Caro Nazario,
Ho ricevuto da Pasquale Cicirelli (in copia) il volume che ti trasmetto, da lui curato e di cui è prefatore. Si tratta di una silloge del poeta calabrese Luigi Cunsolo, sicuramente tu lo conoscerai, ma per me, e per molti, è una scoperta.
Aggiungo le parole di Pasquale, che
spiegano la genesi di questo libro, a mio parere, degna di nota: “Diverso tempo
fa in uno di quei mercatini dell'usato sparsi per Roma, mi sono imbattuto in un
suo libricino del 1950, sfogliandolo e leggendo alcune delle poesie che vi
erano pubblicate, mi è subito piaciuto, così lo acquistai.
Non conoscevo questo autore, così dopo
qualche ricerca ho constatato che il suo prolifico talento non fu indifferente
nemmeno al Carducci... Così ho deciso di rieditare quella raccolta, in una
nuova versione illustrata, con l'obiettivo di omaggiare questo maestro di fatto
quasi dimenticato, e rendergli un piccolo ma giusto riconoscimento. A parte le
illustrazioni, e una breve introduzione, nel rispetto dell'autore, ho voluto
lasciare il libro praticamente identico all'originale, come potrai
vedere dall'allegato che ti invio qui di seguito.
Le immagini, in bianco e nero, sono
relative ad un altro maestro del Novecento - l'architetto Sbardella su cui ho
da poco scritto una biografia - che come Cunsolo è quasi finito nel
dimenticatoio. Così, volendo sottolineare queste similitudini tra i due, ho
voluto inserire appunto alcune foto di un progetto architettonico di
Sbardella. Avrei potuto utilizzare immagini più attinenti ai contenuti dei
componimenti di Cunsolo (la Calabria con i suoi odori, sapori, profumi), ma mi
pareva troppo scontato come accostamento.”
Ho chiesto a Pasquale di scrivere due parole al riguardo, perché credo che Cunsolo meriti di essere nel blog, e lo merita anche Pasquale per aver fatto questo lavoro a seguito di un acquisto in un mercatino.
Buona giornata
Claudio Fiorentini
A cura di Pasquale Biagio Cicirelli
LUIGI CUNSOLO
E LE ROSE TRA GLI ASFODELI
PREFAZIONE
Luigi Cunsolo, nato a Stilo (RC) il
30.05.1884 e scomparso a Roma il 25.07.1979, figlio di contadini, fu un
prolifico scrittore e traduttore. Laureatosi in Giurisprudenza e poi in
Filosofia, intraprese la professione di insegnante in Italia e all’estero.
Divenne preside del Liceo di Pavia, e più tardi fu chiamato a fondare il Liceo Classico Norberto Turriziani di Frosinone. Nel 1934 divenne preside dell’Istituto Magistrale A. Oriani di Roma, fino al 1954. Sin dalla giovane età mostrò la sua vivacità intellettuale meritando perfino l’attenzione di Giosuè Carducci, che lo cita nel suo Epistolario.1 Durante la propria carriera Cunsolo vinse diversi premi letterari e tenne numerose conferenze, collaborò con quotidiani come Il Messaggero, tradusse classici e scrisse novelle, romanzi e testi per la scuola superiore. La sua raccolta di poesie Le rose tra gli asfodeli merita - tra i tanti suoi scritti - una particolare attenzione: in essa si ritrovano i colori, i profumi, le atmosfere tipiche calabresi e del sud Italia. Pertanto, a 70 anni dalla prima edizione, essa è riproposta in tutta la sua energia espressiva attraverso questa nuova edizione illustrata: Luigi Cunsolo, “maestro di bontà, disciplina e scienza per generazioni di giovani destinati a creare il progresso delle nostre popolazioni”, merita un rinnovato e giusto riconoscimento. Dopo essermi per caso imbattuto in una vecchia copia autografata, ho deciso di rieditare questa silloge integralmente e senza modifica alcuna.
Si sa, la poesia non vende, tuttavia, lasciandone la critica ad eventuali addetti ai lavori, sono certo che questa raccolta susciterà ancora una volta nel lettore quelle medesime emozioni che ha mosso nei lettori del secolo scorso. Una lettera, datata 1905, è inserita nel numero v. len. 21, come da elenco dei destinatari dellelettere di Giosuè Carducci nell’Edizione Nazionale, Bologna, Zanichelli, 22 v., 1938-1968Infine, volendo dare a questo testo una decorosa cornice fotografica, ho scelto per la copertina e le altre illustrazioni alcuni scatti raffiguranti a mio avviso una delle più poetiche creazioni di un altro degno maestro del Novecento italiano, l’architetto Filiberto Sbardella.
Roma, novembre 2020
Pasquale Biagio Cicirelli
LUNINO A SERA
Lunino, questa
sera che su l’arco
esile delle
ciglia ti sorride
e ti vagheggia un
piccolo astro, invano
tento venire
lungo il suo cammino.
Non ho chi mi
preceda col richiamo
del suo sorriso,
come te. Mi seggo,
stanco,
ascoltando l’intimo brusìo
di altre lontane
soavissime ore
perdute. Ed ecco,
mi s’immerge il cuore,
anche stasera, in
questa indefinita
luce di sogno: e
tu sorridi, lieve,
ai dubitanti
vertici, alle cose
che pallide si
avvolgono nel tuo
bianco sudario,
mentre il mio pensiero
par che si
sciolga in polline leggero
su tutti i luoghi
dove già si effuse
la primavera
labile del cuore.
LA SPERANZA
Viandante che
giunge e solo un giorno
si ferma accanto
al nostro focolare
caldo, dove – se
parte – non ritorna
mai più. Lente,
oscillando
e sussultando,
lungo le pareti
le ombre si
allungan labili. Nel cuore
memore aleggian
trepide parole
di nostalgia.
I miei ringraziamenti per avermi concesso questo spazio sul suo prestigioso blog. Il Novecento ci ha lasciato in eredità opere di maestri troppo facilmente dimenticati e che invece meritano una giusta riconoscenza.
RispondiEliminaPasquale Biagio Cicirelli