Loredana D’Alfonso su ”Verticalità” di Sandro Angelucci
Loredana D'Alfonso,
collaboratrice di Lèucade
La silloge “Verticalità” del poeta,
critico e saggista Sandro Angelucci, pubblicato dalla Book Editore nel 2009 -
prefazione di Silvano Demarchi - racchiude nel titolo il significato profondo dell’intera
raccolta.
“Verticalità” è una spinta
all’ascensione spirituale, esigenza dell’abbraccio con il Divino, nostalgia e
ritorno alla Casa originaria alla quale ogni uomo anela più o meno
consciamente.
L’Opera si divide in due sezioni,
“Dell’anima e della ferita” e “Del cielo e della parola”.
“Sogno
di cielo/che vince la gravità dei corpi/che a volte s’inabissa e poi risorge/
fiamma che sale/ brace che si accende”
(da “Verticalità”). Desiderio dell’Eterno che si ritrova anche in “Dove la neve
copre le distese”: “Io non sono qui/ sono
lassù/ dove la neve copre le distese/nell’abbraccio che avrei desiderato/ dove
il silenzio trova le parole/ che avrei voluto udire”.
Il Nostro sente la precarietà del
percorso terreno e lo esprime nella lirica “Io come naufrago”: “La vita è un’altra cosa/ mi sono detto/
altro il suo ritmo/ altro dell’iride il pulsare/ nell’occhio dell’eterno” e
per questo motivo tende all’Infinito “Perché c’è un’altra terra/ per le mie
radici/e un altro cielo /per i miei germogli”.
Il silenzio (“Quando un uomo è da
solo”) è il rifugio del Poeta e lì
scopre che “non c’è nulla più del
silenzio/ che sappia cucire/la tua solitudine a quella degli altri”.
E insieme a questo caldo alveo in
penombra che lo rende fratello del genere umano, c’è un altro grembo,
amniotico, dove tornare: quello della Madre in “Tornerò nel tuo grembo”.
E’ straordinario il passaggio “Al cospetto della morte siamo soli/e questo
tirocinio/ che è la vita/forse altro non è / che l’occasione/ di riappropiarci
della nostra solitudine”.
E, rivolto alla Madre: “Tornerò nel tuo grembo/ mi partorirai/ sarò
tuo figlio, sarai mia madre/ oggi più di allora”.
La religiosità del Nostro è adamantina,
senza etichette, assoluta.
E’ vibrante ne “Dai ghiacciai delle
stelle” che ha un incipit di grande
potenza: “Ho sete di Dio”.
E’ nostalgia del Figlio dell’Uomo: “Lo cerco, lo rincorro ogni giorno/ perché
dentro di me/ da sempre zampilla una fonte/ che scende dall’alto/ dai ghiacciai
delle stelle”.
Una tensione all’Assoluto, all’Origine:
“Fu il verbo/ prima della parola/ a
trasformarsi in carne” (“Prima della parola”).
L’eterno fluire del tempo ispira “Come
ogni giorno all’alba”: “Tutto trascorre/
compresi noi/ tutto/ sembra dissolversi nel nulla/ ma è solo dura/ ineludibile
apparenza”.
La corrente del fiume torna su, in
verticale, fino alla sorgente, nella sete del Divino del Poeta, nella strada
che porta alla Luce:
“Ed
è lì che lo voglio raggiungere/ per amarlo come volle il suo cuore/dal suo
nascere al mondo/ dall’inizio dei tempi”.
E’ questo il centro, il cuore pulsante
di questa pregevole silloge, trasparente come il cristallo e pura come acqua
sorgiva.
Loredana D’Alfonso
Lory carissima, in questo excursus dei testi presentati nei nostri lunghi anni di eventi la recensione ex novo di "Verticalità" del carissimo Sandro Angelucci non poteva mancare. Sei salita sul deltaplano delle emozioni e hai messo in musica gli stati d'animo che ti ha procurato l'Opera del Poeta. Ti ho letto con il fiato sospeso ricordando che ebbi l'onore di essere la relatrice di questa Silloge che rivela tutte le sfumature del 'fanciullino', il suo legame con gli elementi della natura, la sua capacità di elevarsi attraverso il rapporto con essi e di palesarsi quale Poeta di impegno civile. Un artista, il nostro amico, che incarna il lirismo assoluto. Tu sei stata la sua splendida Musa! Ti ringrazio per questa cascata di luce, ringrazio lui, sempre, per le lezioni di vita e di poesia e vi abbraccio con affetto antico.
RispondiEliminaRingrazio sentitamente la cara amica Loredana D'Alfonso per essersi, con acume, interessata di "Verticalità": una raccolta cui molto sono legato per i più svariati motivi; senz'altro, ad ogni modo, per avermi consentito di prendere totale consapevolezza del mio fare poesia.
RispondiEliminaLoredana ha colto l'aspetto determinante di quello che considero il punto di partenza della mia ricerca poetica.
Non è facile parlare di se stessi ma credo che la Scrittrice/Poetessa abbia avuto l'indubbio merito di vedere nella tensione all'infinito (inteso nel senso spirituale del termine) il "cuore pulsante" della mia stessa ispirazione.
Il mio cammino, cara amica, è rivolto sia verso l'alto che verso il basso, sia verso le stelle che splendono in cielo che verso quelle che brillano sotto la Terra ("Titiwai"), ma sempre e comunque in verticale.
Grazie,
Sandro Angelucci
Ringrazio di cuore i miei carissimi amici Maria Rizzi e Sandro Angelucci per i loro commenti.
RispondiEliminaTeniamo alta la fiaccola della cultura, teniamoci stretti in un abbraccio virtuale che estendo al nostro Condottiero che permette di incontrarci qui, in questo Eden.
Loredana D'Alfonso