
qualche modo.
In questo quadro ha trovato posto, con differenti espressioni
e modalità, anche la Poesia. Poesia, che, in questo particolare periodo è stata
‘a sangue caldo’ oppure ‘meditata’; poesia, che ha accolto le sensazioni, i
silenzi, i sentimenti, le impressioni, le speranze e i timori di noi che questi
cinquantacinque giorni li abbiamo vissuti con l’idea di lasciarne una traccia.
FASE 1
(10/03-03/05) è un contributo nato, credendo fermamente che nessuno si salva da solo, dalla mia
scelta di alcuni testi poetici di Autori che hanno seguito con la scrittura questa
fase di quarantena in maniera giornaliera, meditando e scrivendo con continuità
e che ho scelto proprio perché il loro lavoro non è una tantum, ma costante;
lavoro e lavorìo di osservazione e ricezione degli accadimenti e, quindi, anche
degli avvenimenti esterni / esteriori e interni / intimi di questi ultimi
cinquantacinque giorni vissuti in privato. Volutamente ho condiviso metà dei
versi che questo e-book presenta, giorno per giorno su Il sasso nello stagno di
AnGre, avviando tale condivisione in data 25 aprile e coprendo
materialmente l’arco temporale degli ultimi nove giorni di questa cosiddetta
“fase uno”, quasi idealmente fosse una novena alla ritrovata e sacra, seppur
ancora fortemente limitata, libertà.
Gli Autori, alcuni editi e altri completamente inediti, alcuni
di professione scrittori e altri professionisti in differenti settori, gentili
e sensibili, che con benevolenza hanno accettato la mia scelta dei loro testi
tra tanti e con generosità mi hanno dato la possibilità di condividerli in
questa pubblicazione gratuitamente scaricabile dal blog, hanno scritture e
stili tra loro molto differenti; accomunati dalla passione per la
testimonianza, tutti hanno raccontato nei loro versi qualcosa che può tornare
utile al lettore, per meditare, per fermarsi un momento in più con se stessi,
per assaporare un silenzio differente da quello che abbiamo ascoltato in questi
ultimi giorni, per tornare ad un luogo, quello della Poesia, sempre
assolutamente utile per motivi differenti e personali, ma che in questo momento
storico è necessario non emarginare, perché domani non si dimentichi l’accaduto
odierno.
Una goccia nell’infinito mare di scritture e voci e azioni
artistiche perpetrate in questi giorni con ogni mezzo, ma una goccia senza la
quale il sapore di questo vissuto non sarebbe lo stesso: questo, vuole essere,
questo e-book. Una testimonianza, un tassello nel più grande mosaico di un
periodo che, senza dubbi, come con la tempesta di Haruki Murakami, ci ha
mutati.
“Non basterà
mai nulla, non basterà - annota Angelo Bruno, uno degli autori - parlare della
meraviglia delle città vuote o della natura felice, senza parlare anche di chi ha perso i propri cari, di chi
si è sentito senza la nobiltà del proprio lavoro, di chi si è inguaiato
economicamente, di come discriminazioni sociali ed ingiustizie sono
sopravvissute, la solitudine di sempre ... Non basterà nulla, solo tutti e la
poesia di tutti.”
Massafra, 3
maggio 2020
probabilmente non saprai neanche tu
come hai fatto
ad attraversarla e a
uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche
sicuro se sia finita per davvero. Ma su un
punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito
da quel vento, non sarai lo stesso che vi è
entrato. Sì, questo è il significato di quella
tempesta di sabbia”
Haruki Murakami, Kafka sulla spiaggia
(Torino, Einaudi 2008).
ANGELA GRECO
Di questo tempo rimarranno
le mura,
le ripetizioni che
zittiscono i sogni e
una grafia minuta, di chi
resta chiuso
in un se stesso sempre poco
conosciuto.
Domando che giorno è, il
mese lo ricordo,
e un accenno alla notte
appena trascorsa;
un cambio d’ora che porta
ancora più silenzio,
nella strada inattiva e
persino sul campanile
in ritiro
dalla sua domenica. Il silenzio, persino lui, lo stesso che fino a ieri bussava
timido alle tempie, oggi guarda con occhio differente questo momento.
