Maria Rizzi su Sfinge di Pietra di Claudia Piccinno - Il Cuscino di Stelle Editore -
Maria Rizzi,
collaboratrice di Lèucade
“Se un microbo ti trascinasse via
su
altri lidi
dove non sono ammessi interlocutori,
sfinge di pietra mi murerei.
Piovono parole nuove
senza alcun senso,
a
dare misura di questo vuoto
che parla sospeso
in
attesa di un verso”
Tratti dalla lirica “Sfinge di pietra”
La
postfatrice Francesca Ribacchi, facendo riferimento all’originalità della
Silloge, ipotizza che l’Autrice possa rivolgersi a un suo doppio, ed è
senz’altro una congettura da non trascurare, ma la mia umile, personale
sensazione resta che la sfinge divenga innanzitutto la corazza per il vortice
impetuoso di emozioni che forza la diga dell’anima di una Poetessa introversa e
discreta e al tempo stesso tesa alla libertà come il vento.
“Non suggerirmi
la
tonalità delle grinze
che dovrei indossare.
Ingessarmi
in un tailleur plissé?
No
grazie non fa per me.
Continuerò a luccicare di impavida follia
e
mi potrai chiamare amica mia.
Oserei senza fretta
un
accostamento insolito
un
kimono, un sari, un kilt
è
pur sempre un abito tradizionale
finché scalza e gitana
senza veli né vincoli
senza catene o guinzagli
Io
me ne andrei”
Tratti dalla lirica “Amica mia”
Credo
che la lirica sopra citata possa definirsi il vessillo dell’Autrice, la
rappresenta, infatti, nella sua interezza di donna autentica, che infrange gli
schemi, non temi i giudizi, non vuole essere inquadrata, ma camminare scalza
sui sentieri dell’esistenza. Lontana anni - luce, una Poetessa simile dalla
Sfinge di pietra, che non lascia trasparire minimamente le proprie emozioni. Mi
fermerei sullo cifra stilistica adottata nella Silloge, è evidente l’uso del
ritmo che conferisce alle liriche un andamento armonico del flusso sonoro delle
parole, e del timbro, categoria estetica troppo spesso ignorata, che determina
i suoni cupi e quelli aperti, i suoni gravi e quelli acuti, i suoni aspri e
quelli dolci, che ripetuti con insistenza nei testi ne determinano la tonalità
emotiva. Un registro espressivo di autentica poesia, quindi, e senza dubbio, di
lirismo ispirato, condito da un’astuzia del tutto femminile, che rende talvolta
i versi caustici, a testimonianza della volontà di liberarsi di ogni
condizionamento della nostra Claudia: Resta
sempre il sospetto/che vogliate mortificare /il mio intelletto./Sono abile e
allenata/ riconoscere /simile rima
baciata” - da “Sull’adulazione”.
Notevole
e intrigante, tra le altre, la lirica dedicata al sommo Poeta italiano, Dante
Alighieri, che potrebbe essere definita un’ode se non fosse che Claudia tende a
evitare i toni epici e predilige quelli colloquiali, la forza espressiva nella
sua sostanza. Recita, infatti:“Tu / che
in una settimana/ hai esaminato il mondo / ultraterreno… / Tu, per cui / nessun
segreto ebbe / l’animo umano”- da “A Dante Alighieri”
In
amore le astuzie scompaiono, come avviene sempre nella vita. Si diviene
vulnerabili, si viaggia su un terreno scivoloso. Claudia, tesse la trama del
sentimento universale senza rinunciare all’originalità, ma anche senza celare
il dolore.
“Dimmi…
Ritornerai?
Rassegnazione a km 0
Querelle inutile tra cuore e ragione.
Il
tempo è trascorso invano,
nulla è cambiato.
