venerdì 12 aprile 2019

EDDA CONTE: "L'ABBRACCIO DI UN SOGNO", INEDITO


PROLOGO

Edda Conte,
collaboratrice di Lèucade

C'è un momento in cui  tutto sembra  sospeso nel nulla....ed è proprio in quel momento che ti senti la più piccola parte del tutto, ma anche la più importante, perché libera  da qualsiasi remora.
E' l'attimo dell'impossibile  che tutto fa apparire possibile. L'attimo indicibile che è solamente tuo.
C'è un momento della giornata in cui tutto sembra arrestarsi, per dare spazio al pensiero di ritrovare se stesso, nella consapevolezza di una fine e di conseguenza di un nuovo inizio.
C'è anche un giorno in cui il suono di una campana, il profumo di un fiore, l'armonia di un canto o....una preghiera, ti trasporta nel mondo onirico,  dove la mente ritrova l'abbraccio di un sogno , e dove il sogno assume la concretezza di una realtà.
Tutti questi momenti appartengono a "LA FANTASIA"

UN RITORNO

Il cancelletto, il giardino , la porta...
Riconosce ogni cosa e ogni cosa lo riconosce!
Ha il passo leggero, sfiora appena la terra, come se davvero camminasse sulle nuvole.
Appena un soffio muove la mussola delle tende...Le tende del colore dell'amore.
Di questo colore vestivano le fanciulle di Roma quando andavano spose.
Si avvicina al letto....;  nel suo nulla passa una carezza  sulla seta del copriletto, sui veli aranciati...
Un ultimo raggio di sole diffonde vita su tutta la stanza. Brillano i colori: l'oro dei  comodini, il rosso  dei paralumi..
" Troppa luce" dice senza parole. E subito prova il dispiacere dell'antico rimprovero.
 Uno sbuffo di vento preme contro la portafinestra, che lentamente si apre come per magia. Ecco il balcone  sulla strada silenziosa...ecco i gerani rossi, i garofani aggettanti profumatissimi, la  pianta dell'Amaryllis   sempre molto generosa di fiori....
 Quanto amore per questi fiori!  Si avvicina per toccarli, ma.....sono solo un ricordo, una illusione. Come tutto.
Torna sui suoi passi. Va verso la terrazza.
Oh! c'è ancora quello strappo nel legno della porta....da lì passa il vento...Ma ormai è estate....la casa arieggiata è più fresca...
C'è il catenaccio....giusto....non c'è mai stata la serratura.... E' arrugginito....
Ma la stessa arcana forza lo sfila,  piano piano e senza rumore.
 Appare la scalinata di marmo bianco,  che risalta sulla graniglia rosata della immensa terrazza.
Là si sedeva all'ora del tramonto. Tutto intorno  gli orti  illuminati dai lampioni d'antan. La strada  completamente deserta. Le finestre  aperte sui profumi della cena....qualche televisione accesa a coprire il silenzio dei commensali..
 Nel cielo , tutto un gridio festoso: le rondini a freccia.... non le potevi contare tante erano ad attraversare il cielo indaco, al di sopra della terrazza. Su tutto ,  il verso sgraziato dei gabbiani in volo verso il mare aperto, per l'ultima immersione....
-Sei qui.....
 Non sente le parole, eppure il messaggio gli arriva nitido e dolce.
E' lui, il Gabbiano Reale dei giorni felici.
Non riesce a vederlo ma riconosce la inconfondibile risata.
Così si annunciava la sera, planando con le grandi ali sull'aiuola davanti alla cucina. Questo era il suo modo di chiedere la cena.
-Ancora una illusione....         
 Sente tuttora la ferita in mezzo al petto, come quell'ultima sera.
Sfiora appena il pavimento rosato. Sa che la visita è terminata.
Invece no.
 Mentre si avvia verso la gradinata l'illusione  si trasforma in miraggio:
il Gabbiano Reale gli viene incontro circonfuso da un alone di chiara luce....
  Un'immagine  si illumina " d'immenso "!

 Edda Conte  Aprile 2019


2 commenti:

  1. Nel ritornare nella sua casa ora disabitata, l’Autrice risente suoni, parole di persone care, versi di uccelli, sbuffi di vento; rivede colori di fiori, di arredi; accarezza con lo sguardo e con le mani tessuti, mobili; percepisce il profumo dei fiori, l’odore della cena. I suoi sensi sono vigili, pronti a cogliere anche quello che non è più fisicamente presente. E’ un tripudio di vita quello che l’Autrice ci mostra, “vita che vive” nel suo cuore e che l’amore risuscita. Si, perché quello che abbiamo amato non muore, vuole dirci Edda Conte. Persone, cose sono immortali e possono riprendere ad animarsi nei nostri ricordi: le va incontro il gabbiano reale al consueto appuntamento serale…
    Traspare una dolcezza infinita da questo testo, delicatamente velata di una malinconia che non disturba ma che, al contrario, la esalta. Si impone la sensibilità dell’autrice, ripetutamente apprezzata, che ci trasporta e coinvolge nelle sue emozioni. Come non riconoscersi nel suo dire? Quanti di noi non hanno mai vissuto una simile esperienza senza trovare le parole adatte ad esprimerla?
    Non possiamo che ringraziare Edda Conte, quindi, per aver dato voce, ancora una volta e mirabilmente, anche al nostro sentire!
    Ester Cecere

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  2. Ti ringrazio , carissima Ester,per questa tua lettura.
    In realtà solo la tua penna profondamente sensibile alla vicenda umana poteva "entrare" nell'atmosfera di questa mia breve pagina all'apparenza solamente "fantastica".
    Edda Conte

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