Di questo tempo rimarrà un
ricordo
dai contorni poco noti,
ansiolitico, che
annebbia lo sguardo e
finanche la penna;
una fotografia sfuocata di
volti tutti uguali,
senza volto, la piazza vuota
e la torre dell’orologio
stupita. «Manca la bellezza»
hai detto, e tutte le scene
aspettano i loro attori,
fermi, dietro quinte di paure.
Questo momento ha
scoperchiato nuovi vasi di Pandora,
in un occidente di fiato che
credeva invincibile. Eppure,
tutti i mali del mondo non
sono serviti; questo silenzio
porta con sé tutti i silenzi
precedenti e tutto quello che verrà.
8
L’inizio è una fotografia,
un vetro rotto
sulla norma da cui far
passare il giorno.
Graffi sulla notte appena
conclusa
(quale notte? tutte le notti
la stessa).
Aggrappata alla penna
naufrago
in quest’altra mattina di
tante altre.
Un respiro più lungo,
rivelatore
e a tratti giungono righi e
ricordi.
Sono giorni di cospetti
sincopati
sempre con la stessa opaca
visione.
Questo IO che ho
scandagliato
fino all’estrema pazienza di
conviverci.
E rendermi conto che
una parte di noi stessi è
l’altro.
In attesa di ritrovarci
fuori da qui.
9
ANGELO BRUNO
Il cielo,
“è
inguardabile il cielo così bello nell’assopimento di ogni senso”, un cielo
nuovo di sole e di vento
asciuga il bucato oggi sui
terrazzi e sui balconi di questa via.
Pensili stiamo
sciorinati, sospesi e
inquieti,
tra la
profondità del cielo e la profondità della terra, lacrime pronte.
Still life/Stilleben.
Vita silente,
rumore di capelli che
crescono,
rumore d’erba che cresce,
nelle piazze d’Italia
nemmeno quei due, in fondo
alla prospettiva,
nulla.
Città vuote,
il paesaggio senz’uomini
è
una natura morta, un render d’architettura, e natura
naturans incessante, e indifferente, -il gioco del mosaico del tabacco-
in riequilibrio vitale
continuo.
Nessuno,
nella circostanza
d’un’odissea domestica
-disfo la notte le trame del
giorno-
il ritorno di ulisse
da controcanti e polifemiche
urla,
tutti i nessuno
isolati, frammentati, in
centomila.
Splendidi volti sfigurati,
archeologia del
contemporaneo,
statue del sopravvivere
in processioni immobili,
distanziate e silenziose,
visi dimezzati, senza naso,
senza sorriso,
musi inquietanti,
occhi naufraghi,
“mi manca la bellezza”, ti
ho già detto,
il canto delle mie muse
inquiete
sopra tutto,
il cielo.
Il cielo, ed il cielo infine 17.04.2020
13
SERGIO ANGELI
#isolamento _giorno 28
Cerca di non piangere
Ancora
Anima mia
Questa coltre nera
abbatterai
Non può esserci tristezza
oltre questa nube
Muto intenso cemento
Sembra invalicabile
Grigio grigio freddo come
non mai
Queste ali sono solo stanche
Vedrai…
toccheranno nuovi cieli
Disegneranno vortici di
colori
tra le nubi di cotone.
Vedrai…
Alzati ora in un battito
d'ali
E Tendimi la mano
Andremo via
senza più lacrime.
Raschio graffio vischiosità
di anima
Grido rimbalza sulle pareti
si fissa nel tempo che
rimane
Resta poi si muove va via
Io resto qui
Mi vesto di sogni vedo forme
in movimento
ne estraggo l'essenza
delineo confini
Orizzonti plastici plasmo in
questo limbo.
Fermo resto qui adesso
Strappo via anima inquieta
Lascio volare via ogni
sensazione.
Limbo di svolta eccolo qui
Tutto si muove prende forma
Santuario sono
Involucro di speranza resto.
