mercoledì 22 luglio 2020

NAZARIO PARDINI LEGGE: "COME SPUMA DI ONDE" DI MARCO ZELIOLI


Marco Zelioli. Come spuma di onde. Itaca Editrice. 2017

L’armonia dell’universo nella musicalità del verso in Marco Zelioli


Mi è giunto oggi 21-07-2020 un bel libro per bontà di Marco Zilioli, l’Autore. Un testo voluminoso di ben 240 pagine, editato con professionalità e  gusto estetico per copertina, quarta, alette, impaginazione, caratteri. Insomma una silloge che fa da prodromico ingresso ad una poesia che abbraccia la vita, e i suoi diversi momenti esistenziali: l’amore, le radici, gli amici, l’esistere, le memorie… Un testo complesso e articolato i cui versi reificano passioni e sentimenti, affetti e nostalgie in un linguaggio sciolto, semplice, scorrevole e umanamente avvincente. Ibi omnia sunt. Tutto ciò che concerne la vita, tutto ciò che ne fa un piedistallo su cui costruire un epigrammatico volo esistenziale: vita poesia, poesia vita. Due elementi che si nutrono a vicenda dando consistenza e visività allo scorrere del dettato lirico. Sì, dettato lirico, uno spartito musicale che spesso richiama note di Chopin per la sua scorrevolezza, per la sua empatia; per la sua euritmica scansione verbale.  E sono gli interrogativi sul fatto di esistere che fanno di questo spartito un inquietante processo ontologico: “Ti sei mai chiesto perché esiste il sole?/ Ti sei mai chiesto perché esiste il mare?/ Perché esiste il vento,/perché esisti tu?... Creature tutte del Signore/ benedite il Signore,/ cantate il nome di Dio/ che ci ha donato il suo amore,/che ci ha donato il suo amore.” (Ti sei mai chiesto).   Una elasticità speculativa, una questione umanamente oggettiva e trasversale, che coi suoi interrogativi richiama il nostro umano esistere. D’altronde quale essere non si pone i tanti perché sul dove e sul quando, sui modi e i contorni del nostro essere in campo, sul rapporto tra noi e l’infinito. Dubbi di estrema difficoltà da risolvere, dacché l’uomo è nato per porsi le questioni più assillanti che lo coinvolgono, ma anche per soffrire per non poterne venire a capo. Un‘isola che sembra a portata di mano ma che si allontana sempre più dal nostro sguardo. Qui l’Autore risolve i suoi dubbi escatologici affidandosi al Signore, alla sua grande generosità, al suo amore. A differenza di tanti scrittori che sfociano con la loro ricerca in mondi di assoluto agnosticismo,  il Nostro trova pace fra le braccia del Signore, dove ogni essere  può trovare le sue origini, il suo principio. Molti sono gli spunti che fanno di questa silloge un plurale affondo epigrammatico; non per niente inizia con la poesia GLORIA, dove il poeta mette da subito i puntini sulle i a proposito del suo rapporto con il Cielo: “Gloria a Dio nel Cielo/ e pace sulla terra/ agli uomini di buona volontà…”. L’opera si divide in otto sezioni (Pensieri acerbi, Circostanze e accadimenti, Tempo, natura e cielo, Istantanee, Gioiose feste, Al limite, Requiem, Compiuto incompiuto, Imprimatur) che nel loro tragitto speculativo-sentimentale ci danno una piena conoscenza di Zelioli come uomo e come artista a tutto tondo nelle parti più nascoste del suo processo meditativo e fattivo. Otto sezioni legate tra loro da un fil rouge, da un leitmotiv che ne fa un’unica voce ispirativa: la spiritualità, l’amore per l’intero universo, per la vita, gli uomini, la natura; l’amore per il Signore creatore del tutto.  A partire dai versi di profonda empatia scritti per la mamma: “Tu piccola ma forte e volitiva/eri la mamma dei miei primi anni.// Tu comprensiva ma anche un po’ severa/ eri la mamma di me adolescente…” (Mamma), dove l’endecasillabo con tutta la sua maestosità versificatoria fa da sottofondo musicale ad un contenuto di forte impatto lirico; ai versi dedicati ai figli: “Voi miei amati e sconosciuti// perché nel cuore io non vi conosco/ io che da tempo ormai ho fatto vela/ lontano dall’incerta terra giovane/  eppure ricca rigogliosa e fertile/ in cui ha radici il senso della vita…” (Ai miei figli), dove sempre l’endecasillabo continua a contagiare con il suo apporto  di pucciniana memoria romanze di alta levatura espressiva; ai versi dedicati a Laura, a Giulia, a Sabrina: “Trentatré anni fa t’ho conosciuta,/ avevi sette anni: una  bambina…” (Sabrina) (Per quarant’anni di Sabrina, la “sorellina” di mia moglie. Visse a Chicago dal 2001 al 2006). Un’opera plurale, proteiforme, polisemica, in cui si toccano tutti i tasti della vita; e l’Autore lo fa con gentilezza, con disciplina metrica, con empatia scritturale, dando ordine e significato ad ogni suo input emotivo senza mai cadere nell’epigonismo, nella parafrastica forzatura formale, dacché tutto scorre liscio come l’olio. Questo è Zelioli, questa la sua poetica, questo il suo mondo estetico, il suo procedimento scritturale che dà forza e sostanza alla sua integrità etica, al suo bagaglio ontologico.               

Nazario Pardini                                                  
     

1 commento:

  1. Che delizia la lettura di questa pagina critica del Maestro. Ci presenta un Marco Zelioli, che non conosco di persona, ma incontro spesso sull'Isola, in tutta la sua empatia con 'la spiritualità, l’amore per l’intero universo, per la vita, gli uomini, la natura; l’amore per il Signore creatore del tutto' Un dettato, il suo, come, precisa l'eccellente recensore, che scorre come le note di Chopin... nel leggerlo ho avvertito la pelle d'oca... E, in effetti, gli estratti testimoniano una padronanza del lirismo e un senso dell'armonia a dir poco toccanti. Si vola sui versi di quest'Autore, condotti per mano da un Nazario ispiratissimo e si scopre un talento naturale e poderoso, che contribuisce ad arricchire l'attuale universo poetico troppo spesso sottovalutato. La poesia è la radice dello scrivere e non può finire impolverata negli scaffali delle librerie, dovrebbe essere l'imperatrice dell'editoria e delle vendite. Nulla ha più valore della lettura di una Silloge superba e Marco Zelioli è senz'altro nato per impreziosire i cuori di coloro che 'ascoltano' i suoi versi. Un forte abbraccio al nostro Condottiero e un saluto grato a Marco!

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