IN TONO
MINORE
DI EVARISTO SEGHETTA
CLAUDIA PICCINNO COLLABORATRICE DI LEUCADE |
In tono minore di Evaristo Seghetta si presenta come il
suo testamento poetico. Il libro è strutturato in quattro parti :LA LUNA NELLA
SUA CURVA LAMA , ERETICI COME SIAMO, SUL VERSANTE DEL SENTIMENTO, QUANDO TUTTO RIAFFIORA
.
In
queste parti ravviso rispettivamente ispirazione, pensiero, sentimento,
memoria, ma in tutte le sezioni questi elementi si mescolano in dosi variabili
per dar voce agli elementi naturali, al contingente, alla situazione che di
volta in volta muove il Nostro alla scrittura, a fermare l'attimo per lasciare
che decanti e poi ripercorrerlo attraverso il pensiero di come avrebbe potuto
essere o attraverso il ricordo di com'è effettivamente stato.
Seghetta
sostiene che la vita è un campo minato e
tra queste mine c’è lo slalom dell’uomo che cerca di ancorarsi al bello, alla
natura, alla terra per restare aggrappato alle radici e non farsi fagocitare
dalle logiche urbane della fretta, dell’apparire, del commercio.
Un giacimento in superficie è la via di
vetrine:/ non scava nel pensiero, né in fondo all’emozione
… e
ancora
Così, ci volgiamo a guardare con identico
cuore una coppia di corvi, /che cerca un po’ goffa quel ramo sicuro.
Ci
sono immagini di una bellezza senza eguali in questa raccolta, immagini che
evidenziano la filosofia dell’autore che attinge a piene mani ai doni del
creato.
Calano giù da una giara le campanule
viola, di sera, con la luce tirata al limite del buio, in attesa del solstizio.
Sono marinai aggrappati alle fiancate della nave nel mare in tempesta. Sono
pensieri che solcano
C’è un
dialogo costante tra l’io e il non io, sebbene Egli giunga alla consapevolezza
che non tutto si può declinare secondo la logica :
Ci raccogliamo in noi stessi, dentro le
stanze delle nostre rinunce. Nemmeno tentiamo più di indagare la direzione dei
voli, il sonno dei rondoni,
L’unica
logica in cui Egli trova riparo è quella delle stagioni e sembra muoversi su
binari paralleli: bellezza e ritmo, pensiero e anima, apparenza e verità.
Siamo nati nella logica delle stagioni.
Sulle nuvole approda la mente, come a un
porto di isole celesti, nel capovolto mare.
Si
legga ad esempio La terza stagione
Passano così impercettibili le sere
d’autunno, passano senza rumore. Sono i passi felpati del gatto. L’autunno è il
gatto delle quattro
L’autunno è il crinale da cui si può
scegliere il lato di discesa, quello del bene o del male.
Esiste
anche la logica del giorno, dell’alternarsi tra veglia e sonno, luce e buio
Noi, un tutt’uno col vento, respiriamo il
segreto del gelsomino. Lo scontro a colpi di assi e di re dura fino al mattino.
I pirati del sonno, prima o poi, abborderanno l’estate.
Il
ritmo è ciclico, rassicurante, le sue poesie si collocano in uno spazio
laterale, come se volessero osservare le ripercussioni di ogni verso su chi le
ha prodotte e su chi le leggerà.
Avevo
parlato, (a proposito delle sue,precedenti raccolte poetiche ) di Evaristo e
della sua obliqua postura, perché lui è un uomo capace di sdoppiarsi Mente/anima, di osservarsi dall’esterno,
senza la paura del giudizio. E alcuni suoi versi mi confermano la prima
impressione:
Veloci, beffarde, le parole fuggono via.
Si fermano, forse, nelle pozze, al bordo dei campi di fieno. Si prendono gioco
di me, se, nel buio, mi sorprendono mentre cerco a tentoni una via che mi porti
lontano, alla soglia della Verità.
È
severo con se stesso il poeta, ma non teme il giudizio, non teme la sua nudità
davanti al resto del mondo. Appartiene alla terra: (io guardo le creature negli occhi e ascolto il respiro delle querce,
qui, dove l’uomo arretra e la Natura avanza),ma sa destreggiarsi anche
nelle metropoli, si adatta a una musica insolita, ne coglie l’essenza.
Il jazz ha la densità della notte, il
colore delle insegne al neon. Scorrono sul pentagramma grattacieli, boulevard,
volti, emozioni…
Sebbene
preferisca le tradizioni e il suono lento
delle cornamuse, lui sa bene che la vita non può essere immobilismo, sa che
fermarsi è illusione e che occorre crearsi una direzione; avanziamo incerti sul bordo , ma lui ha
le idee chiare: Mi resta una strada in
bianco e nero: mai compromessi, né esitazioni. Ma anche il suo movimento è come
la storia dell’uomo o come il ciclo delle stagioni perché scrive: Si torna ogni
volta al punto iniziale per un altro giro di giostra: all’infinito.
In
questa circolarità si dispiega la stessa nostra esistenza, come quella di una
goccia d’acqua che torna al cielo sotto forma di vapore
… E, se cadremo, sarà soltanto pioggia.
Forse la felicità ha il suono dell’acqua
piovana che scorre sul lastricato del giardino . Ma in
realtà è la curiosità, la vivacità intellettuale che ci salva dalla stasi e ci
proietta altrove:
Affonda in noi il bisogno di superare ogni
barriera, di sapere come finirà l’assurda storia degli Argonauti della nostra
era.
Eppure, torneremo liberi, lievi, tra le
braccia sfilacciate delle nuvole, sospesi ai cirri
Non
occorre parlare
Intorno si fa silenzio: tacciono anche i
grilli, quando sulla piazza del sublime si supera ogni limite umano.
Claudia Piccinno
Word festival poetry continental director for Europe
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