17
FLAVIO ALMERIGHI
buona giornata
Tutto comincia tardi
da non voler consultare
l’ora,
qualche orologio scarico
brilla sul comodino,
mette in risalto amnesie
di giorni e giorni.
Chiedessi il titolo
della canzone, o la forma
del portacenere là vicino
all’atto del mio
concepimento,
non saprei dire, a volte
basterebbe un po’ di nebbia.
In attesa del risveglio
la casa è fredda, prova
il recupero della gioia di
vivere
in atto estremo, eroico,
complicato dalla scarsa
fantasia,
modesto, di amore in sé.
Appennini da risalire
non ho mai smesso di
scrivere
sciocchezze in bilico tra
l’imitazione e il nulla,
ottone
d’importazione per
candelabri spenti,
non sono pronto a odiare
primavere
ed estate, conto le api.
pontefice di ponti bruciati,
alcuni davvero li ho
incendiati,
so apparire senza averne
voglia
e a diciassette anni
scrivevo
benissimo per la gioia di
minorenni:
non avete idea
di quanti abbracci umidi e
commossi,
quelli stessi di oggi
così lontani, apparenti,
dai bei tempi in cui
la nebbia
nascondeva ad arte
gli Appennini da risalire
22
ALFONSO GRAZIANO
tranne il dolore e il tuo
ghigno
il bicchiere sporco di
parole andate a male
e i piatti accumulati
sull’orlo del tavolo,
rimango io e i libri in
bilico sugli scaffali e la polvere
io e le solitudini
incorniciate in primo piano
e le porte senza chiavi che
ritmano la tramontana fuori stagione.
tranne gli
errori e le virgole sperdute sotto i tappeti le bottiglie da aprire ancora
dedicate e i posaceneri di verginità da ritrovare,
rimane quello sguardo spento
contro il muro
delle tue risposte
inascoltate
nei cassetti col doppio
fondo.
tranne tutto questo e i
sogni dismessi
va tutto bene tanto nessuno
se ne accorgerà
né l’orchidea bianca che
diventa gialla
né i polpastrelli che fumano
inutilità
tranne tutto questo
e tutto ciò che rimarrà..
Oggi ho perduto qualcosa.
Lo so.
Ma non chiedermi cosa perché
non so.
Ogni giorno perdiamo
qualcosa.
Un po’ di vita
ai quattro angoli.
Un po’ di morte
dietro quei vicoli.
Non chiedere
se il perdersi nel cercare
ha un senso
in quel poco di morte
inutile
ai quattro spigoli del
vivere.
25
Indice
Nota introduttiva…………………………………………………………………………………………pag.3
Angela Greco (Massafra - TA, 1976)
- [Di questi tempi]............................................................................................pag.8
-
[Fine pena mai]………………………………………………………………………………………….pag.9
Angelo Bruno (Taranto, 1962)
- Il cielo, ed il cielo infine 17.04.2020…………………………………………………………..pag.12
Sergio Angeli (Roma, 1972)
-
#isolamento _giorno 28……………………………………………………………………………pag.16
-
#isolamento _giorno 41 |
sacralità…………………………………………………………..pag.17
Flavio Almerighi (Faenza - RA, 1959)
-
buona giornata…………………………………………………………………………………………pag.20
-
Appennini da risalire…………………………………………………………………………………pag.21
Alfonso Graziano (Foggia, 1962)
-
[tranne il dolore e il tuo
ghigno]……………………………………………………………….pag.24
-
[Oggi ho perduto qualcosa]………………………………………………………………………pag.25
27
AA.VV “FASE 1”
e-book scaricabile gratuitamente.
e-book scaricabile gratuitamente.
Ideato
e creato da Angela Greco AnGre
I
testi sono condivisi per gentile concessione degli Autori,
che si ringraziano.
che si ringraziano.
Tutti i diritti sono
riservati
ai singoli autori, secondo quanto previsto
dalla legge in materia di diritto d’autore.
3 maggio 2020
ai singoli autori, secondo quanto previsto
dalla legge in materia di diritto d’autore.
3 maggio 2020
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