Nazario Pardini, "Nel frattempo
viviamo", Prefazione di Enzo Concardi, Casa Editrice Miano Editore,
Milano
Nazario Pardini, noto scrittore, poeta e
critico tra i più preparati dell'età contemporanea, ha affrontato, questa
volta, nella sua silloge, "Nel frattempo viviamo", un argomento di
somma importanza: la vita. Intorno c'è vita in ogni angolo: in noi, nei nostri
simili, negli animali (domestici, liberi), nelle piante. La vita si rinnova,
periodicamente, non si estingue: si può dire "eterna". Quante volte
noi uomini la rinneghiamo! Succede, però, in momenti particolari, quando siamo
irritati, quando non sopportiamo il male che ci assilla, quando non possiamo
risolvere un problema. Quasi sempre, però, sempre, noi difendiamo la vita:
ricorriamo ai medici, se siamo malati, e seguiamo le cure che ci vengono
ordinate, prendiamo le medicine che fanno al nostro caso, facciamo tesoro delle
esperienze degli anziani. E' perché vogliamo vivere, il più a lungo possibile,
anche se affermiamo di "voler morire piuttosto che continuare a
soffrire" (Quest'ultima affermazione la pronunciamo con la bocca, non col
cuore, per "scaramanzia" ). La silloge di Pardini si compone di due
parti: la prima parte ha per titolo "Nel frattempo viviamo", la
seconda "Dal serio al faceto. Dal sacro al profano". Il poeta tratta
argomenti che riguardano l'uomo, il suo procedere, il suo comportamento e il
suo reagire nei momenti di crisi; egli esprime le sue opinioni. E' vero che la
vita è una lotta, che non è facile superare gli scogli che affiorano nel suo
cammino, ma non bisogna arrendersi, bisogna perseverare per riuscire vincitori,
per provare la soddisfazione di non aver lottato invano. Se osserviamo
attentamente, con scupolosità, notiamo che in essa sono molte le cose belle,
positive, che si fanno prediligere: in primo luogo la natura nei suoi
aspetti stupendi che si evidenziano durante le quattro stagioni, l'affetto e la
vicinanza dei nostri cari, gli amici, la soddisfazione delle nostre
conquiste... Sono molte anche le cose negative che riscontriamo nella società.
Ciò dipende dal fatto che noi uomini non siamo tutti uguali; vi sono, tra noi,
anche i disonesti, gli egoisti, coloro che si danno da fare solo per sé a danno
degli altri. E sono proprio questi che Pardini mette in luce, che non perdona,
che condanna. Gli individui migliori sono coloro che coltivano l'arte: hanno
sensibilità spiccata, sono onesti e generosi, amano la gustizia,
l'imparzialità. Le liriche hanno tutte un significato. Riporto versi, stralci,
solo di qualcuna di esse: <<In seno alla natura / un colore c'è
sempre>>: è la natura che guida l'uomo nella scelta armoniosa dei colori.
<<Com'è scaltro il tempo! / Mi nasconde il suo passare / ora con il
profumo del mare, / ora con il volare dei passeri, / ora con foglie rame...
>>. Il tempo, con le sue immagini, favorisce l'ispirazione. <<Sulle
pareti della mia casa, / sono rimasti... / i canti di mio padre, / le
esortazioni di mia madre... >>. Il poeta ricorda, con nostalgia, la sua
casa e i suoi genitori. <<Sarà solitudine / la vecchiaia.. / ma pur
sempre / l'unico mezzo / di restare.. / a respirare la vita>>. Chi muore
a tarda età, vive più a lungo, conosce più cose della vita (E se la vecchiaia è
un tormento? Allora si cambia, su di essa, parere). <<L'amore è come la
luna: / questa telecomanda il mare, / quello lo fa con il cuore>>. Scene
romantiche, sentimentali. <<La musica di Puccini / è uno dei messaggi /
che riesce a trasmettere attimi di certezza / sull'esistenza del
soprannaturale>>. C'è sempre qualcuno che induce alla fede.
<<Non esiste poeta / che della bugia / non ne faccia un'arte>>. Il
poeta trova ispirazione anche nelle cose negative. E', per caso, quest'ultima
affermazine, uno scherzo?>>.
Antonia Izzi Rufo
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