Neanche il dolore
ti
ha ricordato il mio nome,
o
forse semplicemente lo hai depennato
sostituito
profanato”
Tratti dalla lirica “Rassegnazione a km
D’altronde,
per quanto lo si definisca un sentimento inflazionato, l’amore resta l’unica
grande forma di dipendenza. Non è un’equazione. E’ la lavagna sotto il gesso
dell’anima, l’ossigeno nell’aria, il luogo in cui si tende inevitabilmente a
tornare. La nostra Poetessa non nasconde la forza di questo stato emotivo, si
lascia andare:
“Avrei fatto di te il mio unico Dio
se
solo non avessi calpestato
i
miei sogni, la mia dignità.
Mi
feci nido per il tuo gene guerriero
eppure non ti bastò.
Non comprese il perché
questo
mio cuore testardo,
e
io non urlai, non ti rincorsi.
Divenni
bava di lumaca senza guscio,
maschera di dolore sorridente”
Tratti dalla lirica “Aspettando primavera”
Come
in un album di emozioni,
“Elegia o parodia?
Consenso o dissenso?
Cos’è la poesia?
Canto o lamento?
Arte o linguaggio?
Credo sia un varco
per anime sole,
una brezza
che aleggia sui cuori,
l’intimo codice
di
pensieri nascosti,
forse vanga
che smuove le ceneri,
tizzone ardente
di
nuove scintille”
La
lirica Numero XXV
E non
manca in questa seconda parte della Silloge una poesia dedicata agli
occhiali,
impostata con ironia sul filone delle Odi nerudiane. D’altronde il Nobel della
letteratura cileno non esitò, nella fase canzonatoria dell’esistenza, a tessere
le odi del carciofo o della cipolla.
Per
concludere sento di dover asserire che scrivere un’Opera come “Sfinge di
Pietra” rappresenta per la mia amica un privilegio e una responsabilità. Il
privilegio di sentirsi libera, vera, scalza sulla battigia dei giorni; la
responsabilità di sfidare se stessa, il proprio carattere, il timore di esporsi.
Un
nuovo libro è parte integrante di se stessi, una nuova vita che inizia e, nel
caso della Poetessa, anche un momento di altissimo altruismo: offre una parte
di sé a coloro che desiderano capirla.
Maria Rizzi
.
Ringrazio il nostro Condottiero per aver dato spazio a questo mio tentativo di lettura partecipata dell'Opera della cara Amica Claudia. E li stringo forte entrambi!
RispondiEliminaSIETE SEMPRE ENTRAMBI GENEROSI CON LA MIA PAROLA, SONO INCANTATA MARIA DALLA TUA CAPACITA' DIVINATORIA DELL'ANIMO ALTRUI
RispondiEliminaCLAUDIA
Divinatoria? Claudia mia, non esagerare. Sono un'apprendista, vibro a fior di cuore. Tu e molti altri Autori mi offrite opportunità immense. Ti ringrazio ancora e ti porto nel cuore!
EliminaMagistrale questa esegesi di Maria.
RispondiEliminaUna sfinge di pietra è la corazza di una Poetessa che rivela con la poesia la sua anima con le sue emozioni.
Maria ne distilla i palpiti,ne esalta i sentimenti come lei sa fare.
Struggente l' interpretazione delle "catene d'amore": " e io non urlai, non ti rincorsi/divenni bava di lumaca senza guscio/maschera di dolore sorridente".
Congratulazioni alla Poetessa Claudia Piccinno, a Maria Rizzi grande esploratrice di anime e un abbraccio al nostro Nume tutelare che permette questi incontri edificanti!
Loredana D'Alfonso
Quante espressioni distillate dalla Poesia pura! Loredana, anche tu, come Marisa, adotti la frase 'esploratrice di anime', che non mi si addice, ma è l'abito adatto a te, a Claudia e al grande Nume Tutelare, che sta vedendo la sua isola sempre più affollata e varia. Ti voglio un bene immenso. Grazie di essere sempre vicino ai miei passi.
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